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Lagarde: “Alzaremo ancora i tassi”, in Italia mutui sempre più cari

La manovra serve a far calare l'inflazione ma Tajani si ribella: "Così si va in recessione"

La governatrice della Banca centrale europea (Bce), Christine Lagarde, ha fatto sapere che Francoforte non retrocederà, anzi intensificherà, la lotta all’inflazione. E per questo continuerà il processo di rialzo dei tassi di interesse sul costo del denaro. 

Il nostro lavoro non è ancora finito” ha detto Lagarde il 27 giugno al Forum della Bce a Sintra, in Portogallo. “Continueremo a innalzare i tassi a luglio”. “L’impatto complessivo degli incrementi dei tassi decisi a partire da luglio 2022, pari a 400 punti base, non si è ancora esplicato appieno” ha aggiunto.

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La presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde. Foto Ansa/epa Ronald Wittek

Tajani contesta Lagarde

È improbabile che nel prossimo futuro la Banca centrale sia in grado di dichiarare con assoluta certezza di aver raggiunto il livello massimo dei tassi.” Anche perché, ha insistito Lagarde, “le decisioni della nostra politica monetaria devono essere definite di volta in volta a ogni riunione e continuare a essere guidate dai dati“.

Nelle stesse ore in cui da Christine Lagarde arrivava l’annuncio di ulteriori rialzi dei tassi di interesse anche nel mese di luglio, da Roma partivano aspre polemiche. “Non credo che vada in direzione della crescita continuare l’aumentare i tassi di interesse. Soprattutto non condivido gli annunci fatti in largo anticipo come fatto oggi da Lagarde” ha dichiarato il vicepremier Antonio Tajani. “Noi soffriamo di un’inflazione diversa dagli Usa: la provocata il costo delle materie prime a causa della guerra. Oggi aumentare il costo del denaro significa mettere le imprese in difficoltà. Con i tassi troppo alti si rischia la recessione“. Tajani ha parlato al congresso della Confsal (Confederazione generale dei sindacati autonomi dei lavoratori).

Lagarde: “L’inflazione resterà a lungo

Christine Lagarde ha dichiarato ancora che “l’inflazione nell’area dell’euro è troppo elevata e rimarrà prevedibilmente tale per troppo tempo. Sta però cambiando la natura della sfida che pone.” “Il tasso di inflazione sta diminuendo con l’attenuarsi degli shock che l’avevano inizialmente sospinto al rialzo e con la progressiva trasmissione dei nostri interventi di politica monetaria all’economia. Tuttavia, gli effetti di tali shock si stanno ancora esplicando, rendendo il calo dell’inflazione più lento e il processo inflazionistico più persistente” ha sottolineato.

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Il ministro degli Affari Esteri, Antonio Tajani. Foto Ansa/Claudio Peri

Tale persistenza – ha rilevato Lagarde – è riconducile alla propagazione dell’inflazione nell’economia in più fasi. Poiché diversi operatori economici tentano di trasmettersi i costi a vicenda. Sebbene le proiezioni degli esperti della Bce l’avessero previsto già da diverso tempo, abbiamo rivisto la nostra valutazione sulla base dei nuovi dati“.

La situazione dei mutui

Tutto questo ha ripercussione su vari aspetti dell’economia, fra cui il costo dei mutui per i cittadini europei. In Italia, da quasi un anno, il tasso d’interesse dei mutui in banca ha intrapreso la strada di una risalita piuttosto forte. Un’ascesa indesiderata per i cittadini alle prese con l’acquisto dei beni, e delle case in particolare, che ha portato le rate mensili dei prestiti contratti con gli istituti bancari a crescere di oltre il 60%, in alcuni casi.

L’inflazione colpisce di più i poveri

Il motivo è che appunto la Banca centrale europea ha da tempo scelto di alzare il livello dei tassi d’interesse – e quindi il costo del denaro, come si dice, per chi lo deve ‘acquistare’ a prestito – come non faceva da più di 10 anni. In particolare, da prima della crisi economica del 2007-2008. Questa leva di politica economica e finanziaria serve limitare l’inflazione, ovvero il rialzo dei prezzi. L’inflazione abbatte il potere d’acquisto dei salari e colpisce soprattutto le famiglie più povere. L’effetto concreto, però, è che si alzano anche i tassi d’interesse – e quindi le rate – per i mutui in banca, vecchi e nuovi. Così, moltissime famiglie si trovano a dover pagare molto più che in passato.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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