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Addio a Michela Murgia, la scrittrice libera che ha saputo essere felice

A soli 51 anni, dopo un tumore da lei stessa reso noto lo scorso maggio, si è spenta a poche settimane dalle nozze, contratte lo scorso luglio

È morta il 10 agosto Michela Murgia, 51 anni, la scrittrice sarda che alcuni mesi fa aveva annunciato di avere un tumore al rene. “Mi restano pochi mesi di vita” aveva dichiarato lo scorso maggio, e così è stato. I funerali si svolgeranno a Roma, alla Basilica di Santa Maria in Montesanto, la Chiesa degli Artisti, alle 15.30 di sabato 12 agosto.

Molti i messaggi di cordoglio sui social media da parte di personaggi pubblici, artisti, scrittori ma anche semplici lettori, persone comuni, e persino avversari, detrattori della Murgia. Una raffinata intellettuale e polemista, in prima fila a viso aperto nella difesa dei diritti civili e sociali per una società sempre più aperta. “Voglio esprimere sincere condoglianze alla famiglia e agli amici della scrittrice Michela Murgia” ha scritto su Twitter la premier Giorgia Meloni. “Era una donna che combatteva per difendere le sue idee, seppur notoriamente diverse dalle mie, e di questo ho grande rispetto“.

Ostia Antica, Festival del canto libero Michela Murgia
Michela Murgia. Foto Ansa

Murgia e la famiglia queer

La sua casa editrice, Mondadori, per cui aveva Michela Murgia aveva pubblicato Tre Ciotole, ha pubblicato un tweet “Ciao Michela” e un cuore rosso su una foto di lei sorridente che sfoglia un libro. Lo scorso luglio Murgia aveva sposato civilmente il compagno Lorenzo Terenzi, di 16 anni più giovane. Matrimonio avvenuto qualche settimana fa non senza polemiche in quanto la scrittrice aveva sottolineato la necessità di contrarre le nozze per vedere garantiti i diritti al compagno e a quella che lei definiva la ‘famiglia queer’.

Il matrimonio ‘di gruppo’

Michela Murgia aveva poi organizzato una grande festa a casa sua per celebrare l’unione del gruppo e la condivisione. Alla festa aveva partecipato anche lo scrittore Roberto Saviano, considerato facente parte della ‘famiglia’. I partecipanti erano tutti vestiti di bianco, come se fossero tutti sposi. Ma non solo. “Il rito che avremmo voluto non esiste“, aveva detto Michela Murgia, scatenando polemiche intorno all’idea di matrimonio. Prima di sposare Lorenzo Terenzi la scrittrice era stata sposata, dal 2010 al 2014, con Manuel Persico, informatico bergamasco di 12 anni più giovane.

Michela Murgia, nata a Cabras (Oristano) il 3 giugno 1972, di formazione cattolica, prima di iniziare la carriera di scrittrice ha svolto diverse attività. Compresa quella di insegnante di religione. Significativa tra le altre l’esperienza come venditrice telefonica riversata nel suo primo libro, Il mondo deve sapere (2006), sorta di blog sul mondo dei call center e delle multinazionali che ispirerà l’opera teatrale omonima e il fortunato film Tutta la vita davanti.

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Roberto Saviano al matrimonio di gruppo di Michela Murgia. Foto Instagram / Michela Murgia

Le opere di Murgia

Legatissima alle sue radici sarde, nel 2008 aveva pubblicato per Einaudi Viaggio in Sardegna: una guida letteraria ai luoghi meno noti dell’isola. Due anni più tardi era uscito, sempre per Einaudi, Accabadora, romanzo che intreccia nell’isola degli Anni Cinquanta i temi dell’eutanasia e dell’adozione. Un libro col quale ha vinto prima il Premio Dessìe poi il SuperMondello e il Campiello. Nel 2011 aveva pubblicato Ave Mary, riflessione sul ruolo della donna e la Chiesa. Tra le opere successive il romanzo L’incontro (2012), che analizza i temi della condivisione e delle affinità; il saggio breve sul femminicidio L’ho uccisa perché l’amavo. Falso! (con Loredana Lipperini, 2013); il romanzo Chirù (2015) e Futuro interiore (2016).

Ma non è stata soltanto intellettuale e scrittrice, Michela Murgia, che qualcuno ha paragonato, per la sua carica di denuncia e lotta per una più giusta e aperta società civile, a un Pier Paolo Pasolini nei nostri tempi. Alle elezioni regionali in Sardegna, nel 2014, si era presentata in lista con la coalizione Sardegna possibile, che tuttavia non superò la soglia di sbarramento prevista dalla legge per ottenere consiglieri eletti. Non è difficile immaginare che la sua eredità umana, spirituale, civile e culturale sarà portata avanti da chi le è stato più vicino.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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