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Palermo, arrestata con l’accusa di corruzione la preside antimafia

Daniela Lo Verde, premiata da Mattarella 3 anni fa, deve rispondere anche di peculato: avrebbe tenuto per sé cibo e computer per la scuola

Il 21 aprile i carabinieri di Palermo hanno arrestato nel capoluogo siciliano una delle più note esponenti della lotta alla mafia. Si tratta della preside della scuola Giovanni Falcone del quartiere Zen, Daniela Lo Verde.

Nel 2020 il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, l’aveva insignita del titolo di Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, “per essersi distinta nel servizio alla comunità durante l’emergenza Coronavirus“. La dirigente scolastica è sotto accusa nell’ambito di una indagine coordinata dai magistrati della Procura Europea, Calogero Ferrara e Amelia Luise. Per Lo Verde le accuse sono di peculato e corruzione.

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Fermo immagine di video effettuati nel corso dell’inchiesta a Palermo. Foto Ansa/Carabinieri

Palermo, le accuse alla preside

In buona sostanza, i procuratori ipotizzano che la dirigente scolastica si sia appropriata di cibo per la mensa dell’istituto scolastico di Palermo. Ma anche di computer, tablet e iphone destinati agli alunni e acquistati con i finanziamenti europei. Il tutto sarebbe avvenuto la complicità del vicepreside Daniele Agosta. I carabinieri hanno arrestato anche lui. Entrambi gli indagati si trovano agli arresti ai domiciliari. Nell’indagine è coinvolta anche una terza persona, Alessandra Conigliaro, secondo l’Ansa del negozio R-Store di Palermo. Stando alle accuse Conigliaro avrebbe regalato alla preside tablet e cellulari in cambio della certezza di poter fornire alla scuola, in aggiudicazione diretta e in esclusiva, il materiale elettronico.

In particolare, sempre stando alle accuse maturate grazie alle indagini dei magistrati, la preside avrebbe messo in condizione la negoziante – pure lei adesso finita agli arresti ai domiciliari – di fare preventivi su misura. Il tutto a discapito di altre aziende.

I progetti da cui attingere

Questo avveniva sempre per acquisti realizzati nell’ambito di progetti finanziati dal cosiddetto Pon o da enti pubblici. Il Pon è il Piano operativo nazionale del ministero dell’Istruzione, che usufruisce di finanziamento dell’Unione europea: dal Fondo sociale europeo e dal Fondo europeo di sviluppo regionale.

Tra i progetti finanziati a livello nazionale ed europeo per la scuola nell’ambito dei quali avvenivano gli acquisti effettuati ufficialmente a beneficio degli studenti anche uno finanziato per 675mila euro. Destinato alla scuola dell’infanzia. Gli acquisti, sempre secondo le accuse dei magistrati, sarebbero poi stati ‘stornati’ a uso privato. Fra i progetti nel mirino dei dirigenti anche quello denominato Stem. Così come il progetto P.o. denominato Edu Green, di 17.500 euro, e il decreto Sostegni Bis per le scuole.

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Daniele Lo Verde aveva ricevuto nel 2020 da Mattarella l’onorificenza di Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Foto Ansa/Quirinale

La presunta truffa

A condurre le indagini i carabinieri del nucleo investigativo sotto il coordinamento dei procuratori europei delegati Calogero Ferrara e Amelia Luise dell’Europea public prosecutor’s office. “I dirigenti scolastici – si legge in una nota citata da Palermo Today – in forza del loro ruolo di pubblico ufficiale, in maniera spregiudicata, avrebbero attestato falsamente la presenza degli alunni all’interno della scuola anche in orari extracurricolari per giustificare l’esistenza di progetti Pon di fatto mai realizzati o realizzati solo in parte“.

Gli accertamenti avvenuti a Palermo avrebbero evidenziato una gestione dell’istituto “meramente personale anche riguardo alle procedure di acquisto e fornitura di generi alimentari per il servizio mensa della scuola. È stato documentato, spiegano gli investigatoricome all’interno dell’ufficio di presidenza era custodita una cospicua quantità di generi alimentari. Nonché costosi dispositivi informatici destinati agli studenti che sarebbero stati costantemente prelevati dalla preside e dal suo vice per proprie ed esclusive necessità“.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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