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Ucraina, la Russia minaccia: “La guerra ibrida con l’Occidente durerà a lungo”

Al tempo stesso Putin ammette che le sanzioni contro Mosca "possono avere effetti negativi sulla nostra economia"

Mosca avverte Europa e Stati Uniti: “La guerra ibrida della Russia con i paesi ostili durerà a lungo“. Così il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citato da Interfax. Nessuno spiraglio di pace in Ucraina, dove i combattimenti nel Donbass, attorno all’ormai strategica città di Bakhmut, continuano senza sosta. 

Al tempo stesso, tuttavia, Vladimir Putin ammette in un discorso che le sanzioni “illegittime” dell’Occidente contro la Russia possono avere “un effetto negativo” sull’economia. Perciò diventa necessario “lavorare sulla domanda interna“.

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Vladimir Putin. Foto Ansa/Epa Mikhael Klimentyev

La Russia si considera vittima aggredita

Questa guerra ibrida che hanno scatenato contro la Russia durerà per lungo tempo” ha proseguito Peskov. “E qui – ha aggiunto – abbiamo bisogno di fermezza, fiducia, concentrazione e unità attorno al presidente (Putin, ndr.)”. Lo Stato russo si dichiara (da tempo) aggredito, come se non avesse invaso per primo l’Ucraina. Fin dall’inizio della guerra che ha scatenato contro Kiev, Putin ha scaricato la responsabilità sull’Occidente.

È l’Ucraina con l’appoggio degli Stati Uniti e dell’Europa – secondo Mosca – che da 9 anni porta avanti la cosiddetta guerra ‘a bassa intensità’ nel Donbass; la Russia è stata ‘costretta’ a intervenire con l’ “operazione militare speciale” (l’invasione) a sostegno della repubbliche di Lugansk e Donetsk. E anche perché ‘minacciata‘ nella sua stessa esistenza. Insomma, per il Cremlino la realtà è rovesciata rispetto al punto di vista occidentale e il regime putiniano alimenta se stesso mandando decine di migliaia di soldati a morire in Ucraina.

Armi nucleari,“la NATO intenda”

È in quest’ottica che il vice ministro degli Esteri russo, Serghei Ryabkov, ha deriso l’annuncio degli Usa che intendono sostenere l’idea di creare un tribunale speciale per perseguire la Russia per il “crimine di aggressione“. “Si sono gingillati con questa tsatskaya per lungo tempo“, ha affermato Ryabkov, usando una parola russa che significa ‘giocattolo’ o ‘ninnolo’. “Lasciamo che si divertano” ha aggiunto. I piani russi per dispiegare armi nucleari tattiche in Bielorussia devono “indurre la NATO a valutare la gravità della situazione attuale“.

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Volodymyr Zelensky a Sumy, in Ucraina. Foto Ansa/Servizio stampa presidenziale ucraino

Zelensky, Xi e gli Usa

Nel frattempo, sul piano politico-diplomatico l’Ucraina non sta a guardare. Volodymyr Zelensky ha invitato il leader cinese Xi Jinping a Kiev, dopo che è stato in Russia. Lo ha reso noto lo stesso Zelensky in un’intervista esclusiva all’agenzia di stampa Associated Press pubblicata online. Poi ha parlato degli Stati Uniti: “Capiscono davvero che se smettono di aiutarci, non vinceremo“. L’America però non è un monolite.

Donald Trump, l’ex presidente ricandidato per il 2024, e non solo lui, si è chiesto se Washington debba continuare a fornire all’Ucraina miliardi di dollari in aiuti militari. Anche il probabile rivale repubblicano di Trump, il governatore della Florida Ron DeSantis, ha suggerito – salvo poi ritrattare – che difendere l’Ucraina in una “disputa territoriale” con la Russia non è una priorità significativa per la sicurezza nazionale degli Usa.

Ucraina, i bimbi rubati dai russi

In Ucraina, infine, il Governo ha reso noto sul sito Children of War che sarebbero 19.514 i bambini ucraini deportati in Russia. Un dato a cui occorre aggiungere 4.390 bambini orfani, con un solo genitore o privi di cure parentali. Si troverebbero nei territori occupati o in Russia. A oggi, solo 327 bambini sono stati rimpatriati, secondo i dati dell’Ucraina. I piccoli uccisi dall’inizio dell’invasione russa sono almeno 465, riporta Kyiv Independent. I bimbi feriti almeno 943.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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