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Tortura sui fermati, poliziotti arrestati. E in Italia cresce l’emergenza carceri

Nei guai un ispettore e 4 agenti a Verona. In un caso avrebbero costretto una persona a urinare per poi 'usarla' come "straccio per pulire il pavimento"

Cinque poliziotti sono finiti in manette il 6 giugno a Verona con l’accusa di tortura, lesioni aggravate, peculato, rifiuto e omissione di atti di ufficio e falso ideologico in atto pubblico. Un ispettore e 4 agenti sono ai domiciliari.

Secondo le accuse, gli agenti avrebbero in diverse occasioni picchiato persone fermate per strada nel corso di controlli, per poi truccare i verbali in modo tale da allontanare responsabilità e sospetti. Non si tratta di un caso isolato passibile di tortura. Oltre ai 5 arrestati ci sono una decina di poliziotti indagati. Ma non basta. Nelle scorse settimane si è verificato il trasferimento di una ventina di agenti per rilievi di natura penale e disciplinare.

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Crescono i casi in cui agenti di polizia, ma anche della penitenziaria e carabinieri, vengono accusati di tortura. Foto Rainews.it

Perché le accuse di tortura

In uno dei casi di violenza che hanno portato agli arresti, due poliziotti sono accusati non solo di aver picchiato una persona sottoposta a fermo di identificazione, ma anche di averla costretta a urinare nella stanza. Lo scrive il gip di Verona nell’ordinanza nei confronti degli indagati sottolineando che gli stessi hanno poi spinto il fermato in un angolo facendolo cadere a terra e usandolocome uno straccio per pulire il pavimento.”

È innegabile che tutti gli indagati, con le condotte descritte abbiano tradito la propria funzione, comprimendo i diritti e le libertà di soggetti sottoposti alla loro autorità offendendone la stessa dignità di persone” ha scritto il gip di Verona, Livia Magri, nell’ordinanza di custodia cautelare per il reato di tortura. In questo modo “creando essi stessi disordine e compromettendo la pubblica sicurezza, commettendo reati piuttosto che prevenirli. In ciò evidentemente profittando della qualifica ricoperta, anche compiendo falsi ideologici in atti pubblici con preoccupante disinvoltura.

Il commento del capo della Polizia

La vicenda è apparsa talmente grave da aver destato l’attenzione del nuovo capo della polizia, Vittorio Pisani. Il quale ha commentato quanto accaduto: “Affrontiamo questo caso con dignità e compostezza.” E ancora: “Ringrazio la procura della Repubblica di Verona per la fiducia accordata alla Polizia di Stato nel delegare alla locale Squadra Mobile le indagini riguardanti gli operatori appartenenti alla stessa questura. La levatura morale della nostra amministrazione ci consente di affrontare questo momento con la dignità e la compostezza di sempre.”

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Agenti della polizia locale di Milano picchiano per strada una donna trans che poi li ha denunciati. Foto Twitter @Dario_Accolla

Tortura, il caso della donna trans a Milano

Una vicenda dello scorso 24 maggio riguarda invece una donna transgender di origini brasiliane assurta alle cronache per due video girati da passanti in cui si vedono 4 agenti della Polizia Locale di Milano che l’accerchiano e la picchiano brutalmente per strada. I poliziotti la colpiscono con calci, manganellate e spray al peperoncino. La donna ha sporto denuncia per lesioni personali aggravate dall’abuso della funzione pubblica, dall’aggravante della discriminazione etnica, razziale e religiosa, oltre che per tortura e minacce.

Nelle scorse settimane, ricorda il quotidiano Domani, Fratelli d’Italia ha presentato alla Camera una proposta di legge per abrogare il reato di tortura.

Lo stato delle carceri italiane

A fronte di tutto questo, 2 mesi prima, lo scorso 24 marzo, il Cpt – il Comitato europeo per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti – ha reso noto il suo rapporto sull’Italia. Un documento che si basa sulla visita condotta nel 2022 in alcune carceri del nostro Paese. E in conseguenza del quale il Cpt, organo del Consiglio d’Europa, torna a domandare l’abolizione dell’isolamento diurno e il riesame del regime di 41-bis.

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ll neo capo della Polizia Vittorio Pisani. Foto Ansa/Ciro Fusco

Non c’è infatti soltanto il gravissimo problema della tortura che uomini in divisa a volte infliggono ai detenuti o ai fermati – tristemente celebre la vicenda del penitenziario di Santa Maria Capua Vetere così come quella della caserma Levante dei Carabinieri a Piacenza – ma anche quello delle violenze fra i carcerati. In Italia, secondo il rapporto, esistono aggressioni e intimidazioni fra i detenuti, in particolare nel carcere Lorusso e Cutugno a Torino e quello di Regina Coeli a Roma. E c’è un grave sovraffollamento in tutti gli istituti di pena del nostro Paese. Un sovraffollamento che arriva al 152% della capienza nella prigione di Monza.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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