Valanga in Val di Rhemes, trovati i corpi delle tre aspiranti guide alpine
Tragedia in Valle d'Aosta nella zona del Gran Paradiso. L'istruttore, riuscito a sopravvivere, aveva dato l'allarme
I soccorritori hanno recuperato i cadaveri di 3 tre scialpinisti dispersi sotto una valanga che il 13 aprile li ha travolti in Val di Rhemes, nella zona del Gran Paradiso, in Valle d’Aosta.
Sono le aspiranti guide alpine Lorenzo Holzknecht, di 39 anni, campione di scialpinismo, nato a Sondalo e cresciuto a Bormio. E Sandro Dublanc, di 44 anni, maestro di sci di Champorcher. C’è poi il finanziere Elia Meta, di 37 anni, in servizio nella caserma di Entreves (Aosta).
Valanga, l’allarme del superstite
I sanitari hanno trasportato le salme in elicottero all’aeroporto Corrado Gex di Saint-Christophe (Aosta). A dare l’allarme, il 13 aprile, era stato il loro istruttore, Matteo Giglio di 49 anni, egli stesso travolto dalla valanga ma scampato alla tragedia.
La valanga ha travolto la cordata di un corso di guide alpine in Val di Rhemes (Aosta), nella zona della Tsanteleina: montagna alta 3.600 metri, sul ghiacciaio del Rutor, al confine fra Italia e Francia. Il gruppo era formato appunto da 4 persone: le 3 aspiranti guide alpine e il loro istruttore. Matteo Giglio, essendo riuscito a salvarsi riportando solo qualche ferita non grave, è potuto scendere in un punto un po’ più a valle per dare l’allarme.
Ricerche difficili per il maltempo
A un certo punto i responsabili del coordinamento nei soccorsi avevano stabilito di sospendere le ricerche dei dispersi sotto la valanga perché le condizioni meteorologiche erano diventate proibitive. Al mattino del 14 aprile l’attività è ripresa e le aspiranti guide alpine sono state individuate sotto la neve della valanga. A raccogliere l’allarme era stato sia il soccorso italiano che quello francese.
Il crollo del pendio
Proprio a causa del maltempo, con nubi e nevicate in quota, il soccorso alpino valdostano non era inizialmente riuscito ad avvicinarsi alla zona segnalata dall’elicottero. I soccorritori hanno quindi tentato di procedere a piedi verso il rifugio Benevolo, a 2.300 metri di quota. La valanga si è staccata nel primo pomeriggio del 13 aprile nei pressi di Punta Goletta. Dopo la salita in quota con le ‘pelli di foca’, i quattro stavano scendendo quando il ripido pendio si è staccato sotto ai loro sci ed è crollato a valle. L’istruttore Matteo Giglio è rimasto semisepolto, ma è riuscito a ‘galleggiare’ sulla neve e a tirarsi fuori dopo qualche decina di metri. Subito ha cercato i suoi allievi, con l’ausilio dell’apparecchio per la ricerca in valanga (l’Artva).
Sepolti sotto la valanga
Una volta individuati lungo la ‘colata’, a poca distanza l’uno dall’altro, si è messo a scavare con la pala per estrarli dalla neve. Ma a quanto sembra nessuno dava segni di vita, i volti erano già cianotici. Essendo in una zona dove non c’è segnale telefonico, Giglio ha quindi deciso di scendere. Ha impiegato circa un’ora, con un solo sci e un solo bastoncino, per raggiungere un punto più a valle dove il telefono ha iniziato a funzionare e ha potuto dare l’allarme.
A causa delle pessime condizioni meteo, non è stato possibile raggiungere il luogo della valanga né via terra né con l’elicottero. Le operazioni sono state sospese alle 19 e sono poi riprese al mattino del 14 aprile, quando i soccorritori hanno ritrovato i cadaveri delle tre aspiranti guide. Le indagini sono ora nelle mani della Guardia di finanza. Nell’alta Val di Rhemes il pericolo valanghe in questi giorni è ‘marcato’: indice 3 su una scala di 5 punti. Quasi 40 anni fa, nel 1985 un altro incidente aveva funestato il mondo delle guide alpine valdostane. Un istruttore e 5 aspiranti guide avevano perso la vita dopo essere precipitati dalla parete orientale del Lyskamm, sul ghiacciaio del Monte Rosa, all’estremo opposto orientale rispetto alla Val di Rhemes.