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PNRR, allarme Ue sui ritardi dell’Italia: le rate rischiano di saltare

Roma non ha ancora presentato la sua proposta di modifica del Piano ma se non lo fa entro giugno Bruxelles non erogherà la quarta e la quinta tranche

La cosiddetta messa a terra, cioè l’attuazione, del PNRR, il Piano Nazionale italiano di Ripresa e Resilienza nato per l’emergenza Covid a livello europeo, sta rischiando ogni giorno di più di impantanarsi. E adesso sconta “crescenti rischi di ritardi.

La conferma arriva dalla Commissione europea, che nelle raccomandazioni specifiche per l’Italia pubblicate mercoledì 24 maggio sottolinea come sia necessario “garantire una governance efficace e rafforzare la capacità amministrativa. In particolare a livello subnazionale, per consentire un’attuazione continua, rapida e costante del Piano.

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Il Ministro per gli Affari Europei, la Coesione Territoriale e il PNRR Raffaele Fitto. Foto Ansa/Fabio Frustaci

Le critiche all’attuazione del PNRR

Bruxelles mette inoltre nel mirino l’andamento dei conti pubblici (Italia ma anche Francia e Finlandia non soddisfano il criterio del debito). Così come la delega fiscale che non prevede la riforma del catasto, indispensabile per l’Unione europea. E la scarsa crescita della capacità produttiva da energie rinnovabili mentre “la quota dei combustibili fossili nel mix energetico resta significativa” cioè troppo alta.

Il commissario europeo all’Economia, l’ex premier italiano Paolo Gentiloni, presentando le raccomandazioni ha provato a gettare acqua sul fuoco. E ha detto che “stiamo ultimando la nostra valutazione sulla terza rata ma questo non significa che il PNRR dell’Italia sia in ritardo.” Quindi tutto bene? No. Perché Roma come è noto non ha ancora presentato l’attesa proposta di modifica del Piano. Dovrebbe farlo “entro fine giugno, se non vuole che le rate dei pagamenti previsti quest’anno slittino“, ha avvertito Gentiloni.

Le rate del PNRR

La realtà ci dice che l’Italia, secondo i piani fin qui concordati, dovrebbe richiedere una quarta erogazione nel mese di giugno e una quinta nel mese di dicembre”, ha ricordato il commissario. “È chiaro che per mantenere questo ritmo bisogna che la discussione sulle più che legittime richieste di modifica avvenga il prima possibile. Perché è difficile farla dopo giugno, se si vuole mantenere il ritmo delle erogazioni fin qui stabilite.” Ovviamente “sono decisioni che prenderà il Governo italiano” ma “è un problema sostanziale, per una sfida importantissima a cui la Commissione tiene molto.

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Il vicepresidente esecutivo della Commissione europea Valdis Dombrovskis (a sinistra) e il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni. Foto Ansa/Epa Olivier Hoslet

Finora 42 miliardi

L’attuazione del PNRR dell’Italia è “in corso“, ma “con crescenti rischi di ritardi“, sottolinea la Commissione. Finora il nostro Paese ha ricevuto 42 miliardi di euro per le prime due rate, mentre la terza richiesta è tuttora oggetto di valutazione. Il Piano ha “natura temporanea” e scade nel 2026, quindi l’Italia dovrebbe “rafforzare la capacità amministrativa, in particolare a livello subnazionale.” Resta “cruciale identificare potenziali ritardi” e problemi di attuazione in tempo, in modo da poterli “affrontare in tempo utile.

La Commissione Ue spinge in particolare sulla riforma del fisco, che dovrebbe affrontare “fragilità di lunga data” abbassando il carico sul lavoro. Inoltre “importante” affrontare alcune “sfide” per l’Italia che “non sono incluse” negli attuali progetti di riforma. “In particolare gli estimi catastali che sono largamente superati e che servono come base per calcolare le imposte sugli immobili.

PNRR e transizione ecologica

La Commissione europea raccomanda inoltre all’Italia di “ridurre la dipendenza dai combustibili fossili. Snellire le procedure autorizzative per accelerare la produzione di energia rinnovabile aggiuntiva e sviluppare le interconnessioni elettriche per assorbirla.” Nell’ambito del PNRR l’esecutivo Ue chiede di “aumentare la capacità di trasporto interno del gas per diversificare le importazioni di energia e rafforzare la sicurezza dell’approvvigionamento“.

La Ue raccomanda infine all’Italia di “promuovere la mobilità sostenibile, anche eliminando le sovvenzioni dannose per l’ambiente e accelerando l’installazione delle stazioni di ricarica.” Su tutto questo grava l’incognita di cosa voglia fare davvero il Governo Meloni, dopo che forze di maggioranza hanno espresso seri dubbi sulla capacità dell’Italia di attuare fino in fondo il PNRR.  Tanto che si prefigura la possibilità di rinunciare a parte dei finanziamenti europei, malgrado che la premier Meloni abbia rassicurato che l’Italia vede il PNRR come “un’opportunità” e “non un problema“.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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