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Zaki a Bologna il 23 luglio, conferenza stampa all’Università

Graziato da al-Sisi dopo la condanna 3 anni di carcere, il ricercatore ha rifiutato il volo di Stato e non incontrerà i vertici del Governo Meloni

Patrick Zaki, il ricercatore egiziano dell’Università di Bologna liberato dalla prigionia in Egitto il 20 luglio, arriverà domenica 23 luglio nel capoluogo emiliano con un volo di linea. Seguirà in serata, alle 20.30, una conferenza stampa al Rettorato dell’ateneo, alla quale, oltre a Zaki, parteciperanno il rettore Giovanni Molari e la professoressa Rita Monticelli, coordinatrice del master Gemma seguito dall’attivista egiziano.

Lo comunica la stessa Alma Mater. Zaki, spiega l’ateneo, atterrerà all’aeroporto di Milano Malpensa e da lì gli stessi Molari e Monticelli lo accompagneranno a Bologna. A Malpensa non è previsto alcun incontro con la stampa. D’intesa con il Comune di Bologna, è in programma una festa pubblica in piazza Maggiore domenica 30 luglio alle 20.

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Patrick Zaki appena liberato il 20 luglio a Mansura, Egitto. Foto Ansa/Epa Hossam Rabie

Zaki, Governo irritato

Le modalità del rientro di Zaki in Italia a oltre 3 anni dal suo arresto all’aeroporto del Cairo, il 7 febbraio 2020, hanno suscitato polemiche. E hanno irritato il Governo Meloni che per la liberazione del ricercatore si è adoperato. Il ricercatore ha infatti rifiutato le proposte dell’esecutivo e non ha accertato di rientrare immediatamente nel nostro Paese a bordo di un volo di Stato, incontrando poi, una volta atterrato, i vertici del Governo.

Di un tale incontro con Patrick Zaki non si parla più. Per il ministro degli Esteri, Antonio Tajaninon è previsto“. “Noi ci siamo preoccupati di tutelare un giovane che era detenuto, condannato, per restituirgli la libertà, visto che è un giovane che aveva studiato e si era laureato in Italia” ha spiegato il ministro e vicepremier a Paestum. “Poi il resto sono sue scelte, come venire in Italia, quando stare. A noi interessava la liberazione del giovane, ci siamo impegnati su questo fin dall’inizio.

Festa a Bologna

Lo attendiamo da tre anni, sarà un momento molto bello. Lo attendo io, ma lo attende soprattutto l’intera comunità dell’Alma Mater (l’Università di Bologna, ndr.)” ha detto il rettore Giovanni Molari. “Dopo aver visto sagome di Patrick nel mio ufficio e in giro per la città, poterlo abbracciare sarà emozionante” è il commento di Molari. “Ci sono stati tanti contatti tra noi in questi giorni, li ha tenuti soprattutto la professoressa“, ha spiegato il rettore.

La conferenza di domenica sera 23 luglio che si terrà nella Sala dell’VIII centenario, in rettorato. Si tratterà in sostanza di un breve saluto, dopo il viaggio dall’Egitto all’Italia. “Ma un salto in piazza Maggiore penso che lo faremo comunque“, aggiunge Molari. L’incontro con Zaki arriverà a compimento di un periodo intenso. La laurea a distanza, poi la condanna, quindi la grazia e infine l’incertezza sulla possibilità effettiva di uscire dall’Egitto. “Sono stati giorni in altalena” ha raccontato il rettore Molari. Equesto “al termine di un anno accademico molto lungo e faticoso un po’ per tutti, ma credo sia il modo più bello per concluderlo.”

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Antonio Tajani. Foto Ansa/Massimo Pica

Un baratto col caso Regeni?

È in questo contesto che il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha tenuto a chiarire nei giorni scorsi a Radio 24 che “non c’è nessun baratto, nessuna trattativa sottobanco. Il Governo è stato in grado di far tornare in Italia un giovane che rischiava di stare ancora un po’ di tempo in carcere.” “Siamo persone serie, non facciamo baratti di questo tipo” ha ribadito Tajani. E sul caso del sequestro, delle torture e dell’omicidio di Giulio Regeni al Cairo nel 2016? “Continueremo a chiedere che si faccia luce sulla vicenda, come abbiamo sempre fatto. Abbiamo sempre messo sullo stesso piano le due questioni.

Il fatto però che il ministro abbia dovuto ribadire qualcosa che dovrebbe essere ovvio non è di per sé rassicurante. Non dissipa il dubbio che, per ottenere la liberazione di Zaki, il Governo italiano abbia dovuto assicurare al presidente-dittatore dell’Egitto, al-Sisi, che il processo penale sospeso sul caso Regeni non avrà sviluppi pericolosi per i 4 imputati. Tutti agenti segreti dei servizi di sicurezza egiziani.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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