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Emilia-Romagna, l’alluvione come il terremoto. Cordoglio anche dal Giappone

Al G7 le condoglianze del premier Fumio Khisida a Giorgia Meloni

Una quantità di pioggia battente mai vista, l’acqua di 6 mesi in 36 ore, ha determinato l’alluvione di metà maggio che sta sconvolgendo l’Emilia-Romagna, seguita a quella di inizio mese. Sono almeno 9 le vittime e almeno 13mila gli sfollati, decine i paesi e le città coinvolti. L’allerta resta alta fino alla fine del mese. 

Fra la serata del 16 e la mattina del 17 maggio tutti e 21 i corsi d’acqua fra Rimini e Bologna hanno rotto gli argini o sono esondati allagando vaste zone della Romagna. È finita sott’acqua Faenza, una parte di Cesena e di Forlì e molti altri grandi centri abitati. Le previsioni del tempo per le prossime ore non sono buone.

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Foto Twitter @fattoquotidiano

L’alluvione fra Lugo e Faenza

In alcune zone l’alluvione ha devastato tutto in pochi minuti, raggiungendo anche i primi piani delle case. Le persone che hanno perso la vita travolte dalla furia dell’acqua non erano riuscite a mettersi in salvo: sono rimaste intrappolate nei piani bassi delle case o nelle automobili. Una donna di Ronta di Cesena, è stata ritrovata sulla spiaggia di Cesenatico a circa 20 chilometri di distanza dove l’ha trascinata la piena del fiume Savio.

Al mattino del 18 maggio ha cominciato ad allagarsi il centro storico di Lugo, nel Ravennate. L’acqua ha cominciato a risalire dalla parte sud della pianura, lato via Emilia, per le esondazioni del Senio e del Santerno. Lugo si trova a una decina di chilometri in linea d’aria da Imola e Castel Bolognese, che si sta allagando sempre di più. Alcune strade sono già sotto un metro d’acqua e gli allagamenti hanno raggiunto la Rocca estense che sorge nel centro cittadino.

A Faenza si passa dal camminare tra terra e detriti a guadare distese d’acqua. Via Lapi, dove nei giorni scorsi i soccorritori hanno portato in salvo le persone con gommoni e anche a nuoto, è ancora un fiume. Per trovare una situazione di normalità bisogna andare in piazza del Popolo. Ma in molte zone della città manca ancora l’elettricità. Più ci si avvicina al Lamone e più diventa difficile effettuare telefonate col cellulare. “Il torrente oggi fa meno paura – racconta un anziano, secondo quanto riporta il Corriere della Sera – ma io non mi fido. Ci ha fatto male.” A Bologna sono ‘esplosi’ alcuni torrenti tombati dalle costruzioni nel corso dei decenni: inondazione in centro città, negozi e case allagati.

Solidarietà da Tokyo

Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi si è recato sui luoghi del disastro: “Adesso la priorità è salvare vite“. La premier Giorgia Meloni segue la situazione dal Giappone dove si trova per partecipare al vertice del G7. “Benvenuta, sono molto lieto di poterti accogliere nella mia città. Esprimo le mie condoglianze per le vittime del maltempo in Emilia Romagna” le ha detto il primo ministro nipponico Fumio Kishida in apertura dell’incontro bilaterale a Hiroshima.

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L’Emilia-Romagna è in ginocchio. Bonaccini: “Miliardi di euro di danni”. Foto Twitter @giornaleprociv

“L’alluvione come il terremoto”

La portata della devastazione del maltempo è quella di un altro terremoto” ha detto su Rai Tre, il presidente dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, riferendosi al terremoto del 31 maggio 2012, di cui fra pochi giorni cade l’11° anniversario. “Saranno danni quantitativamente minori, ma saranno di qualche miliardo di euro.” ha sottolineato. “Come per il terremoto ricostruiremo tutto: al Governo abbiamo detto che abbiamo bisogno di tante risorse. Ma anche di norme speditive, c’è bisogno di un commissario straordinario, adempimenti per i lavoratori, per prorogare scadenze, mutui, rate, tanti investimenti. Purtroppo abbiamo una grande esperienza in materia. Le istituzioni devono avere l’ossessione di stare vicine alle persone“.

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La foto dei carabinieri che salvano gli alluvionati di Faenza in prima pagina del Financial Times di Londra, con un fondo sui cambiamenti climatici. Foto Twitter @ROBZIK

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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