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Carriera alias a scuola: FdI vuole eliminare il percorso per gli studenti transgender

La preside del Marco Polo ha ricevuto una lettera su carta intestata del partito in cui si paventano reati. L'Istituto fa muro: "Ingerenza inaccettabile"

La transessualità e il relativo percorso di carriera alias diventano materia di scontro frontale a scuola. Il partito di Governo, Fratelli d’Italia, attacca la preside del liceo artistico Marco Polo di Venezia.

Alla dirigente scolastica, Maria Rosaria Cesari, è giunta una lettera di richiamo su carta intestata di FdI in cui si condanna l’adozione da parte del liceo della carriera alias. Si tratta di un percorso che consente agli studenti transgender di sostituire nei documenti scolastici il nome anagrafico assegnato alla nascita, in base al sesso biologico, con un nuovo nome in cui si riconoscono perché corrisponde alla loro identità percepita.

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Studenti del liceo artistico Marco Polo di Venezia, la scuola nel mirino della destra per la carriera alias. Foto Twitter @IveserVenezia

Carriera alias, la vicenda

Da anni il liceo Marco Polo di Venezia sostiene una politica di inclusività, in particolar modo rivolta ai ragazzi, anche attraverso la carriera alias. Ma ora, nel testo della missiva di Fratelli d’Italia, si sostiene che ci sarebbe in ballo il reato di “falsità ideologica“. Si sostiene inoltre che tale reato, se commesso da pubblico ufficiale in atti pubblici, sarebbe perseguibile penalmente. La preside del Marco Polo è andata su tutte le furie. “È un’ingerenza inaccettabile” afferma.

Ma perché una missiva su carta intestata di Fratelli d’Itala? A che titolo? A mandare la mail a Maria Rosaria Cesari sono stati Anita Menegatto e Andrea Barbini: due delegati di FdI a “Istruzione” e “Famiglia e valori non negoziabili“, dipartimenti del partito della premier Giorgia Meloni. Nel testo dapprima si richiamano alcuni articoli del Codice civile e del Codice penale, in particolare quelli di falsità ideologica e sostituzione di persona. Poi si conclude dicendo che si ritieneinopportuno che la scuola si faccia carico di inserire la carriera alias nel Piano triennale dell’offerta formativa (PTOF). Un progetto puramente ideologico che non ha scopo di inclusione bensì porterebbe solamente ad ulteriore confusione nei ragazzi e negli istituti“.

La replica della preside

Per Maria Rosaria Cesariè inaccettabile che un partito politico entri a gamba tesa nella vita della scuola indicando cosa deve o non deve essere inserito nel Piano dell’offerta formativa. È una scelta che appartiene all’ambito di competenza del Collegio dei docenti e del Consiglio di istituto, spiega ancora la dirigente.

Prima di mandare un documento a un dirigente scolastico poi dovrebbero capire di cosa parlano. La carriera alias da noi c’è dal 2021 ed è stata approvata all’unanimità delle componenti del Consiglio di istituto“. E ancora: “In una scuola pubblica un partito politico non può permettersi di dire una cosa del genere” continua Cesari. “Questa volta ho sentito l’esigenza di scrivere ai miei docenti per chiarire la posizione del nostro istituto. Come ho scritto nella circolare ritengo sia da stigmatizzare un comportamento che mette nel mirino l’autonomia delle scelte scolastiche. Mi hanno scritto in molti, per dimostrarmi il loro appoggio“.

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La carriera alias in alcune scuole italiane rappresenta il tentativo di includere in percorsi tutelati i giovani che intendono cambiare identità e genere sessuale

Il comunicato dei docenti

Tutto il corpo docente ha difeso la carriera alias al liceo Marco Polo attraverso un comunicato stampa. “La questione – così riporta Orizzonte scuola – riguarda la scelta, compiuta all’unanimità dal nostro Consiglio d’Istituto, di adottare il Regolamento ‘Carriera Alias’. Non è stata una scelta della Dirigenza, ma condivisa da tutte le componenti che animano la vita della nostra scuola: alunni, docenti, genitori. Una scelta quindi compiuta all’unanimità negli organismi deputati, perché il ‘Marco Polo-Liceo Artistico’ sta lì dove la politica non sta più. Dove la vita si intreccia con le istituzioni, dove il desiderio si rapporta con le regole, dove l’esclusione diventa opportunità e l’inclusione una pratica reale e quotidiana e dove per questo la rivendicazione della propria identità diventa energia per creare una comunità e non è una semplice affermazione di sé stessi“.

Carriera alias, come funziona

La carriera alias è un protocollo che offre la possibilità di comparire nella burocrazia interna di un ente, o di un’azienda, con il nome che corrisponde alla propria identità di genere anche se diverso da quello anagrafico. E senza che questo incida sui riferimenti legali. La modifica ha valore solo nel circuito che adotta il protocollo. Lo scopo è quello di evitare alle persone che attraversano un percorso di transizione il disagio di venire quotidianamente menzionate con il loro dead-name, un anglicismo che indica il nome nel quale una persona trans o non binaria non si riconosce più. “Nome morto“, appunto.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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