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È morto Maurizio Costanzo, addio al re dei talk show

Ha firmato decine di programmi radiofonici e televisivi, oltre che commedie teatrali, segnando la storia del mondo dello spettacolo italiano

È morto a Roma Maurizio Costanzo, giornalista, conduttore tv, autore, sceneggiatore. Aveva 84 anni.

Costanzo è deceduto a fine mattinata di oggi 24 febbraio. Ha firmato decine di programmi radiofonici e televisivi, come commedie teatrali. Con lui se ne va un grande uomo di spettacolo e un giornalista che con le sue trasmissioni – fra cui il più celebre è stato senza dubbio Maurizio Costanzo Show – ha fatto la storia dei media italiani.

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Costanzo durante la registrazione della prima puntata dell’edizione numero 40 del Maurizio Costanzo Show, al Teatro Parioli di Roma il 26 aprile 2022. Foto Ansa/Fabio Frustaci

La canzone per Mina

Nato a Roma il 28 agosto del 1938, Maurizio Costanzo sposa nel 1963 sposa Lori Sammartini. Sono gli anni in cui ha già avviato con successo la sua carriera giornalistica. Brucerà le tappe, passando presto da giornali e rotocalchi alla radio e alla televisione. Sarà fin da subito anche paroliere: è sua la storica canzone Se telefonando portata al successo da Mina. Dieci anni dopo è già al secondo dei suoi quattro matrimoni, con la giornalista Flaminia Morandi. Nel 1973 nasce la prima figlia Camilla, sceneggiatrice per la Rai, seguita nel 1975 da Saverio, sociologo e documentarista Rai.

La vicenda della P2

Il grande successo arriva nel 1976 con Bontà loro, considerato il primo talk-show della televisione italiana. Nel 1980 è alla direzione del primo telegiornale privatoContatto, per la rete televisiva della Rizzoli. È il maggio 1981 viene scoperta la loggia massonica P2, facente capo a Licio Gelli. Il giornalista figura fra nella lista degli iscritti. In seguito racconterà di essere stato inserito d’ufficio nell’elenco e di aver accettato, sicuramente in modo un po’ ingenuo, solo per salvaguardare il suo futuro professionale.

L’impegno antimafia e l’attentato

Amico del giudice Giovanni Falcone, ospite alle sue trasmissioni, Costanzo si è impegnato a viso aperto come uomo e giornalista nella lotta alla mafia. In seguito all’omicidio dell’imprenditore siciliano Libero Grassi, nel 1991, Costanzo e Michele Santoro realizzarono una maratona Rai-Fininvest contro la mafia. Memorabile rimase la scena in cui Costanzo bruciò in diretta una maglietta con scritto Mafia made in Italy. Proprio questo suo impegno è all’origine dell’attentato che avrebbe dovuto eliminarlo, il 14 maggio 1993. Una Fiat Uno imbottita di 90 chilogrammi di tritolo esplose a Roma in via Ruggero Fauro, vicino al Teatro Parioli di Roma, dove si registrava il Maurizio Costanzo Show. Lui e la sua compagna Maria De Filippi (sposata poi nel 1995) rimasero illesi.

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Il palcoscenico del ”Maurizio Costanzo Show”. Foto Ansa/Ettore Ferrari

Dal Maurizio Costanzo Show i volti della celebrità

Negli anni, dal Maurizio Costanzo Show – il salotto mediatico più importante della tv italiana degli anni ’80 e ’90 – hanno mosso i primi passi nella celebrità personaggi come Vittorio Sgarbi, attori come Nik NovecentoValerio Mastandrea e Ricky Memphis. Ma anche autori satirici e comici come Daniele Luttazzi e Alessandro Bergonzoni, cabarettisti come Giobbe CovattaEnzo IacchettiDario VergassolaStefano Nosei e Gioele Dix. Alcune puntate del Maurizio Costanzo Show erano intitolate Uno contro tutti. L’ospite, solitamente un politico o uomo di spettacolo, doveva rispondere alle domande del pubblico, a volte anche provocatorie.

Il cordoglio della premier

Ci lascia Maurizio Costanzo: icona del giornalismo e della tv, che ha saputo raccontare anni difficili con coraggio e professionalità. Grazie per aver portato nelle case degli italiani cultura, simpatia e gentilezza. Un pensiero a sua moglie Maria e ai suoi cari. Buon viaggio“. Lo scrive su Twitter la premier Giorgia Meloni.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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