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Caldo, coltivazioni sconvolte: ortaggi e frutta anticipano i tempi

Il clima invernale anomalo, a cui si somma la siccità cronica, sta cambiando il volto dei mercati ortofrutticoli italiani

Caldo fuori stagione e siccità trasformano il clima in Italia e stravolgono le colture di frutta e ortaggi. In Piemonte, soprattutto nel Vercellese, e in Lombardia nel Pavese, gli agricoltori hanno già ristretto le coltivazioni di riso, che richiedono molta acqua, sostituendole con frumento, orzo e colza per l’olio di semi. 

Il riso però rende di più a chi lo produce, oltre a essere da sempre tipico di quelle zone. Cambia dunque anche il paesaggio a causa della siccità e della ormai cronica carenza d’acqua soprattutto nel Nord.

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La siccità e i cambiamenti climatici influiscono sui raccolti dei prodotti agricoli. Foto Ansa

Al Centro e al Sud le cose non vanno meglio e il combinato disposto di caldo e siccità provoca lo stravolgimento delle stagioni, con i frutti della terra anticipati di molto. Le prime fave si raccolgono già, nel Lazio, con quasi un mese di anticipo. In Puglia i piselli hanno ‘accelerato’ di due settimane e sono sui banchi degli agricoltori. Dove ci sono già anche i cavoli viola e rosso. Nel Veneto gli asparagi sono maturati oltre dieci giorni prima del normale. Mentre al mercato di Campagna Amica (marchio Coldiretti) di Roma gli agricoltori vendono già anche le fragole di Terracina, il carciofo romanesco, gli agretti, le zucchine e le erbe spontanee.

Caldo e siccità, cambia tutto

Il caldo anomalo di un inverno che ha visto anche la neve, ma che nel complesso non può dirsi rigido, ha mandato in tilt le coltivazioni nei campi. Il surriscaldamento terrestre, argomenta Coldiretti, colpisce le imprese agricole con lo sconvolgimento dei normali cicli colturali. Tutto questo ha un impatto sul calendario di raccolta e sulle disponibilità con effetti concreti anche per i consumatori. I quali devono fare i conti con le fluttuazioni anomale dell’offerta dei prodotti che mettono nel carrello della spesa.

Il 2023 si classifica finora al Nord come l’anno più caldo di sempre. Con una temperatura di 1,44 gradi superiore alla media storica. Ma l’anomalia riguarda in realtà l’intera Italia dove la temperatura è stata comunque superiore di 0,76 gradi nei primi due mesi dell’anno, secondo l’analisi della Coldiretti su dati Isac Cnr.

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Siccità nei campi di riso del Vercellese. Foto Ansa Jessica Pasqualon

Lo scorso anno è caduta il 30% di pioggia in meno rispetto al solito, in Italia. E non si tratta di un fatto isolato. Il 2022 è stato in Italia l’anno più caldo dal 1800 a oggi. In una classifica che si concentra nell’ultimo periodo e comprende nell’ordine anche: 2018, 2015 e 2014. L’andamento anomalo di questo inverno conferma dunque i cambiamenti climatici in atto che si manifestano con la più elevata frequenza di caldo, eventi estremi e sfasamenti stagionali. La Primavera anticipata quest’anno ha provocato uno shock alle coltivazioni ingannate dall’insolito caldo che ha fatto maturare in modo repentino e simultaneo gli ortaggi rendendo impossibile una programmazione scalare della raccolta.

Il boom delle primizie

Il risultato è un boom di primizie sui banchi di verdure e ortaggi dove è possibile trovare una grande varietà di offerta ‘made in Italy‘. L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze del caldo e dei cambiamenti climatici ma è anche il settore più impegnato per contrastarli. Una nuova sfida per le imprese agricole che, conclude Coldiretti, devono interpretare le novità segnalate dalla meteorologia. E gli effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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