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Ucraina, soldati decapitati dai russi. Zelensky: “Il mondo reagisca”

Ma gli Usa nutrono dubbi sulle capacità di Kiev di ricacciare indietro il nemico dal Donbass

Il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, fa appello ai leader internazionali dopo un video diffuso sui social media in cui si vedono soldati russi che decapitano due militari ucraini. “C’è qualcosa che nessuno al mondo può ignorare: con quanta facilità queste bestie uccidono” dice Zelensky.

Questo è un video della Russia così com’è. Questo non è un incidente. Questo non è un episodio. È successo migliaia di volte. Tutti devono reagire. La sconfitta del terrore è necessaria“, sostiene Zelensky sui social.

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A destra, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Foto Ansa/Epa Sergey Dolzhenko

Un video in circolazione sembra mostrare i cadaveri decapitati di due soldati ucraini che giacciono a terra accanto a un veicolo militare distrutto. Una voce dice: “Li hanno uccisi. Qualcuno si è avvicinato a loro. Sono andati da loro e hanno tagliato loro la testa“.

Continua, intanto, il flusso di notizie relative ai documenti segreti degli Stati Uniti finiti online. Si rileva che il Regno Unito è il paese con il maggior numero di forze speciali operanti in Ucraina. Secondo un documento, datato 23 marzo, il Regno Unito ha il contingente più numeroso (50 militari), seguito da Lettonia (17), Francia (15), Stati Uniti (14) e Paesi Bassi (1). Il documento non dice tuttavia dove si trovano le unità o cosa stiano facendo. Le forze speciali sono per loro stessa natura altamente efficaci. In particolare, rivelano i media britannici, le forze speciali britanniche si compongono di diverse unità militari d’élite con aree di competenza distinte. E sono considerate tra le più capaci al mondo.

Ucraina, controffensiva in estate?

Dal canto suo il primo ministro ucraino, Denys Shmyhal, ha fatto sapere che una controffensiva su larga scala da parte delle forze armate ucraine potrebbe cominciare la prossima estate. Lo avrebbe annunciato alla vigilia della sua visita negli Usa. Il primo ministro ha anche osservato che le autorità di Kiev non avvertono pressione da parte dei partner riguardo a quando sia meglio iniziare operazioni di combattimento attivo per riconquistare il territorio.

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Il primo ministro ucraino Denys Shmyhal. Foto Ansa/Epa Ludovic Marin

Tutti i nostri amici e partner comprendono chiaramente che per passare alla controffensiva, bisogna essere preparati al 100% e ancora di più“, ha detto il premier dell’Ucraina. Gli Stati Uniti tuttavia nutrono seri dubbi sul fatto che le forze armate di Kiev riusciranno davvero a ottenere risultati significativi nell’imminente controffensiva di primavera. Washington ha riserve sulla capacità di riconquistare il territorio che i russi hanno occupato. E anche sulla capacità di Kiev di continuare a difendersi dagli attacchi.

Biden chiama i parenti di Gershkovich

Gli Stati Uniti pensano però anche agli americani in Russia e così il presidente Joe Biden ha telefonato alla famiglia di Evan Gershkovich. Come si ricorderà si tratta del giornalista di origini russe del Wall Street Journal che è stato arrestato quasi due settimane fa a Ekaterinburg. Lo ha detto la portavoce della Casa Bianca Karine Jean-Pierre, riferendo della chiamata che Biden ha effettuato mentre era in volo per Belfast.

Il presidente ha chiarito che la sua squadra di sicurezza nazionale è stata e rimarrà concentrata sull’ottenere il rilascio di Evan. Così come il rilascio di Paul Whelan, entrambi detenuti ingiustamente in Russia” ha aggiunto Jean-Pierre. La Casa Bianca ritiene che le accuse contro Evan siano “completamente prive di fondamento” e che le autorità di Mosca dovrebbero “rilasciarlo immediatamente“.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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