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Biden dopo la gaffe su Putin che “perde la guerra in Iraq”: come sta davvero il capo degli Usa

L'equilibrio psicofisico del presidente appare sempre più fragile e non è chiaro se sia realmente in grado di governare gli Stati Uniti

Crescono le preoccupazioni per la salute del presidente degli Stati Uniti, Joe Biden. Le sempre più frequenti cadute e inciampi, su scalini di aerei o pedane di comizi, del capo della più grande superpotenza nucleare mondiale sembrano essere il sintomo di una non più completa autonomia psicofisica.  

Ultima in ordine di tempo è la gaffe – per usare un eufemismo – con cui Biden, rispondendo ai cronisti che gli chiedevano un commento sulla situazione in Russia, ha risposto in maniera straniante. “Putin sta perdendo la guerra in Iraq” ha detto il presidente degli Stati Uniti.

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Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden. Foto Ansa/Epa Alex Wrobleski

Biden si ricandida

Sarebbe tuttavia riduttivo e fuorviante ritenere che Joe Biden sia stato colto da un lapsus freudiano (il che naturalmente potrebbe essere possibile). Considerando l’aumento del numero di episodi di questo genere, la situazione è preoccupante. Anche perché tutto si somma alle cadute e ai disorientamenti del presidente Usa. Puntualmente diffusi sui social media, in video che fanno in giro del mondo in un istante.

Perché Biden formalmente guida gli Stati Uniti. E si è ricandidato alla nomination – che a oggi appare scontata – per rappresentare il Partito Democratico nella sfida alle prossime elezioni presidenziali del novembre 2024. All’inizio del mese di giugno la Casa Bianca ha tentato di rassicurare sullo stato di salute di Joe Biden, e lo stesso hanno fatto i suoi collaboratori descrivendolo come reattivo, deciso e veloce. Ma, dietro le quinte, i funzionari dell’Amministrazione ammettono di cercare di accomodare al meglio le esigenze di un presidente ormai anziano – ha 80 anni – in modo da non gravare sul suo stato fisico.

Apparizioni pubbliche limitate

E così, riporta il New York Times, le apparizioni pubbliche di Biden sono solitamente limitate fra le 12 e le 16. Il presidente inoltre non lo si disturba – a meno di emergenze – nel fine settimana. Limitata anche la sua esposizione alle interviste: ne ha concesse un quarto di quelle di Donald Trump nello stesso arco di tempo alla Casa Bianca. E un quinto di quelle di Barack Obama, il presidente Usa di cui Joe Biden fu il vice fra il 2008 e il 2016.

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Biden risponde ai giornalisti alla Casa Bianca. Foto Ansa/Epa Shawn Thew

Lo staff dell’attuale Commander-in-Chief degli Stati Uniti ha anche deciso di non rendere disponibile a interloquire con i giornalisti il medico personale del presidente, per rispondere a domande. Si tratta di un fatto in controtendenza rispetto a quanto solitamente avveniva per i predecessori di Biden. I dubbi sullo stato di salute di Biden si erano già accentuati negli ultimi tempi. Ovvero nei giorni a cavallo tra fine maggio e inizio giugno dopo la sua ultima caduta. Ma è da lungo tempo che circolano.

Trump ha 77 anni, Biden 80

Adesso però c’è anche un’altra preoccupazione, legata alle presidenziali del 2024. Ovvero rispetto al fatto che Biden ha chiesto chiedendo agli americani di lasciarlo alla Casa Bianca per un secondo mandato di altri 4 anni, fino al 2028. I democratici, i compagni di partito di Biden, sono fra i più preoccupati per la sua età. Ma lo sono anche gli elettori statunitensi. Che però rischiano di trovarsi davanti, fra un anno e mezzo, la sfida fra un Biden ottuagenario e un Donald Trump, ex presidente di nuovo in corsa, che di anni ne ha già 77. Troppi per tutti e due, decisamente.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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