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Disgelo Cina-Usa? Xi riceve Blinken, possibile un vertice con Biden

Le due superpotenze nucleari mondiali sanno che non possono entrare in guerra, pena il gettare se stesse e il mondo verso il disastro

Nell’ambito di un incontro confermato solo all’ultimo momento, il presidente della Cina, Xi Jinping, ha ricevuto il segretario di Stato americano, Antony Blinken, a Pechino lunedì 19 giugno. L’incontro è avvenuto nel secondo e ultimo giorno della visita di Blinken in Cina. È la prima volta che un segretario di Stato Usa incontra il leader cinese dal 2018. 

Si tratta di un fatto rilevante dal punto di vista diplomatico perché fra Pechino e Washington la tensione è talmente forte – soprattutto attorno alla questione di Taiwan ma non solo – che non si può escludere un conflitto militare. Sul piano della politica internazionale sarebbe una tragedia di una gravità superiore alla guerra che la Russia ha scatenato in Ucraina perché riguarderebbe uno scontro frontale fra le due superpotenze nucleari più grandi del mondo.

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Il presidente cinese Xi Jinping col segretario di Stato americano Antony Blinken. Foto Ansa/Epa/Xinhua Li Xueren

Cina, “terreno comune” con gli Usa

Ecco perché l’odierno vertice, non scontato, fra Xi e Blinken potrebbe contribuire a facilitare un vertice fra il presidente della Cina e quello degli Stati Uniti, Joe Biden, nel corso di quest’anno. Xi ha detto a Blinken di essere fiducioso che la sua visita dia un “contributo positivo” al miglioramento dei legami tra Pechino e Washington.

Le interazioni tra Stati dovrebbero sempre essere basate sul rispetto reciproco e sulla sincerità” ha detto il capo assoluto della Cina. “Spero che il segretario Blinken, attraverso questa visita, possa dare un contributo positivo alla stabilizzazione delle relazioni tra Cina e Stati Uniti.” Cina e Stati Uniti hanno fatto progressi durante la visita, secondo Xi, che ha evocato un “terreno comune” con Washington. “Le due parti hanno fatto progressi e raggiunto un terreno comune su alcuni punti specifici“, ha detto Xi Jinping, descrivendo i progressi come “una buona cosa.” Da parte sua l’uomo di Biden inviato a Pechino ha dichiarato che “la Cina ha promesso di non fornire armi alla Russia.”

Cina e Usa posso fermare la guerra

Blinken ha spiegato che Pechino ha ribadito “ripetutamente” nelle ultime settimane il suo impegno. Non solo agli Stati Uniti ma anche ad altri paesi, riferisce la Bbc. “Si tratta di un impegno importante, di una politica importante, e al momento non abbiamo visto nulla che lo contraddica” ha sottolineato Blinken. Gli Stati Uniti, ha precisato, restano tuttavia preoccupati per “le società private cinesi che potrebbero fornire assistenza. In alcuni casi chiaramente diretta a rafforzare la capacità militare della Russia in Ucraina.” Una cosa appare sempre più chiara. Se Cina e Stati Uniti dovessero cambiare prospettiva passando da una strategia conflittuale a un disgelo delle proprie relazioni la guerra in Ucraina avrebbe i giorni contati. E potrebbe volgere al termine rapidamente.

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Le delegazioni cinese a americana al tavolo dell’incontro a Pechino il 19 giugno. Foto Ansa/Epa Xinhua Wang Ye

Taiwan, la questione più spinosa

Ma per giungere a questo occorre un cambio di passo sulla questione di Taiwan, la più spinosa di tutte. Non a caso, prima di incontrare Xi Jinping, il segretario di Stato Usa ha avuto un colloquio a porte chiuse con il responsabile degli Esteri del Partito Comunista Cinese, Wang Yi. Durante questa riunione Wang Yi ha detto che la Cina non farà “alcun compromesso” su Taiwan, secondo quanto riportato dai media statali cinesi.

Gli Stati Uniti – ha aggiunto – devono aderire veramente al principio dell’Unica Cina confermato nei tre comunicati congiunti USA-Cina. Rispettare la sovranità e l’integrità territoriale della Cina e opporsi chiaramente all’indipendenza di Taiwan.” La strada è in salita per gli americani, ma in fondo è ciò che già sanno e che si aspettano. Non è detto i toni di Pechino siano gli stessi nel corso di un futuro, ipotetico, incontro fra Xi Jinping e Joe Biden. Del resto, ha detto Blinken, “gli Stati Uniti non sostengono l’indipendenza di Taiwan.” Tuttavia sono “preoccupati per le azioni provocatorie” della Cina nello stretto, sebbene Washington formalmente supporti la politica dell’unica Cina.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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