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Processo Ruby Ter, Berlusconi assolto: “Il fatto non sussiste”

I giudici non hanno creduto alle accuse della procura. In Aula Karima el Mahroug e Marysthell Garcia Polanco

Silvio Berlusconi è stato assolto con formula piena dall’accusa di corruzione in atti giudiziari nel processo milanese sul caso Ruby Ter. Il tribunale del capoluogo lombardo ha assolto tutti gli imputati. Qualcuno è stato prosciolto per prescrizione. Al Ruby Ter erano in tutto 29 gli imputati.

Oltre a Silvio Berlusconi, le assoluzioni, sempre con la formula “perché il fatto non sussiste“, hanno riguardato, tra gli altri, Karima el Mahroug, la giovane di origine marocchina al centro del processo, la cosiddetta Ruby rubacuori. Ma , allo stesso modo, anche le 20 giovani ex ospiti delle famigerate serate di Arcore che il Cavaliere offriva a numerosi convitati nei primi Anni Duemila.

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Ruby (a sinistra) in aula al processo il 15 febbraio 2023. Come Berlusconi (a destra, con la compagna, Marta Fascina,) è stata assolta in merito alle serate di Arcore

Ruby in Aula: “Io vittima, ora sono felice

Dopo la lettura della sentenza, Karima Ruby El Mahroug si è presentata in aula e ha dichiarato: “Non immaginavo una cosa così. Sono contentissima. È stata una liberazione da una vicenda che mi ha travolto da quando avevo 17 anni e che è stata un macigno non da poco. Sono molto felice“. E di Berlusconi cosa ne pensa? “Ne ho sempre parlato bene, con me si è sempre comportato bene, quindi, potrò solamente essergli grata, grata di aver conosciuto una persona così. Poi quello che è venuto dopo non lo auguro a nessuno, in tanti momenti ho pensato anche che era meglio non averlo mai incontrato. È stata una battaglia molto grande forse più grande di me e io sono sempre stata la vittima“.

Polanco: “Anni d’inferno

Il 15 febbraio in aula, tra gli imputati, l’unica presente fin dall’inizio è stata Marysthell Garcia Polanco. Si tratta di una delle ragazze coinvolte nel processo per aver partecipato alle cene “eleganti” nella residenza di Silvio Berlusconi a Villa San Martino di Arcore, in Brianza. Ma anche ai dopocena. Ovvero alle serate del cosiddetto bunga bunga, espressione entrata nel gergo giornalistico e dell’opinione pubblica, e attribuita a una barzelletta raccontata da Berlusconi ai suoi ospiti, con la quale l’ex premier alludeva all’atto sessuale.

Anche Garcia Polanco, assolta, doveva rispondere come le altre ragazze delle accuse di aver ricevuto denaro o altri benefici da Berlusconi per non rivelare cosa realmente accadesse nelle serate di Arcore. Prima dell’udienza decisiva del Ruby Ter, il 15 febbraio, la donna aveva dichiarato che “questi anni sono stati un inferno“. Al tempo stesso che “ho una sensazione positiva, penso che andrà bene: i giudici sono intelligenti e non possono condannare una persona che non ha fatto nulla. Non ci sono evidenze come ha detto il mio avvocato, sono tutte chiacchiere e distintivo. Se andrà male parlerò“.

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Karima el Mahroug, detta Ruby, all’udienza del processo il 15 febbraio 2023. Foto Ansa/Matteo Corner

Le accuse della Procura

Per l’ex showgirl, ricorda il Corriere della Sera, la procura di Milano aveva chiesto una condanna a 5 anni di carcere. Nel caso di Barbara Guerra, invece, i giudici hanno pronunciato una sentenza di “non luogo a procedere” per prescrizione del reato di calunnia. Per Guerra, la richiesta dell’accusa, rappresentata dai pm al processo Ruby Ter, Tiziana Siciliano e Luca Gaglio, era 6 anni di carcere per una “corruzione le cui prove sono state trovate“.

Secondo i pubblici ministeri, si tratta di bonifici mensili di 2.500 euro, case e gioielli, benefit che “non sono fatti per una sorta di perdita di chance: le ragazze sono state pagate – a dire dell’accusa – perché non hanno detto la verità“. Berlusconi si è sempre difeso dalle accuse parlando di “generosità” personale nei confronti delle sue ospiti alle serata del bunga bunga.

“Da Berlusconi 10 milioni in 5 anni”

Ovvero a proposito della cospicua massa di denaro effettivamente elargita alle ragazze nel corso di anni. Una sorta di ‘ricompensa’ per chi si è visto rovinare la vita da un’inchiesta giudiziaria (quella culminata nei processi Ruby) presto esplosa sulla stampa. La sentenza del tribunale di Milano di oggi 15 febbraio chiude un processo durato 6 anni e in cui la procura milanese ha accusato il leader di Forza Italia di aver pagato – da novembre 2011 fino al 2015 – circa 10 milioni di euro. Tutto denaro che sarebbe arrivato nelle tasche delle giovani ospiti di Arcore affinché fossero reticenti o mentissero durante i processi Ruby e Ruby Bis sulle serate di villa San Martino. I giudici del tribunale, però, non hanno ritenuto valide queste accuse assolvendo con formula piena tutti gli imputati.

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Marysthell Garcia Polanco al processo Ruby Ter a Milano, il 15 febbraio 2023. Foto Ansa/Matteo Corner

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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