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Titanic, il sommergibile disperso ha ossigeno per poche ore

I 5 turisti del relitto in fondo agli abissi, nell'Oceano Atlantico, hanno speso 250mila dollari per il biglietto. Fra essi un amico di Re Carlo III d'Inghilterra

Proseguono in una lotta contro il tempo, nell’Oceano Atlantico, le ricerche del mini-sommergibile turistico di 7 metri con 5 persone a bordo del quale si sono perse le tracce mentre effettuava una visita al relitto del Titanic. Un grande dispiegamento di forze della Guardia Costiera degli Stati Uniti e delle forze armate canadesi è al lavoro.

Tanto che sui social media c’è chi fa notare con amaro sarcasmo come per i milionari a bordo del sommergibile non si sia esitato a muovere una nutrita flotta di soccorritori. Mentre il 14 giugno, per il peschereccio inabissatosi in fondo al mare del Peloponneso, in Grecia – 600 morti – non si sia mosso nessuno.

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Il mini-sommergibile turistico Titan con 4 dei 5 membri della spedizione. Foto

Rischio morte incluso nel prezzo

Le 5 persone a bordo del sommergibile hanno pagato ciascuna una cifra di circa 250mila dollari per esplorare il Titanic in fondo agli abissi tramite un viaggio con partenza dalle coste del Canada di 8 giorni e 7 notti. Le riserve di ossigeno assicurano un’autonomia compresa tra le 70 e le 96 ore. Il Titan era partito 4 giorni fa, il 16 giugno, da St. John’s, capitale dell’isola di Terranova (Canada) diretto al luogo dell’affondamento del Titanic, a quasi 4 chilometri di profondità. I 5 passeggeri avevano firmato un ‘contratto di responsabilità’ prima di partire, compresa una sorta di ‘liberatoria’ in cui si esplicitava la possibilità di morire durante il viaggio.

Sommergibile, i soccorsi

Gli Stati Uniti hanno inviato un sottomarino per partecipare alle operazioni di salvataggio nell’area, situata a circa 380 miglia nautiche (700 chilometri) a sud di St. John’s. Le autorità canadesi hanno inviato la nave della Guardia Costiera Kopit Hopson 1752. E un aereo da pattugliamento marittimo Lockheed CP-140 Aurora. “È una sfida condurre una ricerca in un’area così remota, ma stiamo dispiegando tutte le risorse disponibili” ha dichiarato il contrammiraglio della Guardia Costiera statunitense John Mauger, che coordina l’operazione.

OceanGate Expeditions, proprietaria del sommergibile Titan, afferma che sta facendo “ogni passo possibile” per riportare in salvo i 5 membri della spedizione e ringrazia per l’aiuto ricevuto nelle ricerche. La situazione, però, è disperata. Secondo il ministero della Difesa britannico i sottomarini della NATO – anche uno di questi è all’opera – non sono in grado di raggiungere il relitto nell’Oceano. Perché “le profondità marine superano di gran lunga” quelle in cui si può operare in sicurezza. Un sommergibile NATO può operare a 610 metri di profondità, mentre un veicolo telecomandato può raggiungere una profondità di 1 chilometro. Il relitto del Titanic si trova a 3.800 metri.

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Il relitto del Titanic, il transatlantico più famoso del mondo, affondato tra il 14 ed 15 aprile del 1912. Foto Ansa

Chi sono gli esploratori milionari

Fra i passeggeri del mini-sommergibile Titan c’è miliardario britannico Hamish Harding, rinomato a livello mondiale per le sue imprese di esploratore. Lo scorso anno era volato nello Spazio a bordo del quinto volo commerciale di Blue Origin, la società di Jeff Bezos. C’è ancora molto riserbo sull’identità degli altri passeggeri scomparsi, ma si parla anche del pilota francese Paul-Henry Nargeolet, 76 anni, forse uno dei maggiori esperti al mondo del Titanic. Non manca Stockton Rush, il numero uno di OceanGate Expedistions, l’azienda proprietaria del sommergibile.

Dal 2010 l’inizio del suo sogno: voleva andare nello spazio ma non poteva per problemi alla vista. Perciò scelse di aprire le porte del turismo di profondità per permettere a persone facoltose di essere “uno dei pochi a vedere con i tuoi occhi il Titanic“. Fra i dispersi ci sarebbero anche due tra gli uomini più ricchi del Pakistan: Shahzada Dawood e il figlio Suleman, di 19 anni. Dawood, 48 anni, detto il re dei fertilizzanti, è il vicepresidente della multinazionale Engro. Ma è anche membro del Cda del Prince’s Trust, ente di charity fondato da Re Carlo III d’Inghilterra nel 1976.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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