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Vagnato e la gogna social su un innocente, la condanna del Tribunale

I giudici di Milano hanno confermato il sequestro per diffamazione di un video in cui l'influencer addita come ladro di bici un uomo che non c'entra nulla

Lo youtuber e influencer Gabriele Vagnato, ora inviato di Fiorello nella trasmissione Viva Raidue, si è visto sequestrare un video da 559mila visualizzazioni. Pubblicato a settembre 2022, immortalava un uomo additato come ladro di biciclette, che invece sarebbe una persona completamente innocente.

A riportare la notizia è il Corriere della Sera, secondo cui un’inchiesta della procura di Milano ha visto, per la prima volta, il Tribunale del Riesame confermare il sequestro preventivo di un video di larga diffusione su YouTube. La gip Stefania Donadeo ne aveva disposto la rimozione dai canali social per diffamazione.

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Lo youtuber Gabriele Vagnato. Foto da Today.it

L’esperimento di Vagnato

Gabriele Vagnato è un noto youtuber, ricorda il sito di TgCom24, e i suoi video ricevono ogni volta parecchie visualizzazioni. Quello che avrebbe dovuto servire a smascherare un ladro di biciclette aveva raggiunto mezzo milione di persone. Si trattava di un “esperimento sociale” aveva affermato Vagnato. Il giovane influencer aveva abbandonato “casualmente” una bici con un localizzatore gps sotto il sellino per individuare un eventuale ladro. Cosa che appariva riuscita. Ma l’uomo ripreso dalle telecamere e messo alla gogna sui social non sarebbe assolutamente il ladro bensì un cliente di un bar.

La cornice dei fatti è Milano. Secondo la ricostruzione del TgCom24, il ladro arriva alle 21:36 del 22 settembre (a immortalare la data nel video è lo smartphone di Vagnato) ed è un uomo con una felpa gialla. Prende la bici e se ne va. Lo youtuber si mette subito in moto per seguirlo e identificarlo. E crede di averlo trovato. Un signore di 50 anni, bollato dall’influencer come ladro, nomea che subito si diffonde via social.

Le conseguenze della gogna

Consuelo Bosisio, l’avvocata dell’uomo finito nel mirino, aveva sporto querela, affermando: “Il mio assistito non ha dimestichezza con i social. Non ha mai rubato nulla, figuriamoci una bicicletta. Ma non sa come difendersi da quest’accusa senza fondamento che gli ha sconvolto la vita. Lo hanno sommerso da telefonate e messaggi. È finito in ospedale e psicologicamente è a terra. L’accusa contro di lui gira in rete e lui non sa come difendersi“.

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Vagnato con Amadeus a Sanremo 2023. Foto Twitter @realVagnato

Una ragazza, secondo il TgCom24, aveva contattato Vagnato per chiedergli di cancellare quelle immagini. Ma senza successo. Lo youtuber asseriva di “aver agito correttamente“, di essere “tranquillo a livello morale” e addirittura di aver garantito “il massimo della privacy“. Poi spiegava: “Faccio il reporter in stile Iene, ho tutte le prove che il ladro è lui, anche se non ho la sicurezza al 100%“. E così, il video è rimasto visibile sulla pagina di Vagnato, producendo monetizzazione. Adesso la decisione della magistratura milanese che impone il sequestro.

Perché è un caso importante

Sino a oggi ottenere la rimozione di un video simile era – di fatto – impossibile, argomenta TgCom24, perché Google – che possiede YouTubesi fa scudo del primo emendamento della Costituzione statunitense. Una norma che tutela in massimo grado la libertà di parola. In questo modo non avviene la rimozione di contenuti diffamatori. Anche perché una modifica del 2018 al Codice della Privacy ha reso penalmente irrilevante il trattamento illecito di dati personali attraverso l’indebita pubblicazione di video su Internet a prescindere dal consenso dell’interessato.

In realtà sembra che l’uomo ripreso da Vagnato risultasse ben identificabile da chi lo conosceva per aspetto fisico e abbigliamento. Da qui era partita la richiesta allo stesso youtuber di fare un video di rettifica. Ma Vagnato aveva rivendicato di aver fatto tutto nel rispetto della legge e aveva invocato l’articolo 21 della Costituzione sul diritto a esprimere il proprio pensiero. Adesso, però, è costretto a rimuovere il video.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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