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Giorgia Meloni attacca il PD sul caso Cospito: “Delmastro rimanga al suo posto”

Dalla presidente del Consiglio arriva un invito a tutti ad abbassare i toni su un caso che sta infiammando la politica italiana

La premier Giorgia Meloni interviene sulla vicenda di Alfredo Cospito, l’ergastolano anarchico al 41 bis in sciopero della fame. “Non c’è nessun presupposto per le dimissioni del sottosegretario Delmastro” scrive in una lettera al Corriere della Sera.

Non ritengo vi siano in alcun modo i presupposti per le dimissioni che qualcuno ha richiesto” sostiene Meloni. “Peraltro, le notizie contenute nella documentazione oggetto del contendere, che il ministero della Giustizia ha chiarito non essere oggetto di segreto, alcuni media le hanno addirittura anticipate“.

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La premier Giorgia Meloni. Foto Ansa/Epa Clemens Bilan

L’irritazione contro i giornalisti

Caro direttore – scrive Meloni – da diversi giorni mi si accusa di reticenza in relazione all’acceso dibattito su Alfredo Cospito svoltosi alla Camera“. Un dibattito “che ha visto coinvolti tra gli altri l’onorevole Donzelli e il sottosegretario Delmastro” scrive Meloni. “Della vicenda – spiega – mi è stato chiesto ieri, quando durante una conferenza stampa con il cancelliere Scholz a Berlino, e di fronte ai media internazionali, giornalisti italiani mi hanno interrogato su questo. Evidentemente meno interessati alla trattativa che stavo conducendo nell’interesse italiano in vista del prossimo Consiglio europeo straordinario“.

Meloni: “Ma ora abbassiamo i toni

Sicuramente i toni si sono troppo alzati e invito tutti, a partire dagli esponenti di Fratelli D’Italia, a riportarli al livello di un confronto franco ma rispettoso” continua la premier. “Ci sono in questo polverone, a mio avviso, aspetti chiaramente strumentali. Trovo singolare che ci si scandalizzi perché in Parlamento si è discusso di documenti non coperti da segreto, mentre da anni conversazioni privatequeste sì da non divulgaredivengono spesso di pubblico dominio”.

Attacco al PD

Nella sua lettera al Corriere della Sera Giorgia Meloni continua scagliandosi politicamente contro il Partito Democratico. “Trovo singolare – scrive – l’indignazione del PD per un’accusa sicuramente eccessiva. Quando però la sinistra in passato ha mosso alla sottoscritta, leader dell’opposizione, le accuse di essere ‘la mandante morale delle morti in mare‘ o di guidare un ‘partito eversivo’, per citarne alcune. Senza dimenticare quando esponenti istituzionali gridavano tra gli applausi che avremmo dovuto ‘sputare sangue’” prosegue la presidente del Consiglio.

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Il sottosegretario della Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove. Foto Ansa/Giuseppe Lami

Meloni contro la visita a Cospito

Poi Giorgia Meloni torna a puntare il dito sul caso Cospito. “Trovo paradossale che non si possa chiedere conto ai partiti della sinistra delle loro scelte, quando all’origine delle polemiche di questi giorni si colloca oggettivamente la visita a Cospito di una qualificata rappresentanza del Partito democratico. In un momento in cui il detenuto intensificava gli sforzi di comunicazione con l’esterno, come emerge dalle note dell’autorità giudiziaria che si è pronunciata sul caso, rese note dai mezzi di informazione.

“E quello che colpisce me, ancora più di quella visita, è che dopo aver preso atto dei rapporti tra Alfredo Cospito e i boss mafiosi in regime di carcere duro, e ben sapendo quanto alla mafia convenga mettere in discussione il 41 bis, autorevolissimi esponenti del PD abbiano continuato a chiedere la revoca dell’istituto per Cospito“. In questo modo secondo Meloni fingendo di non comprendere le implicazioni che tale scelta avrebbe avuto soprattutto in termini di lotta alla criminalità organizzata“. E non è forse un caso se la lettera di Giorgia Meloni al Corriere della Sera arriva il giorno dopo la visita a Cospito, nel carcere milanese di Opera, da parte della senatrice Ilaria Cucchi.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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