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Ucraina, il leader dei pacifisti denuncia: “Perquisito dai servizi segreti”

Yurii Sheliazhenko sarebbe stato ‘visitato’ da agenti dell’SBU che lo accusano di complicità con la Russia perché chiede la fine della guerra

Vita sempre più dura in Ucraina per i pacifisti. I quali, pur denunciando l’aggressione della Russia in corso da 17 mesi, non vogliono sposare la logica delle armi e andare a combattere, ma anzi spingono perché Zelensky e Putin trovino spazi di dialogo e trattativa.

Il 3 agosto Yurii Sheliazhenko, giovane capo carismatico del Movimento Pacifista Ucraino ha reso noto sui social di avere subìto una perquisizione in casa da parte dei servizi speciali ucraini – l’SBU – alla ricerca di prove di una sua presunta connivenza con i russi invasori. Connivenze che, sottolinea Sheliazhenko non esistono. Esiste invece una minoranza di cittadini dell’Ucraina che sostiene che anche Kiev, e non soltanto Mosca, ha le sue colpe nell’aver violato il cessate il fuoco seguito agli accordi di Minsk sul Donbass del 2014. In questo modo, entrambe le parti, Russia e Ucraina, hanno provocato l’uccisione di migliaia di persone ancor prima della guerra odierna.

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Yurii Sheliazhenko, capo del movimento pacifista ucraino. Foto Twitter @sheliazhenko

Ucraina, la posizione dei nonviolenti

Il Movimento Nonviolento italiano, in una nota, “condanna fortemente la persecuzione del Movimento Pacifista in Ucraina e continuerà a stare al fianco di Yurii con la Campagna di Obiezione alla Guerra. Il Movimento Pacifista Ucraino non ha alcuna ambiguità nel condannare la guerra, l’aggressione della Russia, l’espansione della NATO, e proporre soluzioni di pace, il cessate il fuoco, la via della diplomazia. Il Movimento Pacifista Ucraino, con il Movimento Nonviolento, ha partecipato attivamente al Vertice dei Popoli per la pace in Ucraina”.

Il sito azionenoviolenta.it riporta una dichiarazione di Yurii Sheliazhenko. “Sono stato perquisito a causa dell’Agenda di pace per l’Ucraina e il mondo. Mi accusano di aver presumibilmente giustificato l’aggressione russa con questo documento. In realtà, questo documento condanna l’aggressione“. Nel link dall’account Twitter dell’attivista ucraino, che pubblichiamo sopra, il video del momento in cui gli agenti dell’SBU cercano di sfondare la porta di casa di Sheliazhenko.

Chi è Yurii Sheliazhenko

Consulente legale, giornalista e scrittore, Yurii Sheliazhenko è stato ricercatore e docente di Diritto all’Università e vive a Kiev. È il punto di riferimento in Ucraina del movimento pacifista internazionale, mentre in patria lo insultano in tanti, anche sulle sue pagine social, chiamandolo “traditore“. La sua organizzazione nonviolenta fa parte dell’Ufficio Europeo per l’obiezione di coscienza e della War Resisters International. Tra i progetti di Sheliazhenko ci sono quelli di tradurre e diffondere in Ucraina i testi sulla nonviolenza di Gandhi e di Aldo Capitini.

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Yurii Sheliazhenko (a sinistra) con altri pacifisti lo scorso gennaio in Ucraina. Foto Twitter @UnarmedBlackMen

In un’intervista al Manifesto del 2 luglio scorso, il leader dei pacifisti affermava: “Rischio la vita, ma non mi faccio intimidire dai guerrafondai. Putin e Zelensky restano supremi negazionisti della pace e cercano la vittoria sul campo. Manca l’immaginazione nel costruire ponti, quindi li fanno letteralmente saltare“. Nella sua pratica quotidiana il Movimento dei pacifisti dell’Ucraina aiuta i civili a sopravvivere alla guerra e continua a sostenere l’abolizione del servizio militare obbligatorio. Inoltre porta avanti studi sulla pace e coopera con il movimento internazionale per la pace.

“Qui non c’è spazio per la nonviolenza”

Qui la nonviolenza non è contemplata” diceva Sheliazhenko riferendosi all’Ucraina, il suo paese, intervistato da Semprenews.it il 4 marzo 2022, pochi giorni dopo l’invasione russa. “Siamo visti come traditori: per molti pacifisti la situazione è critica. Uno dei rappresentanti del movimento nonviolento è sotto processo. Noi siamo teorici, purtroppo, non abbiamo esperienze di attivismo sul campo, ne avremmo bisogno. Così come abbiamo bisogno di speranza e sostegno internazionale dei nonviolenti“.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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