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Mattarella a Casal di Principe: “Mafiosi vili, senza onore né coraggio”

Il Presidente visita la tomba di don Diana e incontra gli studenti della città dove è di nuovo sindaco l'uomo che la camorra rimosse e minacciò

Sergio Mattarella si è recato il 21 marzo, primo giorno di Primavera, a Casal di Principe (Caserta). “La mafia è violenza ma, anzitutto, viltà” ha detto il presidente della Repubblica. “I mafiosi non hanno nessun senso dell’onore né coraggio“.

Mattarella ha visitato la tomba di don Peppe Diana, ucciso dalla camorra il 19 marzo 1994. E ha incontrato gli studenti del paese di cui è originario il clan camorrista dei ‘Casalesi’. I mafiosi, ha sottolineato Mattarella a Casal di Principe, “si presentano forti con i deboli. Uccidono persone disarmate, organizzano attentati indiscriminati, non si fermano davanti a donne e a bambini. Si nascondono nell’oscurità”.

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Mattarella all’Istituto Tecnico Guido Carli di Casal di Principe. Foto Ansa/Quirinale Francesco Ammendola

Gli incontri di Mattarella

Il presidente Mattarella è arrivato all’istituto Guido Carli accolto dai ragazzi della scuola e di due istituti comprensivi della città. Ha quindi visitato il cimitero di Casal di Principe dove ha incontrato i familiari di don Diana, ucciso dalla camorra. E in particolare i fratelli Emilio e Marisa con i rispettivi consorti e figli. Era presente anche Augusto Di Meo, testimone oculare del delitto di don Diana.

Tra i familiari di don Diana c’era anche Iole, nipote del prete. La giovane, 23 anni, è tra i fondatori del gruppo scout Casal di Principe I, creato qualche mese fa sulle orme di don Peppe – che era scout – e che il 20 marzo ha celebrato la promessa dei capi. “Pur essendo nata nel 1995 – racconta Iole – zio Peppe ha segnato profondamente con il suo coraggio la vita mia, della mia famiglia e di Casal di Principe, e credo e spero anche un po’ dell’intera Italia, visto il riconoscimento più alto al sacrificio da lui sopportato con l’arrivo del Capo dello Stato Sergio Mattarella“.

La camorra non comanda più

A Casal di Principe, un tempo roccaforte dei ‘Casalesi’, lo aspettavano tutti. Il sindaco che ha trasformato il volto della città, i familiari delle vittime di mafia, i giovani, stanchi di continuare a sentire il nome della loro terra associato alla camorra.

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Il Presidente della Repubblica al cimitero di Casal di Principe, nella cappella in cui è seppellito don Peppe Diana. Foto Ansa/Quirinale Francesco Ammendola

La comunità di Casal di Principe ha ringraziato Mattarella perché la sua visita è un “incoraggiamento a proseguire nel cammino di riscatto, in cui ormai da anni ci siamo inoltrati“. Nel primo giorno di Primavera, in cui si commemorano tutte le vittime innocenti della criminalità organizzata, la visita di Mattarella è “densa di un significato profondo” ha detto il sindaco Renato Natale. “C’è enorme orgoglio perché sappiamo il prezzo che Casal di Principe ha pagato in passato e il sacrificio fatto per provare a cambiare le cose. E oggi la situazione è molto diversa, la camorra non comanda più“.

Il sindaco Renato Natale

Renato Natale era già stato sindaco quando fu ucciso don Peppe Diana, ma era sgradito al clan che allora stabiliva chi dovesse diventare primo cittadino, consigliere e assessore. Per questo la sua stessa maggioranza consiliare trovò il modo di silurarlo politicamente. La camorra gli fece trovare il letame davanti casa. Natale è poi tornato a guidare il Comune nel 2014, diventando protagonista della rinascita civile di Casal di Principe. Oggi è al secondo mandato.

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Il sindaco di Casal di Principe, Renato Natale, 72 anni. Foto Ansa/Cesare Abbate

A salutare Mattarella erano presenti anche il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, quello della Provincia di Caserta, Giorgio Magliocca, il Procuratore nazionale Antimafia Giovanni Melillo e il prefetto Giuseppe Castaldo. Mattarella ha salutato inoltre i familiari di 5 vittime innocenti della camorra. Oltre a quelli di Antonio Petito e Antonio Di Bona, i congiunti di 3 persone insignite con la medaglia d’oro al valor civile: Domenico Noviello, Federico Del Prete e Salvatore Nuvoletta.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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