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Naufragio dei migranti: decine di morti, anche bambini. Appello di Mattarella all’Europa

Sulle spiagge di Crotone, in Calabria, riaffiorano spinti dal mare i cadaveri di uomini e donne. Almeno 62 le vittime ma potrebbero essere il doppio

A 24 ore dal naufragio di fronte alle coste crotonesi del barcone con a bordo circa 200 migranti, sale a 62 il bilancio del tutto parziale delle vittime. I soccorritori continuano a recuperare cadaveri. 

Al mattino del 27 febbraio si è trovato il corpo di un uomo sulla spiaggia ad alcune centinaia di metri dal luogo del disastro, sul litorale di Steccato di Cutro. Un altro corpo è stato recuperato in mare, a circa 400 metri dalla riva, da una motovedetta della Guardia costiera. Un terzo cadavere è emerso dalla acque a Le Castella – nota località turistica vicino a Crotone – a 3,5 miglia marine dal luogo del naufragio.

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Vittime del naufragio del 26 febbraio 2023 a Steccato di Cutro (Crotone) allineate ai bordi di una casa non lontano dal mare. Foto Ansa/Salvatore Monteverde

“Persone scaraventate in mare”

Si temono oltre 100 morti del naufragio in Calabria. Una strage che non è certo la prima: molte altre quasi quotidianamente avvengono nel Mediterraneo. Questa volta tutto è avvenuto a poche decine di metri dalle coste calabre. E il mare ora ‘restituisce’ i corpi. Non c’è ancora un numero attendibile delle persone che erano a bordo del barcone partito 4 giorni fa dalla Turchia e sfasciatosi, distrutto dal mare in tempesta, davanti a Steccato di Cutro.

Secondo alcuni superstiti del naufragio sarebbero stati circa 180 i migranti a bordo. Per altri molti di più, almeno 250. Al momento sono state salvate 80 persone. Il Corriere della Sera riporta testimonianze di sopravvissuti secondo cui gli scafisti, convinti che la polizia li stesse individuando in mare, hanno scaraventato in acqua una ventina di persone a qualche centinaio di metri dalla riva per ‘alleggerire’ la barca e cambiare rotta. Le forze dell’ordine avrebbero individuato e fermato alcuni scafisti.

Bambini piccoli fra le vittime

Degli 80 superstiti, 21 sono ricoverati ospedale e uno di loro è in gravi condizioni. Le squadre della Guardia Costiera, della Capitaneria di porto, Croce Rossa, forze dell’ordine e vigili del fuoco continuano le ricerche. Hanno finora recuperato la maggior parte dei cadaveri sulla spiaggia di Steccato di Cutro. Altri tre sulla spiaggia di Botricello, nel Catanzarese. Altri ancora a Le Castella di Isola Capo Rizzuto ed uno a Crotone.

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I resti del barcone che ha fatto naufragio il 26 febbraio al largo della spiaggia di Spaccato di Cutro, in Calabria. Foto Ansa/Giuseppe Pipita

Tra le vittime ci sono anche due gemellini di pochi anni e un bimbo di alcuni mesi, di meno di un anno. I corpi dei gemellini sono stati recuperati in mare, mentre quello del bambino è il mare lo ha sulla spiaggia. Nel naufragio, secondo alcune stime, sarebbero morti una ventina di bambini di varia età. I superstiti del naufragio, circa 80 persone, si trovano al centro di accoglienza di Isola Capo Rizzuto. I migranti provenivano da Iraq, Iran, Afghanistan e Siria. Cioè da alcuni dei paesi più poveri del mondo. Si è trattato di uno dei tanti viaggi della disperazione che segue la cosiddetta ‘rotta turca‘. Ovvero quella più battuta dai migranti provenienti dai paesi dell’area mediorientale.

Mattarella sul naufragio

Oltre alla preghiera di papa Francesco all’Angelus di domenica 26 febbraio, appena appresa la notizia, sul naufragio si è espresso anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Occorre, ha detto, “un forte impegno della comunità internazionale per rimuovere le cause alla base dei flussi di migranti. Guerre, persecuzioni, terrorismo, povertà, territori resi inospitali dal cambiamento climatico“. “È altrettanto indispensabile – ha aggiunto il capo dello Stato – che l’Ue assuma finalmente in concreto la responsabilità di governare il fenomeno migratorio. Per sottrarlo ai trafficanti di esseri umani, impegnandosi direttamente nelle politiche migratorie“.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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