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Carburanti, prezzi in calo. Ma scatta l’embargo sul petrolio russo

Allarme di Assoutenti: "Con un milione di barili in meno al giorno aumenteranno i prezzi alla pompa"

Il prezzo dei carburanti, la benzina ma anche il diesel, continua a scendere. È però da capire l’effetto che su tale discesa produrrà l’embargo europeo al petrolio della Russia. 

Secondo Quotidiano energia (Qe) con le quotazioni internazionali dei prodotti petroliferi ancora in calo alla chiusura di venerdì nonostante l’avvio dell’embargo sui prodotti petroliferi russi, sabato 4 febbraio Eni ha tagliato di nuovo il prezzo. Ovvero ha decurtato di 1 centesimo il prezzo del diesel, in particolare.

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In Italia i prezzi dei carburanti sono in discesa ma i fattori di incertezza restano. Foto Twitter @FrancoScarsell2

Prezzi dei carburanti, le cifre

I ribassi sui carburanti che gli operatori hanno deciso in questi giorni si riversano dunque sui prezzi praticati alla pompa. La media nazionale del diesel self è tornata sotto 1,9 euro al litro. Nel dettaglio, in base all’elaborazione di Qe dei dati comunicati dai gestori, e aggiornati al 5 febbraio, il prezzo medio della benzina in modalità self è 1,876 euro al litro. Il prezzo medio del diesel self è 1,898 euro al litro.

Sul servito per la benzina il prezzo medio si attesta a 2,016 euro al litro. La media del diesel servito è 2,038 euro al litro. I prezzi dei carburanti riguardano per anche il Gpl. In questo caso si posizionano tra 0,794 e 0,823 euro al litro (no logo 0,791). Infine, il prezzo medio del metano auto si colloca tra 1,937 e 2,219 (no logo 2,045).

Embargo e price cap

Sul petrolio russo è scattato intanto l’embargo alle importazioni via mare. Inoltre, con un’intesa molto complessa tra i Ventisette dell’Unione europea, che anche il G7 e l’Australia hanno salutato con favore, aderendovi, l’intero Occidente ha stabilito il price cap sui prodotti petroliferi raffinati. Per price cap si intende un tetto ai prezzi, da non superare, ai quali acquistare gas e petrolio dai paesi produttori come la Russia. Di fatto una maxi sanzione a Mosca, che non può far leva sul libero oscillare dei prezzi di mercato.

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La presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen. Foto Ansa/Epa

Embargo e price cap rappresentano, secondo la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, due armi per “far pagare a Putin il prezzo della sua atroce guerra“. L’embargo, secondo Assoutenti, rischia però di determinare nuovi rincari dei carburanti alla pompa con danni sia sul fronte dei costi dei rifornimenti che dell’inflazione. Secondo l’associazione, il calo di “un milione di barili al giorno provenienti dalla Russia” spingerà i paesi a rifornirsi di benzina e gasoliopresso altri Stati come Cina e Usa“. Il che comporterà “maggiori costi di trasporto, senza contare le possibili speculazioni legate alla corsa agli accaparramenti“.

Extra-profitti sui carburanti

In questo modo “i listini alla pompa potrebbero toccare in Italia nuovi record. Considerato che già oggi sulle autostrade il gasolio in modalità servito è tornato a superare quota 2,5 euro al litro su diverse tratte“. In base a un suo studio, Assoutenti ritiene che il business dei carburanti ha fruttato in Italia lo scorso anno 9,4 miliardi di euro solo a titolo di “extra-profitti“.

Se si considera anche l’inflazione tra il 2012 e il 2022 in Italia, l’extra-profitto derivante dalla differenza tra i prezzi del petrolio e quelli dei carburanti raggiunge 0,190 euro/litro per la benzina, 0,264 euro/litro per il gasolio. Questo significa che, sulla base dei consumi di carburanti registrati in Italia nel 2022, pari a 10.384 miliardi di litri di benzina e 28.526 miliardi di litri di diesel, lo scorso anno grazie alla crescita dei listini alla pompa si sono registrati extra-profitti per 9,39 miliardi di euro. Ovvero 1,973 miliardi sulla verde e 7,417 miliardi sul gasolio.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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