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Primo Maggio, scontro fra sindacati e Governo su lavoro e inflazione

Dietro la parata del Concertone di piazza San Giovanni si celano fratture sempre più profonde fra le parti sociali e l'esecutivo di destra

Da Palazzo Chigi alle manifestazioni in piazza, l’agenda del Primo Maggio è quest’anno quanto mai intensa. E, soprattutto, promette una giornata ‘calda’, a dispetto delle previsioni meteo.

Un’agenda incentrata su due appuntamenti clou concomitanti. A Palazzo Chigi si è riunito il Consiglio dei ministri per approvare il pacchetto di misure urgenti per l’inclusione sociale e l’accesso al mondo del lavoro e in materia di salute. Sempre al mattino cominceranno le iniziative messe in campo dai sindacati in tutta Italia per celebrare la festa dei lavoratori.

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L’incontro Governo-Sindacati il 30 aprile 2023. Foto Twitter @cgilnazionale

Primo Maggio, la rabbia sindacale

I leader di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri saranno a Potenza: la piazza scelta quest’anno per la tradizionale celebrazione del Primo Maggio. Non dovranno però aspettare le notizie che arrivano da Roma per conoscere i contenuti del decreto legge sul lavoro del Governo Meloni. Le carte, infatti, sono state scoperte nell’incontro di domenica 30 aprile a Palazzo Chigi dal quale i sindacati sono usciti tutt’altro che soddisfatti.

Già sulla convocazione alla vigilia del Primo Maggio hanno posto problemi di metodo oltre che di merito. “Questo non è il metodo per noi accettabile perché, in questo modo, vuol dire non riconoscere ai sindacati che rappresentano le lavoratrici e i lavoratori il ruolo che debbono e possono svolgere in questa situazione“, ha rimarcato Landini all’uscita del vertice. “Siamo sempre pronti al confronto, è la Meloni che non ci riceve, lo ha fatto a novembre e lo fa solo adesso“, la stoccata di Bombardieri.

Il decreto sul lavoro

Nel merito del provvedimento, le valutazioni sono altrettanto severe. Il leader della Uil parla di “piccole cose“, di “misure spot“. A fronte di una “situazione grave con le persone che hanno perso potere d’acquisto per una mensilità“. Allarme che lancia anche Landini, visti i “salari falciati dall’inflazione“. Mentre Sbarra invoca un nuovo ‘accordo Ciampi‘ contro la spirale inflazionistica.

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Manifestazioni e cortei dei lavoratori, a cominciare dai metalmeccanici, in varie zone d’Italia. Foto Ansa/Massim Percossi

Date le premesse, dunque, non si preannuncia un tradizionale Primo Maggio. E, peraltro, la manifestazione, che quest’anno i sindacati hanno voluto dedicare alla Carta Costituzionale in occasione dei 75 anni della sua entrata in vigore, sarà occasione per rilanciare la mobilitazione. Un programma di manifestazioni ed eventi che si articolerà nelle prossime settimane. Cgil, Cisl e Uil hanno indetto, infatti, tre manifestazioni interregionali che si svolgeranno il 6 maggio a Bologna, il 13 maggio a Milano e il 20 maggio a Napoli.

Il Primo Maggio di Napoli e Roma

Altra piazza di celebrazioni del Primo Maggio è quella di Napoli. Città che l’Ugl, il sindacato di destra, ha scelto per la sua manifestazione. L’Ugl chiede “una nuova stagione della contrattazione per salvaguardare il potere d’acquisto delle retribuzioni. E per incoraggiare processi di partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese“. A Napoli scenderà in piazza anche la Confsal.

A Roma, invece, come è tradizione, si svolgerà nel pomeriggio, in piazza San Giovanni, il classico ‘Concertone‘ organizzato dai sindacati confederali. Nove ore di musica dal vivo e circa 50 artisti sul palco. Un appuntamento che esiste da oltre 30 anni (la prima edizione si svolse nel 1990), e che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricordato e lodato. “Auguro – ha detto il Capo dello Stato – una giornata serena e festosa ai giovani al Concertone di piazza San Giovanni a Roma. La musica sottolinea anche la connessione di speranza tra le parole ‘lavoro‘ e ‘pace‘”.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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