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“Tik Tok troppo rischioso”: l’Italia valuta lo stop per i dipendenti pubblici

Si teme che l'app del social media cinese possa essere fonte di controllo dei dati da parte di Pechino

Dopo la decisione della Commissione europea, anche il governo italiano valuta un possibile blocco di Tik Tok per i dipendenti pubblici. La sicurezza dei dati sarebbe troppo a rischio con il social media cinese, il più in voga al mondo fra i giovani ma non solo.  

Lo annuncia il ministro della Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo. A Repubblica ha dichiarato che “il tema è all’attenzione da qualche giorno“. “Su questo argomento si sta già impegnando il Copasir” (il Comitato parlamentare di controllo sui servizi di sicurezza dell’Italia, n. d. r.)

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Nel nostro Paese potrebbe scattare presto la richiesta di rimozione della app del social cinese dai telefonini dei dipendenti della Pubblica amministrazione. Foto Twitter @Libero_official

Su Tik Tok decisione a breve

È evidente che il mio ministero, avendo 3,2 milioni di dipendenti, è fortemente coinvolto” nella questione Tik Tok, ha aggiunto il ministro Zangrillo. “Le opzioni possono essere di muoversi come si è mossa la Commissione europea. O eventualmente assumere una decisione diversa. È una scelta che non posso compiere in solitaria, mi devo confrontare con le altre istituzioni e insieme concorderemo una linea“.

La Ue teme la Cina

La Commissione Ue ha chiesto ufficialmente, il 23 febbraio, che dal prossimo 15 marzo tutti i suoi dipendenti abbiano rimosso l’app di Tik Tok dai telefonini aziendali e personali. Una decisione che i funzionari dell’esecutivo di Ursula von der Leyen hanno motivato con la necessità di “garantire la sicurezza informatica“.

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Il Ministro della Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo. Foto Ansa/Fabio Cimaglia

Detto in altre parole: evitare che il Governo della Cina, dove tutto è sotto il controllo diretto o indiretto dello Stato, disponga di informazioni e big data riservati sui dipendenti pubblici europei. Adesso anche gli Stati membri della Ue non possono restare indifferenti, Così il ministro Zangrillo è uscito allo scoperto. I tempi per una decisone anche in Italia saranno stretti, con un possibile vertice del Governo sul tema all’inizio della prossima settimana.

I data center di Tik Tok

I tuoni che arrivano da Bruxelles potrebbero dunque trasformarsi in pioggia anche in Italia. I dati dei cittadini dell’Unione europea sono protetti dal GDPR (General Data Protection Regulation). Si tratta del regolamento europeo sulla riservatezza dei dati personali e sensibili di ciascuno di noi. Una normativa che prevede, tra le altre cose, che i dati degli europei debbano rimanere in Europa. Tik Tok, che ha già aperto un data center in Irlanda, sta pianificando di aprirne altri due per poter contenere le informazioni degli oltre 125 milioni di utenti attivi ogni mese nel nostro continente.

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Tik Tok è già in parte bloccato in Inghilterra: il Parlamento ha chiuso il suo account lo scorso agosto. Foto Ansa/Epa Andy Rain

Al momento, precisa il Corriere della Sera, è poco chiaro dove finiscano i nostri dati condivisi con il social Tik Tok. Sono davvero protetti? Li spia il regime totalitario del partito comunista cinese? Sebbene ci siano state rassicurazioni da parte di Shou Zi Chew, amministratore delegato del social, sia alle autorità statunitensi che a quelle europee un recente annuncio di cambiamento della policy ha rivelato qualcosa di sintomatico. Ovvero come in realtà i dipendenti di ByteDance – la società proprietaria di Tik Tok – abbiano accesso ai dati degli utenti europei. E ciò “per garantire che la loro esperienza sulla piattaforma sia coerente, piacevole e sicura“.

I dati restano in Europa?

Come riporta il quotidiano inglese The Guardian, la stessa responsabile della privacy di TikTok in Europa, Elaine Fox, ha fatto alcune ammissioni. Ha spiegato che “in base a una comprovata necessità di svolgere il proprio lavoro, consentiamo ad alcuni dipendenti del nostro gruppo aziendale l’accesso remoto ai dati degli utenti europei di TikTok“. Il che avverrebbe, secondo Fox, “nel rispetto di una serie di solidi controlli di sicurezza e protocolli di approvazione. E attraverso metodi riconosciuti dal GDPR” europeo. I dipendenti di Tik Tok che hanno accesso ai dati dei cittadini della Ue sono “situati in Brasile, Canada, Cina, Israele, Giappone, Malesia, Filippine, Singapore, Corea del Sud e Stati Uniti“.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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