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Meteo, caldo anomalo fino alla Befana poi cambia tutto

Correnti perturbate porteranno una brusca diminuzione delle temperature dopo la prima decade del mese

Minime di 10 gradi, massime oltre i 20 gradi: il meteo in Italia non è quello dell’inverno. Eppure siamo agli inizi di gennaio sebbene sembri di essere quasi a primavera.

Il clima del nostro Paese sembra quello dell’Egitto in inverno e non mancano le zanzare. I valori notturni sono di circa 9 gradi più alti della media. Durante il giorno possiamo tranquillamente girare con una felpa di cotone anche in montagna.

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Temperature ancora sopra la media del periodo per tutta la prima settimana di gennaio. Foto ilmeteo.it

Lorenzo Tedici, meteorologo del sito ilmeteo.it, conferma che il caldo anomalo è padrone non solo del meteo dell’Italia, ma di tutta l’Europa centro settentrionale. Dove le temperature massime hanno toccato 19 gradi in Polonia, 18 gradi in Germania e persino 15 gradi in Lituania o 13 in Danimarca. In queste ore le anomalie termiche, cioè le temperature superiori alla media del periodo, insistono ancora su tutto il continente ad eccezione di Lapponia, parte della Norvegia, Scozia ed Irlanda.

Meteo fra caldo e nubi

Responsabile di questo caldo anomalo, lo sappiamo, è l’anticiclone africano che domina e dominerà la scena meteo per tutta questa settimana. Al momento sembra che da domenica 8 gennaio qualcosa cambierà, ma gli esperti attendono conferme. Le cose tornano per il momento al trend abituale di questi ultimi 10 giorni, ovvero con il ritorno della nebbia sulla Pianura Padana, la presenza di molte nuvole in Toscana, Umbria e lungo le coste del Lazio e di un tempo più soleggiato al Sud. In questo contesto le temperature non subiranno sostanziali variazioni, mantenendosi sopra la media del periodo di circa 5-6 gradi.

Questa situazione, secondo il direttore de ilmeteo.it, Antonio Sanò, ci accompagnerà fino all’Epifania (e anche a sabato 7 gennaio), poi le cose – conclude il metereologo – “potrebbero mutare“. Da domenica 8 gennaio, in sostanza, l’anticiclone potrebbe subire un nuovo attacco da parte delle impetuose correnti perturbate nord-atlantiche, afferma Sanò. “L’ingresso di venti più freschi dai quadranti settentrionali oltre a favorire una generale diminuzione delle temperature, darà vita a un temporaneo centro depressionario che piloterà una perturbazione atlantica ben più organizzata e intensa rispetto alla precedente“.

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Da dopo l’Epifania si prevede un brusco cambio meteo sull’Italia con l’irruzione del freddo che negli ultimi giorni è sparito. Foto Pixabay

Cosa cambierà dopo la Befana

Si tratta di un tentativo da parte delle fredde correnti settentrionali di fare breccia nell’area anticiclonica per riportare una certa normalità climatica sull’Italia. I due principali modelli meteo – quello europeo e quello americano – identificano un primo approccio intorno al 3-4 gennaio e un secondo (apparentemente più incisivo) tra il 7 e l’8 gennaio. Data la distanza temporale, l’attendibilità risulta maggiore per quello previsto il 3-4. La matrice dell’impulso, sostiene 3Bmeteo, sarà scandinava e porterà freddo e neve fino a bassa quota sul Baltico, la Danimarca e probabilmente anche la Germania settentrionale e la Polonia. Tutti territori che, come il resto dell’Europa centrale e meridionale, sono stati sopra la media delle temperature del periodo.

È un’evoluzione incerta, ma se dovesse essere confermata ci sarebbe il ritorno a un dinamismo di stampo più invernale. Il grosso dell’aria fredda, anche in questo caso, scivolerebbe sull’Europa Orientale, ma vi sarebbe comunque il ritorno almeno della pioggia e della neve sui rilievi. Le proiezioni del centro meteo europeo vedono invece una maggiore persistenza dell’anticiclone, anche se la tendenza verso il 10 gennaio sarebbe favorevole ad un cambiamento per l’intrusione di correnti nord-atlantiche. Un cambio di circolazione appare quindi sempre più probabile dopo la prima decade del mese.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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