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Xi Jinping, l”imperatore’ cinese da Putin: “Il mio piano di pace per l’Ucraina”

Per Pechino la fine della guerra garantirebbe "stabilità della produzione globale e delle catene di approvvigionamento"

Il presidente cinese Xi Jinping è arrivato a Mosca, il 20 marzo, per una visita di due giorni. È il suo primo viaggio all’estero da quando è diventato capo di Stato per la terza volta. La sua è una visita “di pace” dicono da Pechino, con particolare riguardo alla guerra in Ucraina.

La Cina e la Russia sono buoni vicini e partner affidabili“, ha detto Xi Jinping appena giunto nella capitale russa. Il suo viaggio servirà “per lo sviluppo dell’interazione strategica e la cooperazione pratica” fra i due Paesi.

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Vladimir Putin (a sinistra) e il presidente cinese Xi Jinping. Foto Ansa/Epa Alexei Druzhinin

Xi e la Russia

Sono fiducioso che la visita sarà fruttuosa e darà nuovo impulso allo sviluppo sano e stabile delle relazioni Cina-Russia di partenariato globale e cooperazione strategica in una nuova era“, ha sottolineato il leader cinese. Secondo Xi, Russia e Cina intendono lavorare insieme per promuovere il “multilateralismo“. Ma anche la “governance globale in una direzione più giusta e razionale“, sulla base dei principi delle Nazioni Unite.

Da parte sua il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha riferito che Xi e il presidente russo Vladimir Putin discuteranno del piano di pace cinese per l’Ucraina. E lo faranno nel loro incontro previsto alle 16.30 ora locale (le 14.30 ora italiana). Gli Usa, ha aggiunto Peskov, “impediscono anche una diminuzione delle ostilità” in Ucraina. “Il Dipartimento di Stato e il Consiglio per la sicurezza nazionale parlano apertamente e ufficialmente di questo“.

Soluzione della crisi con Kiev

Poche ore prima del loro incontro a Mosca, Putin e Xi hanno pubblicato editoriali paralleli sulla stampa del loro interlocutore: Putin sul Quotidiano del Popolo, Xi sulla Rossiyskaya Gazeta. Per sottolineare la loro alleanza strategica e spiegare quello che Putin ha definito il “ruolo costruttivo” di Pechino nella “soluzione della crisi ucraina“. Putin ha detto che nutre “grandi speranze” sulla visita del presidente Xi Jinping a Mosca: la prima dal lancio della sua “operazione militare speciale“, a febbraio 2022, contro l’Ucraina.

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Un uomo esamina le bambole matrioska con i ritratti di Putin e di Xi Jinping (a sinistra Stalin) in un negozio di Mosca. Foto Ansa/Epa Yuri Kochetkov

In relazione agli eventi che si stanno verificando in Ucraina, per comprendere la loro origine e le vere cause, accogliamo con favore la volontà della Cina di svolgere un ruolo costruttivo nella risoluzione della crisi“, ha scritto il presidente russo. “La crisi in Ucraina è stata provocata e viene vigorosamente alimentata dall’Occidente. È la manifestazione più eclatante, ma non l’unica, del desiderio di mantenere il suo dominio internazionale e preservare l’ordine mondiale unipolare“.

Xi e la pace in Ucraina

L’articolo di Xi, più incentrato sulla guerra in Ucraina, punta a trovare un equilibrio difficile tra l‘appello alla pace e l’evitare le critiche aperte alla Russia. Pechino ha negato le accuse di Stati Uniti e NATO secondo cui sta considerando la fornitura di armi per aiutare l’aggressione di Mosca a Kiev. Il piano di pace della Cina in Ucraina prevede il rispetto della “sovranità di tutti i paesi” e la fine di eventuali sanzioni. Promuove una “soluzione politica. Per il quale “i problemi complessi non hanno soluzioni semplici“. Ma la fine della guerra garantirebbe “la stabilità della produzione globale e delle catene di approvvigionamento“.

E la soluzione si può trovare “se tutti sono guidati dal concetto di sicurezza comune, globale, congiunta e sostenibile. E continuano il dialogo e le consultazioni in modo paritario, prudente e pragmatico“, ha scritto ancora Xi, riepilogando la posizione di Pechino sulla vicenda. Il partenariato economico è una “priorità” per Cina e Russia, ha aggiunto ancora il presidente cinese. E ha assicurato che le parti puntano a “una partnership omnicomprensiva“, efficace in un mondo minacciato da “atti di egemonia, di dispotismo e di bullismo“.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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