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Venezia, il giallo della chiazza verde nel Canal Grande [FOTO, VIDEO]

Sotto Rialto l'acqua si è improvvisamente 'colorata'. Gli ambientalisti di 'Ultima generazione' avvertono: "Questa volta non c'entriamo nulla"

Una chiazza di liquido verde fosforescente è apparsa sul Canal Grande di Venezia il 28 maggio, all’altezza del Ponte di Rialto. A segnalarla sono stati alcuni cittadini, che hanno avvisato la Polizia locale. Per la modalità dell’evento, il fatto ricalca le dimostrazioni avvenute in altre città da parte di militanti ambientalisti. Ma a differenza di quelle non risulta alcuna rivendicazione.

Anzi Ultima generazione smentisce di essere all’origine del fatto. Venezia è presa d’assalto dai turisti, come ogni fine settimana. Domenica 28 maggio, inoltre, si svolge in città la Vogalonga: regata non competitiva che percorre anche il Canale Grande.

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Foto Twitter @vigilidelfuoco

Venezia, analisi sull’anomalia

Il Prefetto di Venezia, Michele di Bari, si è subito attivato e ha convocato una riunione urgente di coordinamento tra le varie forze di polizia della città. Scopo della riunione è stato quello di capire l’origine del fenomeno e studiare le azioni da intraprendere. I vigili del fuoco hanno prelevato alcuni campioni d’acqua nel punto del Canal Grande dove è comparsa la chiazza verde fluorescente.

Oltre ai pompieri, coordinati dal dirigente Alessandro Scarpa, responsabile della sezione centro storico, sul posto si sono recati anche i tecnici dell’Agenzia regionale per l’ambiente (Arpav). Si sono poi limitati a comunicare che è stata riscontrata una “colorazione verde anomala” e che sono sul posto per le verifiche insieme anche alla Polizia locale.

Composto per ispezioni idriche?

In attesa di fonti ufficiali arrivano le prime indiscrezioni via social. Secondo alcuni a provocare la chiazza verde a Venezia sarebbe stato lo sversamento di una sostanza contenente fluoresceina sodica. Ovvero un composto organico colorante utilizzato per ispezioni idriche, fognarie ma anche in medicina. Si tratterebbe comunque di una sostanza non tossica.

Gli ambientalisti: “Non è colpa nostra

Gli ambientalisti di Ultima generazione, intanto, fanno sapere di essere estranei a quanto accaduto a Venezia. Tramite il loro ufficio stampa i giovani che hanno imbrattato il Senato di fango, come gli alluvionati dell’Emilia Romagna, e riempito, tra le ultime cose, di liquido nero la Fontana di Trevi a Roma, hanno ribadito di non avere nulla a che fare con quanto accaduto.

Venezia, quella volta che Uriburu…

L’evento, alquanto singolare, riporta alla memoria una storica performance dell’artista argentino Nicolas Garcia Uriburu. A Venezia, nel 1968, in occasione della Biennale d’arte, Uriburu colorò di verde le acque del canale utilizzando un pigmento che rendeva fosforescenti i microrganismi presenti nell’acqua. Un’operazione spettacolare che invitava a prendersi cura dell’ambiente, usando un colore, il verde appunto, simbolo dell’ecologia universale.

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Nel 1968 l’artista argentino Nicolas Garcia Uriburu ‘colorò’ di verde le acque del Canal Grande. Foto Ansa/Wikipedia UtopiadelSur

Nel corso della sua attività Uriburu, morto nel 2016, ha eseguito in seguito altre performance simili, nel 1989 colorando in verde l’acqua di una delle fontane che circondano la piramide del Grand Louvre e l’acqua della fontana del Trocadero, a Parigi, il Rio de la Plata, il Riachuelo di Buenos Aires. Nei prossimi giorni, inoltre, fra il 31 maggio e il 4 giugno, si volgerà la quarta edizione del Salone Nautico di Venezia. Sarà anche palcoscenico di molte attività ludico-sportive ed esibizioni per grandi e piccoli, in cui si potrà scoprire il mare e la secolare arte navale della Serenissima. Se la chiazza verde fluorescente dovesse alla fine dimostrarsi una performance o un atto di ‘ribellione” da parte di qualcuno non si può escludere che possa ancora capitare.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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