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L’Italia come la vede il Governatore: “Riforme attese da tempo, il PNRR è cruciale”

Ignazio Visco afferma la necessità di non retrocedere dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza

Il Governatore della Banca d’Italia ha svolto il 31 maggio la Considerazioni Finali della Relazione Annuale dell’Istituto che, come sempre, costituiscono un momento di riflessione sulle condizioni economiche e sociali dell’Italia. Anche se sul PNRR “miglioramenti sono possibili“, tuttavia “non c’è tempo da perdere” ha affermato Ignazio Visco.

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienzarappresenta un raro, e nel complesso valido, tentativo di definire una visione strategica per il paese“. È quindi “cruciale dare attuazione all’ambizioso programma di riforme, da troppo tempo attese, in esso contenuto” secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa Ansa. Secondo Visco per eventuali modifiche “un confronto continuo con la Commissione è assolutamente necessario nonché utile e costruttivo“.

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Ignazio Visco, Governatore della Banca d’Italia. Foto Twitter @classcnbc

Per il 2023 le previsioni oggi disponibili convergono su un aumento del Pil all’1%“. Il governatore di Bankitalia ha inoltre precisato che “nell’affrontare le conseguenze della guerra in Ucraina, così come nell’uscita dalla pandemia, l’economia italiana ha mostra una confortante capacità di reazione“. Per Visco si tratta di “segnali incoraggianti da rafforzare, superando quei ritardi che ancora impediscono alla nostra economia di dispiegare appieno le proprie potenzialità“.

Il Governatore e l’inflazione

Il ritorno dell’inflazione su livelli in linea con l’obiettivo sarà più rapido e meno costoso se tutti – imprese, lavoratori e governi – contribuiranno a questo fine. E rafforzeranno l’efficacia dell’indispensabile ancorché equilibrata normalizzazione monetaria“. Per la politica monetaria, secondo il Governatore Visco “l’orientamento deve continuare a essere definito in modo da garantire un rientro progressivo, ma non lento dell’inflazione verso l’obiettivo“. È quindi importante “tenere la barra dritta della risposta monetaria. Ma con la gradualità necessaria per l’incertezza ancora non dissipata.”

Lavoro, giovani, precariato

In molti casi il lavoro a termine si associa a condizioni di precarietà molto prolungate” ha quindi affermato il Governatore riferendosi in particolare ai giovani. “La quota di giovani che dopo 5 anni si trova in condizioni di impiego a tempo determinato resta prossima al 20%“. È il dato riportato da Ignazio Visco che ha aggiunto “troppi, non solo tra i giovani non hanno un’occupazione regolare. Oppure, malgrado l’abbiano, non si vedono riconosciute condizioni contrattuali adeguate“. Visco segnala anche una crescita, ora a una quota del 30%, dei lavoratori con retribuzioni annue particolarmente basse, sotto il 60% della media di 11.600 euro l’anno.

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Un momento dell’assemblea della Banca d’Italia a Palazzo Koch a Roma. Foto Twitter @UfficioStampaBI

Pandemia e guerra in Ucraina

Il Governatore è quindi intervenuto sul tema della pandemia di Covid e delle sue conseguenze. “La pandemia ha colpito il Paese quando esso non aveva ancora pienamente recuperato i danni inferti da una duplice crisi” ha detto. “Quando ancora l’introduzione lenta e frammentata delle necessarie riforme stentava a sciogliere i nodi che frenano il nostro sviluppo. Ma l’Italia ha superato questa terza gravissima crisi, così come lo shock energetico seguito all’aggressione russa dell’Ucraina, meglio di quanto ci attendevamo“.

Il Governatore sul Mes

Visco è infine intervenuto sul Mes, il Meccanismo europeo di stabilità, anche detto fondo salva Stati, a cui l’Italia finora a rinunciato ad accedere, al contrario dei partner europei. “Non si può non sottolineare infine la necessità di portare a compimento l’unione bancaria, attraverso una revisione dell’attuale disciplina di gestione delle crisi nonché l’istituzione di uno schema unico di garanzia dei depositi“. “I recenti fenomeni di instabilità osservati al di fuori dell’Unione europea mostrano chiaramente l’importanza di raggiungere questi obiettivi“. “Non appena sarà pienamente operativa la sua riforma – ha aggiunto – il Mes potrà svolgere un ruolo importante fornendo una rete di sicurezza finanziaria al fondo di risoluzione unico“.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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