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Emilia Romagna, arriva Meloni. Si teme per Ravenna: argine per difenderla dall’alluvione

La premier anticipa il rientro dal Giappone. Un elicottero di tecnici è precipitato: 4 feriti, due sono gravi

Fine settimana di dolore per l’Emilia Romagna dove le alluvioni e le piogge incessanti continuano a tenere vaste aree di territorio sott’acqua a 6 giorni dal disastro. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è rientrata anticipatamente dal G7 in Giappone, e domenica 21 maggio è arrivata nelle zone alluvionate.

Fra i problemi maggiori c’è adesso quello delle frane che stanno mettendo in ginocchio l’Appennino sul versante romagnolo ma anche toscano. Sale intanto a più di 36.600 il numero degli sfollati, la maggior parte nel Ravennate.

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Uno stabile sommerso dall’acqua a Ravenna. Foto Twitter @NiccoloZancan

Romagna, ora si teme per Ravenna

Ravenna – città patrimonio dell’umanità Unesco – è il secondo comune più esteso d’Italia dopo Roma, sottolinea il Corriere della Sera. Già adesso il 16% del territorio comunale è stato evacuato e si contano almeno 27mila persone che hanno dovuto abbandonare le proprie abitazioni. Complessivamente sono oltre 36mila i cittadini emiliano romagnoli che hanno dovuto trovare rifugio presso parenti, amici, o tendopoli in corso di allestimento anche nelle palestre e nei palazzetti dello sport di varie città.

Venerdì 19 maggio 17 camion hanno scaricato tonnellate di terra per realizzare un argine artificiale a protezione di Ravenna. Per salvare una delle più belle città italiane dall’ondata di piena e di fango che potrebbe abbattersi presto contro di essa, i tecnici sono al lavoro senza soste.

L’obiettivo è quello fare in fretta e furia ciò che forse si sarebbe potuto fare prima. Ovvero  invertire il corso del Canale emiliano-romagnolo: il più lungo corso d’acqua artificiale italiano. Si tratta di un canale che comincia a Bondeno (Ferrara) e raggiunge Rimini attraversando e servendo una superficie di 336.000 ettari di terreni. L’obiettivo di ingegneri e operai è adesso di portare l’acqua verso il mare, tramite il Po, allontanandola dal Savio: uno dei numerosi altri fiumi esondati e costantemente e rischio piena in queste settimane di maltempo.

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L’elicottero precipitato a Belricetto (Ravenna). Foto Twitter @vigilidelfuoco

Precipita un elicottero

Fra le tante cattive notizie che giungono dall’Emilia Romagna si aggiunge anche quella di un elicottero di un’azienda privata precipitato a Belricetto di Lugo, nel Ravennate. L’equipaggio stava controllando le linee elettriche per l’Enel, fuori uso in vaste zone. Il velivolo è precipitato il 20 maggio: sono 4 i feriti, di cui due in gravi condizioni. La magistratura ha aperto due inchieste. Una – come riportato dai due quotidiani locali – l’ha avviata l’Enac, l’ente nazionale per l’aviazione civile. E l’altra è stata aperta dal pm di turno, Angela Scorza, che ha disposto il sequestro del relitto. Due le ipotesi di reato al vaglio: lesioni colpose e disastro aviatorio, in prima battuta contro ignoti.

Un “bombardamento” di frane

Il presidente regionale dell’Ordine dei Geologi, Paride Antolini, parla intanto all’Ansa di una “situazione disperata” in un vasto territorio sulle colline in Emilia Romagna. Dal Bolognese al Cesenate fino quasi al Riminese c’è il forte rischio di un “bombardamento di frane” dopo l’alluvione.

Abbiamo sempre avuto un’ottima mappatura delle frane esistenti” dice Antolini. “Ma ora l’aumento di fenomeni di questi giorni ha stravolto la cartografia e registriamo eventi anche in aree non previste.” Ci sono “molte strade completamente sparite e che non saranno neanche riparabili, con un tracciato completamente da rifare“. Inoltre molte case sono isolate e anche gli allevamenti. “L’Appennino, con rocce tenere, ha mostrato tutta la sua fragilità” prosegue il geologo. “Nelle colline del Cesenate la situazione è difficile. Credo che nei comuni più colpiti sarà difficile prevedere spostamenti per tutta questa estate“. Una situazione, prosegue “che nei miei 63 anni mai avrei potuto immaginare di vedere e di vivere. Questo – afferma Antolini – è troppo anche per un geologo. Qui è un disastro“.

 

 

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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