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Sulcis, operai per protesta sulla ciminiera: “La fabbrica rischia di chiudere”

In 4 asserragliati a 100 metri di altezza. Chiedono la soluzione del caro energia. "Alla Portovesme a rischio 1300 lavoratori"

Quattro operai della Portovesme srl, azienda metallurgica del Sulcis, in Sardegna, si sono asserragliati sulla ciminiera dell’impianto Kss. A 100 metri di altezza. Non intendono scendere finché non sarà aperto un tavolo negoziale per risolvere i gravi problemi in fabbrica. 

La clamorosa protesta, che i lavoratori hanno attuato nelle prime ore del 28 febbraio, è corredata da un comunicato, è stata messa in atto per porre in modo forte il tema del caro prezzi dell’energia. E quindi della possibile fermata di quasi tutti gli impianti della Portovesme srl che metterebbe a rischio i posto di lavoro di circa 1300 operai.

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Quattro lavoratori della Portovesme srl, nel Sulcis, si sono asserragliati sulla ciminiera il 28 febbraio 2023. Foto Ansa/Murru

Operai in assemblea

Dal 27 febbraio gli operai degli appalti sono in assemblea permanente, nel piazzale della Portovesme srl, con presidio nella portineria. Là hanno piazzato anche alcune tende. “Questo non è un colpo di testa, ma è un’azione a sostegno delle vertenze e delle iniziative messe in atto sinora dalle Rsu e dai sindacati” hanno dichiarato all’agenzia di stampa Ansa alcuni lavoratori.

“Le assicurazioni non ci bastano”

Noi a questo punto abbiamo la necessità di avere un incontro urgente al ministero per aprire un confronto nazionale con tutti gli interlocutori seduti allo stesso tavolo. E trovare una soluzione subito sul fronte energia. Non bastano le rassicurazioni, ma per farci scendere servono impegni seri e forti“. Lavoratori e sindacati in assemblea, dunque, dopo la clamorosa protesta di quattro operai della Portovesme srl che sono saliti a 100 metri di altezza sulla ciminiera dell’impianto Kss della Portovesme srl, nel Sulcis.

Portovesme, 1250 operai

Solidarietà ai lavoratori che hanno intrapreso questa iniziativa a difesa del lavoro. È evidente che il tema da risolvere è quello dell’energia, purtroppo registriamo nessun passo avanti delle istituzioni. Condividendo il documento dei lavoratori chiediamo con la massima urgenza un incontro con il ministro competente“, dicono Emanuele Madeddu di Filctem-Cgil, Vincenzo Lai di Femca Cisl e Pierluigi Loi di Uiltec Uil. La Portovesme S.r.l., è scritto sul sito dell’azienda, è l’unico produttore di zinco e piombo​ in Italia. La fabbrica del Sulcis è dunque un sito di tale importanza che si definisce la Portovesme di “di importanza strategica​ nazionale”. Occupa circa 1250 operai che lavorano stabilmente​ all’interno degli impianti.

I 4 sulla ciminiera​

I quattro operai in cima alla ciminiera alta 100 metri sottolineano quindi che “tutte le iniziative pacifiche che abbiamo intrapreso non hanno portato nessun risultato. È un anno e mezzo che stiamo subendo questa crisi e gradualmente la società, senza una soluzione sul fronte del prezzo dell’energia, sta limitando i reparti marcia. Non possiamo più aspettare e attendere le promesse che finora non hanno portato a niente“.

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La proteste dei lavoratori saliti a 100 metri di altezza sulla ciminiera non si fermerà a breve. Foto Ansa

Rispetto agli impegni “presi un mese fa“, continuano gli operai, a oggi “non ci sono risposte e l’azienda sta incrementando la riduzione degli impianti. Noi riconosciamo che vi è una crisi energetica, ma occorre trovare un prezzo consono per l’energia e scongiurare la fermata. Ci sono già i lavoratori interinali che nel giro di un mese saranno a casa senza coperture“. E il settore dei lavoratori degli appalti “non riesce neppure a dare l’anticipazione della Cig: (la cassa integrazione, ndr.) è una condizione alquanto difficile per tutti“.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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