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Mattarella in Francia: “Rapporti di solida amicizia”, e inaugura una mostra su Napoli al Louvre

Le collezioni del Museo di Capodimonte nella capitale transalpina offrono l'occasione al Presidente di rafforzare il Trattato del Quirinale di due anni fa

Sergio Mattarella vola a Parigi a suggellare una ‘pax’ siglata nelle scorse settimane tra i governi di Italia e Francia. E alza lo sguardo oltre le schermaglie tra due paesi che hanno una amicizia storica. “Abbiamo rapporti secolari che guardano al futuro” e che si devono alimentare costantemente: questo il messaggio del presidente della Repubblica.

L’orizzonte infatti è quello dell’Unione europea, di cui Roma e Parigi sono paesi fondatori. Ma a tratti lo spirito di Schumann e De Gaulle sembra affievolito. “Nei nostri giorni abbiamo molto faticato per concordare soltanto un modesto tetto al prezzo del gas” lamenta Mattarella.

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Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Parigi. Foto Ansa/Quirinale Francesco Ammendola

Mattarella e i rapporti con la Francia

Fra un anno esatto ci saranno le elezioni europee e in ballo c’è molto di più del destino dei singoli paesi e delle singole famiglie politiche. Sarà, ha detto pochi giorni fa Mattarella, “una straordinaria occasione di democrazia per i cittadini dei 27 Stati membri della Ue.” Un banco di prova davanti a sfide che ormai coinvolgono gli stessi valori di libertà, democrazia, convivenza civile.

Non a caso i paesi fondatori rinsaldano i loro rapporti: Mattarella è a Parigi per vedere Macron, mentre si prepara la visita di Giorgia Meloni. Come è noto, tra la premier italiana e il presidente francese non corre buon sangue. Fin dalle settimane successive alla nomina del nuovo Governo a Palazzo Chigi sono scoppiate tensioni, fin quasi al livello di grave incidente diplomatico, tra la Francia e l’Italia sulla questione dei migranti. Soltanto di recente, nei giorni dell’alluvione in Emilia Romagna, mentre era in corso il G7 in Giappone, c’è stato un riavvicinamento fra le parti.

Le elezioni in Spagna e in Polonia

Inoltre, la tela diplomatica che il Presidente Mattarella sta tessendo incrocia non a caso la prossima visita a Roma del cancelliere tedesco Olaf Scholz: giovedì 8 giugno. Tornando al ‘fronte’ francese, i temi sul tavolo di questa girandola di incontri sono diversi. Dall’accordo sui migranti, che vedrebbe Parigi sostenere Roma, agli aiuti alla Tunisia, dove Giorgia Meloni si è recata in queste ore. E dalla futura pace in Ucraina all’allargamento dell’Unione europea ai paesi balcanici che da tempo aspettano di entrare a farne parte.

Poi certo, ci sono i nuovi possibili equilibri a Bruxelles. Molto dipenderà dalle elezioni di quest’anno: in Spagna a luglio e in Polonia a novembre. Ma per Mattarella la bussola da non smarrire è il “un nucleo di valori condivisi: democrazia, tolleranza, solidarietà.” Italia e Francia, in questo, sono nazioni pilota. Non a caso hanno firmato due anni fa il Trattato del Quirinale le cui norme “guardano al futuro ma hanno radici antiche.” I rapporti tra Roma e Parigi sono ora meno tesi, tutto sommato, grazie al colloquio tra Giorgia Meloni ed Emmanuel Macron ad Hiroshima e grazie ai colloqui tra i ministri degli Esteri Antonio Tajani e Catherine Colonna.

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L'”Antea” del Parmigianino: una delle maggiori opere in mostra al Louvre fino a gennaio 2024 per l’esposizione ‘Naples à Paris’. Foto Louvre.fr

Mattarella alla mostra su ‘Napoli a Parigi’

Ora il capo dello Stato, spiegano al Quirinale, suggella i rapporti ritrovati, ma la cornice resta quella di una “amicizia solida“. Charles De Gaulle, due giorni dopo la caduta del fascismo, “parlo’ di ‘stretta vicinanza’ e di ‘interdipendenza tra due grandi popoli latini’. I rapporti tra Italia e Francia sono difatti secolari. Sarà vostro compito continuare ad alimentarli” spiega Mattarella ai 50 giovani diplomatici, 25 italiani e 25 francesi, che grazie al Trattato del Quirinale stanno seguendo un percorso formativo comune. Insieme a Macron, infine, il Presidente inaugurerà il 7 giugno, con anche il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, la mostra Naples à Paris, “in cui si mescolano opere dei due paesi” perché la contaminazione è un modello fondamentale.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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