L’estate 2023 è, come sempre in Italia, un’ennesima estate di incendi devastanti e perlopiù dolosi. I cambiamenti climatici, che pure esistono e provocano sempre di più effetti anche mortali sulla vita degli italiani (si pensi all’alluvione dell’Emilia Romagna) in questo caso c’entrano poco. C’entrano invece, e tanto, i criminali piromani: incendiari che per svariate ragioni – dal raptus di follia personale alla lucida pianificazione a tavolino – innescano le fiamme per distruggere. 

Lo dimostra il fatto che il 7 agosto sono emersi alcuni inneschi di incendi in Sardegna. L’isola è devastata da giorni da roghi esplosi al nord come al sud del suo territorio: da Siniscola nel Nuorese a Quartu Sant’Elena nel Cagliaritano.

Incendio a San Giovanni Suergiu, in Sardegna, il 6 agosto 2023. Foto Ansa/Fabio Murru

Un’estate di incendi a catena

In Sicilia, intanto, il 7 agosto un vasto incendio ha cominciato a seminare la distruzione in un’area ricompresa tra Floridia e Canicattini Bagni, nel Siracusano. In particolare il rogo è divampato tra contrada Monasteri e Spinagallo distruggendo ettari di vegetazione e macchia mediterranea. Ma l’alta colonna di fumo che è sorta dall’incendio è rimasta ben visibile a diversi chilometri di distanza. Vigili del fuoco, Forestale e Protezione civile sono stati a lungo impegnati al lavoro per domare le fiamme.

In Sardegna, come sopra accennato, è dolosa la maggior parte degli incendi che domenica 6 agosto hanno devastato l’isola. Sono centinaia gli ettari di boschi e vegetazione che sono andati in fumo. E almeno 600 le persone che le autorità hanno fatto evacuare da abitazioni, resort, ristoranti e strutture alberghiere. Un fuggi fuggi si è verificato anche dalle spiagge dove le fiamme hanno minacciato turisti e bagnanti. La natura dolosa degli incendi è certa. Lo hanno verificato senza ombra di dubbio gli agenti della Forestale per alcuni roghi divampati nel sud dell’Isola e a Gairo, nel Nuorese. Lì si sono ritrovati degli inneschi che testimoniano l’azione volontaria. E ora è caccia ai piromani.

Gairo, rogo appiccato alle 20

A Gairo, secondo gli investigatori della forestale, i piromani hanno appiccato l’incendio poco prima delle 20, nel momento in cui il vento di maestrale ha raggiunto la massima intensità della giornata. Con un gesto, dunque, freddamente calcolato. In fumo una cinquantina di ettari tra bassa macchia mediterranea, pascolo e una piccola porzione di bosco, salvato fortunatamente dalle squadre a terra. Diversi inneschi di incendi erano al di sopra dei canali di guardia, costruiti come opere di difesa idrogeologica sopra il paese.

Un uomo di fronte agli incendi che hanno devastato la Sardegna. Foto Ansa/Maria Giovanna Fossati

Ancora incerta, invece, la natura del rogo scoppiato nei centri costieri di Posada e Siniscola, sulla costa nord orientale dell’Isola, dove almeno 600 persone hanno dovuto sgomberare in fretta e furia. Gli incendi hanno provocato danni gravissimi: 400 ettari distrutti dal fuoco tra le borgate disseminate di case sparse, aziende agricole e attività turistiche. Le fiamme sono arrivate a ridosso delle abitazioni sulla costa, tra Monte Longu e San Giovanni di Posada. Gli incendi si sono sviluppati intorno alle 14 di domenica 6 agosto dall’entroterra, poi spinti dal maestrale lungo la costa. A condurre le indagini è ora il Nucleo investigativo provinciale del Corpo forestale. Tutti gli atti saranno passeranno alle procure di Nuoro e Lanusei competenti la prima per i territori di Posada e Siniscola, la seconda per Gairo.