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Ecatombe in Grecia, il naufragio dei migranti a sud del Peloponneso

Le vittime accertate sono alcune decine ma potrebbero essere centinaia. Si sapeva da ore dell'imbarcazione che però avrebbe "rifiutato assistenza"

Sono forse centinaia i morti, fra cui donne e bambini, vittime di un naufragio di fronte alle coste della Grecia mentre erano a bordo di un peschereccio il 14 giugno. Il naufragio è avvenuto in acque internazionali, a 47 miglia nautiche da Pylos, a sud del Peloponneso. Almeno 104 i salvati dai soccorritori.

Il peschereccio che ha fatto naufragio era lungo 30 metri e almeno 400 persone si trovavano a bordo. Forse erano oltre 700. Salpato da Tobruch, in Libia, era diretto in Italia. “Secondo le dichiarazioni delle persone che si trovavano a bordo, il numero dei passeggeri era di 750: temiamo che purtroppo il numero dei morti salirà di molto” ha dichiarato il 14 giugno il governatore della regione del Peloponneso, Panagiotis Nikas, al giornale Kathimerini.

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Soccorsi ai naufraghi in Grecia. Foto Twitter @ABoatReport

Nikas ha poi spiegato che il Peloponneso ha già avviato il “noleggio di camion appositi per la corretta gestione dei corpi” visto che l’ospedale di Kalamata non è attrezzato per fronteggiare l’emergenza dovuta al naufragio. Il governatore ha inoltre aggiunto che nella città di Kalamata è stata allestita un’area di accoglienza per i sopravvissuti, per rispondere al fabbisogno di coperte, vestiti e cibo. Finora sono stati salvati almeno 104 migranti, mentre il bilancio provvisorio è di alcune decine di vittime. Bilancio che sembra purtroppo destinato a salire inesorabilmente.

Naufragio, la versione greca

Il peschereccio è stato avvistato a mezzogiorno del 13 giugno da un veicolo aereo di Frontex e successivamente da due motovedette, senza richiedere assistenza” si legge in un comunicato della Guardia costiera greca. Nella nota si afferma che un elicottero e delle imbarcazioni si sono recate sul luogo di navigazione del peschereccio, ma i “migranti hanno rifiutato qualsiasi assistenza e hanno dichiarato di voler proseguire il viaggio verso l’Italia“. La nota assume poi aspetti autoassolutori rispetto al naufragio, laddove si sottolinea che “le continue telefonate della sala operativa della Guardia costiera greca al peschereccio per fornire assistenza hanno ricevuto risposta negativa“.

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La mappa della Grecia e del punto in cui è avvenuto il naufragio del peschereccio con centinaia di migranti a bordo, il 14 giugno 2023. Foto Twitter @ABoatReport

L’ONU: “Canali sicuri per i migranti

Una versione dei fatti che lascia dubbi, alla luce della cattiva reputazione internazionale che la Grecia si è purtroppo fatta, in alcune circostanze, circa le operazioni di salvaguardia dei diritti dei migranti profughi. Per l’Oim (Organizzazione internazionale delle migrazioni), agenzia collegata alle Nazioni Unite, quella dell’Egeo è una tragedia che “rafforza l’urgenza di un’azione concreta e globale da parte degli Stati per salvare vite umane in mare. E per ridurre i viaggi pericolosi ampliando percorsi sicuri e regolari verso la migrazione.”

L’Europa di fronte al naufragio

Sono profondamente addolorata per la notizia del naufragio al largo delle coste greche e per i tanti morti segnalati” ha scritto la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, dopo il naufragio dei migranti in Grecia. Il capo dell’esecutivo dell’Union si è detta “molto preoccupata per il numero di persone scomparse.” “Dobbiamo continuare a lavorare insieme, con gli Stati membri e i Paesi terzi, per prevenire queste tragedie” ha concluso. Anche il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, è intervenuto sulla vicenda. “Un altro orribile naufragio nel Mediterraneo, questa volta vicino alla Grecia – ha scritto su Twitter – ha causato la morte di decine di persone. Ogni persona che cerca una vita migliore merita sicurezza e dignità.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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