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Banche, la tassa sugli extraprofitti fa crollare la Borsa

A seguito del provvedimento che il Governo ha varato come prelievo sugli utili originati dal rialzo dei tassi di interesse, cresciuti del +66% in 12 mesi

Una nuova tassa a sorpresa sugli utili delle banche fa crollare gli indici di Borsa al mattino dell’8 agosto. Ma non soltanto Piazza Affari a Milano. In realtà tutte le Borse europee sono in calo dopo che il Governo Meloni ha spiazzato gli investitori con questa mossa inattesa.

Negli ambienti politici se ne era parlato in primavera e tuttavia un provvedimento del genere sembrava archiviato. Il 7 agosto invece, nell’ambito di un Consiglio dei ministri incentrato sui taxi e sull’emergenza incendi, la tassa sugli extraprofitti delle banche è rispuntata fuori, annunciata dal vicepremier Matteo Salvini. E alla riapertura delle Borse, l’8 agosto, l’indice Stoxx Europe 600 è sceso dello 0,3% in avvio delle contrattazioni mentre Milano apriva in calo dello 0,5%, Parigi dello 0,67%, Londra dello 0,25% e Francoforte dello 0,52%. La Borsa di Milano è arrivata a toccare un calo del -2%, mentre i titoli delle banche restavano sommersi dagli ordini di vendita.

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Titoli bancari in forte ribasso a Piazza Affari l’8 agosto. Foto Pixabay

Tutti contro la tassa sulle banche

Consideriamo questa tassa sostanzialmente negativa per le banche sia per l’impatto sul capitale e sugli utili che sul costo di equity delle azioni bancarie” è il commento degli analisti di Citigroup. “Detto questo, finora le banche hanno avuto un anno forte; i margini di interesse aumentano grazie ai tassi più elevati. Quindi è il momento di un sano consolidamento” precisa un analista di Julius Baer. All’apertura dell’8 agosto l’indice Ftse Mib di Milano cedeva lo 0,5% a 28.388 punti, mentre crollavano i titoli delle banche dopo la tassa sugli extraprofitti bancari nei bilanci 2022 e 2023.

Cos’è la tassa sugli extraprofitti

La tassa sui guadagni delle banche che il Governo Meloni ha inserito in un decreto emerge dalla constatazione che nel corso di quest’anno, grazie al rialzo dei tassi di interesse voluto dalla Banca centrale europea, gli utili degli istituti di credito sono aumentati a dismisura. Prendere denaro a prestito, mutui o finanziamenti che siano, per le famiglie come per le imprese costa sempre di più. E i margini di utile per le banche lievitano verso l’alto.

Utili delle banche a +66%

Secondo un’analisi del sindacato First Cisl, i primi 5 grandi istituti di credito italiani – Intesa San Paolo, Unicredit, Banco Bpm, Mps e Bper – hanno superato complessivamente nel primo trimestre del 2023 la soglia dei 10,3 miliardi di euro di utili netti. Un valore in crescita del +66% rispetto al 2022. Attualmente chi ha sottoscritto un mutuo a tasso variabile da 126mila euro in 25 anni deve pagare 2.300 euro in più di interessi.

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Matteo Salvini al termine del Cdm del 7 agosto. Foto Ansa/Giuseppe Lami

Salvini: “Norma di equità

Da questi numeri il Governo Meloni ha tratto la convinzione della necessità di una tassa sugli utili delle banche. Che secondo il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini dovrebbe portare “qualche miliardo” nelle casse dello Stato. “È una norma di equità sociale” ha aggiunto al termine del Cdm che ha varato il decreto. Nelle intenzioni dell’esecutivo, la tassa andrà a sostenere le famiglie in difficoltà con il mutuo prima casa e ad alimentare il fondo taglia tasse.

Secondo la normativa (ma il decreto dovrà poi essere convertito in legge dal Parlamento) lo Stato effettuerà un prelievo del 40% sugli extraprofitti delle banche se il margine di interesse registrato nel 2022eccede per almeno il 3%” il valore dell’esercizio 2021. Percentuale che sale al 6% confrontando il 2023 col 2022. La mossa a sorpresa del Governo ha, come detto, affondato i titoli di Borsa. In particolar modo, ovviamente, quelli bancari che hanno subito una secca perdita. In apertura sono a affondati Bper (-11%) e Banco Bpm (-9%) ma hanno sofferto tutte le quotate a Piazza Affari. Intesa Sanpaolo ha ceduto il 7,2%, Unicredit il 5,9%, Mps il 6,4%, Finco il 5,49%, Mediolanum il 4,9%, Mediobanca il 3,37% e Banca Generali il 2,84%.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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