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Ucraina, il 2023 porta una guerra sempre più feroce

I russi massacrano i civili a Dnipro con bombardamenti indiscriminati. Allarmi in tutte le regioni ucraine, anche all'ovest

Le autorità di Dnipro, in Ucraina, hanno annunciato tre giorni di lutto, a partire da domenica 15 gennaio. Sabato 14 gennaio un attacco missilistico dei russi ha sventrato un condominio massacrando intere famiglie. 

Si contano almeno 20 morti, fra cui una ragazza di 15 anni, e 73 feriti, compresi 14 bambini. Sono 72 gli appartamenti distrutti e 230 quelli danneggiati.

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Il condominio di Dnipro, Ucraina, sventrato dai missili russi il 14 gennaio 2023: almeno 20 le vittime e 73 i feriti. Foto Ansa/Twitter Volodymyr Zelensky

A rendere note le cifre su Telegram è stato il governatore della regione di Dnipropetrovsk, Valentyn Reznichenko, come riporta il Kyiv Independent. Secondo Reznichenko, più di 40 persone si trovano adesso ricoverate negli ospedali locali. “Sono stati proclamati tre giorni di lutto per le persone rimaste uccise in un attacco missilistico contro un condominio nella zona residenziale di Peremoha nella città di Dnipro“, si legge in un comunicato.

Ucraina, attacchi in tutto il Paese

Il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, promette che non ci sarà alcuna pietà contro il “terrore” di Mosca: “Il mondo deve fermare il male“, ha invocato. Mentre il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba ha fatto appello a G7 e Unione europea per nuove sanzioni che possano “uccidere l’industria dei missili e droni” russa. Quello del 14 gennaio è stato il decimo attacco missilistico su vasta scala che ha preso di mira l’Ucraina, sostengono i media locali.

A Kiev i russi hanno colpito infrastrutture critiche e 28 edifici residenziali, senza fare vittime, a quanto sembra. Secondo il capo dell’amministrazione regionale di Mykolaiv, Vitaliy Kim, 17 bombardieri russi si sono alzati in volo verso l’Ucraina. L’allarme ha risuonato in tutte le regioni, seguito da una seconda ondata di esplosioni nella capitale e in tutte le regioni del paese, anche nell’ovest, non lontano da Polonia, Ungheria, Slovacchia e Romania. Nonostante l’aeronautica abbia riferito di aver intercettato 25 missili russi su 38, i raid hanno colpito le già martoriate infrastrutture strategiche e reti elettriche. Anche a Leopoli e Kharkiv, portando nuovi blackout.

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Cittadini comuni arrivano con pale e secchi sul luogo del massacro a Dnipro. Aspettano che qualcuno dia loro il permesso di scavare fra le macerie. Foto Twitter @ilario82

All’orizzonte ci sono “giorni difficili” sul fronte energetico, ha detto il ministro dell’Energia, German Galushchenko. Sui socia media rimbalzano le immagini del condominio di Dnipro ridotto in macerie, spaccato a metà. La Moldavia, che confina a sud-ovest con l’Ucraina, ha denunciato che “frammenti di un missile sono caduti sul nostro territorio“. “Questo è il terzo caso“, ha ricordato Chisinau. Nel Donbass resta aperta la questione di Soledar, il paese a 10 chilometri da Bakhmut dove si sta combattendo una feroce battaglia fra russi e ucraini. L’esercito di Kiev sostiene di avere il controllo della città e nega le rivendicazioni di Mosca che afferma di averla conquistata.

Zelensky aspetta Giorgia Meloni

La guerra in Ucraina non accenna dunque a diminuire, in questo inizio di 2023. Il premier britannico, Rishi Sunak, ha assicurato a Zelensky che farà arrivare a Kiev i carri armati Challenger 2, mentre la Polonia fornirà all’Ucraina i tank Leopard. E dopo le indiscrezioni di Rivista Difesa secondo cui l’Italia avrebbe dato l’ok alla fornitura dei sistemi antiaerei Samp/T all’Ucraina, a Kiev c’è attesa per la visita della premier Giorgia Meloni. “Abbiamo ascoltato molte dichiarazioni a favore dell’Ucraina da parte sua“, ha affermato a Sky TG24 Andriy Yermak, capo dell’ufficio del presidente ucraino. “Penso che l’Italia potrebbe essere uno dei Paesi che porterà l’Ucraina alla vittoria“.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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