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Wang Yi da Mattarella: la Cina, l’Italia e la Belt and Road Initiative

Roma è fra i primi paesi nella Ue per scambi commerciali con Pechino ma teme l'influenza della superpotenza del XXI secolo

Il ministro degli Esteri della Cina, Wang Yi, è in Italia in visita istituzionale. Il capo della diplomazia del Dragone sta compiendo un viaggio diplomatico in Europa, che lo ha già portato in Francia e lo porterà in Ungheria e Russia, oltre che a Monaco di Baviera per la 59ª Conferenza sulla Sicurezza.

Il fidatissimo inviato del presidente Xi Jinping e membro del Politburo incontrerà nella serata del 16 febbraio il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, alla Farnesina, per poi recarsi venerdì 17 febbraio al Quirinale dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

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Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi. Foto Ansa/epa

La Cina e la Belt and Road

Tanti i temi in agenda, la posizione di Pechino nel conflitto in corso in Ucraina e le crescenti tensioni tra la Cina, gli Stati Uniti e l’Occidente. In questo quadro è possibile un incontro tra Wang e il segretario di Stato degli Usa, Anthony Blinken, a Monaco in Germania, dopo che la missione a Pechino di quest’ultimo è stata annullata a causa della vicenda dei presunti palloni-spia cinesi sui cieli americani.

Ne discuteremo, parleremo di quello che accade e della situazione globale“, ha spiegato Tajani. Ma a Roma c’è anche il delicato tema del rinnovo del memorandum sulla Belt and Road initiative. Si tratta della cosiddetta Nuova Via della Seta, un patto a carattere economico e strategico col quale la Cina cerca di espandere i propri commerci e la propria influenza in Asia e in Europa. La Belt and Road è in scadenza quest’anno dopo la firma del 2019. La Cina, spiega l’Ansa, oltre al rinnovo tacito, punterebbe sulla visita della presidente del Consiglio Giorgia Meloni in primavera, in occasione del terzo Forum dedicato alla nuova Via della Seta.

Roma e Pechino, rapporto complesso

Ma già il Governo Draghi aveva preso le distanze dal memorandum siglato dal suo predecessore a Palazzo Chigi, Giuseppe Conte. In un’intervista all’Ansa, il nuovo ambasciatore cinese a Roma, Jia Guide, ha auspicato il rinnovo del patto tra Roma e Pechino. E ha evidenziato come negli ultimi tre anni, nonostante gli ostacoli a causa della pandemia della Covid, l’interscambio economico – ossia l’insieme delle importazioni ed esportazioni tra Cina e Italia – “ha segnato nuovi record“. Nel 2022 ha raggiunto i 77,88 miliardi di dollari e ha posto “Roma in prima linea a livello europeo tra i paesi che hanno rapporti commerciali con la Cina“.

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Il ministro degli Esteri cinese Wang Yi stringe la mano alla sua omologa francese Catherine Colonna. Foto Ansa/Epa Stephanie De Sakutin

Cina, “con la Francia per la pace

Prima di giungere a Roma, il capo della diplomazia della Cina, Wang Yi, ha incontrato a Parigi il presidente francese Emmanuel Macron e la ministra degli Esteri, Catherine Colonna. Il 15 febbraio Macron e Wang hanno concordato di voler contribuire “al raggiungimento della pace” in Ucraina. Il presidente francese non ha nascosto la speranza che la Cina – che rimane un importante alleato della Russia e non ha condannato l’invasione dell’Ucraina lanciata quasi un anno fa – faccia pressioni su Mosca.

E questo affinché gli emissari di Vladimir Putin tornino al tavolo dei negoziati. Macron e Wang hanno discusso della guerra e delle sue “conseguenze sui paesi più vulnerabili, in particolare in termini di sicurezza alimentare e capacità di finanziamento“, secondo la presidenza francese. Dopo la sua visita in Francia e in Italia, Wang proseguirà il suo tour con una tappa alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco in Germania, in programma da venerdì 17 a domenica 19 febbraio. Infine il ministro degli Esteri cinese si recherà a Mosca.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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