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Record mondiale italiano in Antartide: la nave “Laura Bassi” nel punto più a sud della Terra

L'imbarcazione dell'Istituto Nazionale di Oceanografia è arrivata in un punto inesplorato della Baia delle Balene, nel Mare di Ross

Dopo due mesi e mezzo di avventuroso viaggio, la nave rompighiaccio italiana Laura Bassi ha toccato il punto più a Sud mai raggiunto da un’imbarcazione.

Si tratta di una nave dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (OGS) con a bordo un equipaggio di scienziati e ricercatori. L’impresa rientra nella campagna oceanografica della 38ª spedizione Italiana del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA).

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La nave italiana “Laura Bassi” raggiunge la Baia delle Balene, nel Mare di Ross, il punto più a sud mai toccato da imbarcazione umana. Foto Twitter @OGS_IT

I ricercatori e i tecnici a bordo della nave hanno raggiunto, all’interno della Baia delle Balene, un sito fino a oggi inesplorato. Si trova alla latitudine di 78° 44.280′ S, il punto più meridionale mai raggiunto nel Mare di Ross in Antartide.

Il viaggio della nave

La navigazione della Laura Bassi è stata piena di avventure. Come per altro appare giusto per un’imbarcazione che porta il nome di una fisica bolognese del Settecento, Laura Bassi, appunto: una delle prime donne laureate in Italia e tra le prime al mondo a ottenere una cattedra universitaria.

Pochi giorni dopo essere salpata da Trieste, lo scorso 17 novembre, alla volta della Nuova Zelanda, già nel mar Ionio il comandante della nave, Franco Sedmak si è fermato per soccorrere un battello che rischiava di affondare per via del fortissimo mare mosso. Si trattava di un’imbarcazione carica di migranti, in massima parte provenienti dall’Afghanistan, con a bordo 92 persone, tra cui 49 uomini, 20 donne e 23 bambini.

I migranti sono stati trasferiti in Grecia dalla Guardia Costiera ellenica. L’equipaggio della nave Laura Bassi ha sfidato onde alte 12 metri nei mari più tempestosi del mondo. I marinai dell’Ottocento avevano battezzato le latitudini Sud con nomi che esprimevano le difficoltà nell’affrontare quei mari sempre in burrasca, ricorda il Corriere della Sera. I 40° di latitudine erano I ruggenti e i 50° Gli urlanti. Acque dove venti e correnti non trovano ostacoli e percorrono l’intera circonferenza della Terra rincorrendosi in una sequenza ininterrotta di raffiche sotto un cielo quasi sempre di colore del piombo.

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Un momento della spedizione della nave “Laura Bassi” in Antartide. Foto Twitter @ItaliAntartide

I mari più tempestosi

ll record italiano della nave Laura Bassi è stato raggiunto nel corso della prima campagna oceanografica dedicata a 7 diversi progetti. Un insieme di attività per il lancio e recupero di boe (floating e drifter); per lo studio della circolazione marina; per il recupero e la messa a mare dei mooring. Si tratta, in quest’ultimo caso, di un insieme di strumenti oceanografici ancorati lungo una catena ormeggiata in fondo al mare fino a mille metri di profondità.

Ma la ricerca scientifica dell’equipaggio della nave italiana in Antartide non si ferma qui. Gli scienziati dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale analizzeranno sistemi di misura ancorati al fondo del mare utilizzati per lo studio di caratteristiche fisico e chimiche della colonna d’acqua. Così come carotaggi tramite multicorer o box corer e carotaggi per lo studio geologico del fondale marino. Svolgeranno poi attività di pesca scientifica e indagini di laboratorio biologico e chimico fisico. La missione italiana ha inoltre lo scopo di condurre un’attività specifica legata alla mappatura del fondale marino per la realizzazione di mappe di aree ancora non cartografate dell’Antartide. Un’attività in collaborazione con l’Istituto Idrografico della Marina Militare Italiana.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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