NewsPrimo piano

Guterres (ONU): “I paesi ricchi del mondo sono dei predatori”

Al vertice di Doha nessun leader delle economie che contano. Il segretario dell'ONU attacca anche "i giganti dei combustibili fossili"

Prezzi del carburante paralizzanti e tassi di interesse “predatori“: così, per António Guterres, segretario generale dell’ONU, i paesi ricchi del mondo stanno soffocando quelli poveri. L’accusa arriva il 4 marzo dal vertice del paesi sottosviluppati che si tiene a Doha, capitale del Qatar. Sul banco degli imputati per Guterres devono sedere anche i colossi dell’industria energetica.

Secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Afp, Guterres ha dichiarato che le nazioni ricche dovrebbero fornire 500 miliardi di dollari all’anno per aiutare gli altri. Ovvero i paesi poveri e svantaggiati del mondo “intrappolati in circoli viziosi” che bloccano i loro sforzi per rilanciare le economie e migliorare la salute e l’istruzione.

guterres ONU paesi ricchi paesi poveri
Il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres. Foto Twitter @antonioguterres

Al vertice nessun leader dei paesi ricchi

Il vertice dei 46 paesi meno sviluppati o “sottosviluppati del pianeta – LDCs, Least Developed Countries – si tiene ogni 10 anni. Il 24 novembre 2021 l’ONU ha stilato l’elenco dei 46 Stati riconosciuti “paesi meno sviluppati“, riporta Wikipedia. Si tratta di 33 paesi dell’Africa, 9 dell’Asia, 1 dell’America latina e Caraibi (Haiti), 3 dell’Oceania.

Tuttavia proprio dal 2021 le Nazioni Unite hanno rinviato due volte il summit a causa della pandemia di Covid. Attualmente, al vertice di Doha, dove è presente Guterres, Afghanistan e Myanmar (la Birmania) – due dei paesi più poveri al mondo – sono assenti. L’ONU non riconosce il Governo dei talebani di Kabul, che hanno conquistato il potere il 15 agosto 2021, con il beneplacito degli Stati Uniti e degli altri contingenti militari dell’Occidente, compreso quello italiano, che si sono ritirati. E non riconosce neppure la giunta militare del generale birmana golpista Min Aung Hlaing. Nessun leader delle principali economie mondiali ha partecipato al vertice di Doha, riporta l’agenzia Afp.

“I giganti del combustili fanno enormi profitti” 

Lo sviluppo economico è una sfida quando i paesi sono affamati di risorse, annegati nei debiti e ancora alle prese con l’ingiustizia storica di una risposta ineguale al Covid” ha affermato Guterres. I paesi meno sviluppati si sono infatti lamentati a lungo di non aver ricevuto la loro giusta quota di vaccini anti Covid, concentrati quasi completamente in Europa e in Nord America.

guterres paesi poveri São Tomé e Príncipe
Un venditore ambulante a São Tomé, isole di fronte al Camerun, in Africa. Entro il 2026 São Tomé e Príncipe lascerà la graduatoria dei paesi più poveri al mondo ma continuerà ad avere bisogno di aiuto. Foto Ansa/Epa Estrela Silva

Combattere la catastrofe climatica che non hai fatto nulla per causare è una sfida quando il costo del capitale è alle stelle” ha attaccato Guterres. L’aiuto finanziario ricevuto dai paesi ricchi “è una goccia nel mare“, ha detto Guterres. “I giganti dei combustibili fossili stanno incassando enormi profitti, mentre milioni di persone nei vostri paesi non possono mettere il cibo in tavola“.

Il nostro sistema finanziario globale è stato progettato dai paesi ricchi, in gran parte a loro vantaggio“, ha chiosato il segretario dell’ONU. “Privi di liquidità, molti di voi sono esclusi dai mercati dei capitali da tassi di interesse predatori“. Dal vertice a cui ha partecipato Guterres è emerso che le nazioni ricche non hanno neppure mantenuto la promessa di dare lo 0,15% 0,20% per cento del loro reddito nazionale lordo ai paesi meno sviluppati.

Guterres: “I poveri nelle tempesta perfetta”

Con gli Stati più poveri intrappolati in una “tempesta perfetta per perpetuare la povertà e l’ingiustizia“, ​​Guterres ha affermato che i paesi meno sviluppati hanno bisogno di un “minimo” di 500 miliardi di dollari all’anno per aiutarli a superare i loro problemi, costruire industrie che creino posti di lavoro e ripagare i debiti.

presidente malawi onu guterres
Il presidente del Malawi Lazarus Chakwera (al centro). Foto Ansa/Epa Gian Ehrenzeller

Un Piano per i più poveri

Il presidente del Malawi, Lazarus Chakwera, cui è spettata la presidenza del vertice di Doha, si è scagliato contro le “promesse non mantenute” fatte dalla comunità internazionale. Ha detto che l’aiuto “non era un favore o un atto di carità” ma una “responsabilità morale“. Nell’ambito del Programma d’azione di Doha, le Nazioni Unite di António Guterres istituiranno un sistema di scorte alimentari per aiutare i paesi che affrontano la fame a causa della siccità e dei prezzi elevati di gas e carburanti. Il piano prevede anche un centro di investimento per aiutare i paesi meno sviluppati ad attrarre finanziamenti esteri e abbassare i tassi di interesse per alleviare l’impatto dei loro debiti.

I paesi che progrediscono

Si prevede che entro il 2026 sette paesi lasceranno la lista dei 46 Stati più veri del mondo progredendo nella graduatoria dell’ONU. Si tratta di Buthan, Bangladesh, Laos, Nepal, Angola, São Tomé e Príncipe, Isole Salomone. Perderanno gradualmente i privilegi commerciali e di aiuto di cui adesso beneficiano. Perciò Guterres ha detto che rischiano di diventare “vittime del più crudele gioco di prestigio. Sistemi di supporto che svaniscono davanti ai loro occhi” mentre avranno ancora bisogno di sostegno dai paesi ricchi.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

Pulsante per tornare all'inizio