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Papa Benedetto in San Pietro, l’omaggio delle autorità e di migliaia di persone

Dopo Sergio Mattarella e Giorgia Meloni una folla di fedeli entrerà per 3 giorni nella basilica più famosa del mondo. I funerali il 5 gennaio

La salma del Papa Emerito Benedetto XVI, Joseph Ratzinger, è esposta all’ultimo omaggio dei fedeli, prima dei funerali, nella basilica di San Pietro a Roma. 

Centinaia le persone in coda fin dalle prima luci del mattino del 2 gennaio – se ne attendono 30 mila al giorno fino al 4 gennaio compreso – per entrare in San Pietro. La basilica ha aperto alle 9. La salma del Pontefice resterà esposta per tre giorni, fino ai funerali che si celebreranno giovedì 5 gennaio, officiati da papa Francesco.

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Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, di fronte alla salma di papa Benedetto XVI il 2 gennaio 2023 in San Pietro. Foto Vatican Media

Mattarella e Meloni di fronte al Papa

La traslazione della salma dal monastero Mater Ecclesiae alla basilica è avvenuta, in forma privata, alle 7, l’arrivo alle 7.15. Il breve rito, presieduto dal cardinal Mauro Gambetti, arciprete di San Pietro, è durato fino alle 7.40. Poi è stata ultimata la preparazione della chiesa per l’arrivo dei fedeli. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha reso omaggio a Benedetto XVI “alle 8.50, prima dell’apertura della basilica vaticana” al pubblico, ha detto all’Ansa il parroco di San Pietro, don Agnello Stoia.

Anche la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha reso omaggio a Joseph Ratzinger. Con lei il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, e il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida. Fuori da San Pietro, per le strade limitrofe di Roma, una lunga coda di fedeli ha atteso pazientemente il turno per entrare nella basilica e rendere il proprio personale omaggio a papa Benedetto.

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La premier Giorgia Meloni rende omaggio in San Pietro alla salma di Papa Ratzinger. Foto Vaticano Media

Il testamento di Ratzinger

Il Vaticano ha reso noto il testamento spirituale di Joseph Ratzinger. “Se in quest’ora tarda della mia vita guardo indietro ai decenni che ho percorso, per prima cosa vedo quante ragioni abbia per ringraziare” ha scritto Papa Benedetto. “Ringrazio prima di ogni altro Dio stesso, il dispensatore di ogni buon dono, che mi ha donato la vita e mi ha guidato attraverso vari momenti di confusione; rialzandomi sempre ogni volta che incominciavo a scivolare e donandomi sempre di nuovo la luce del suo volto.

Il Papa poi dedica uno speciale ringraziamento ai genitori alla sorella e al fratello. Quindi si rivolge ai tedeschi. “Voglio ringraziare il Signore per la mia bella patria nelle Prealpi bavaresi, nella quale sempre ho visto trasparire lo splendore del Creatore stesso. Ringrazio la gente della mia patria perché in loro ho potuto sempre di nuovo sperimentare la bellezza della fede. Prego affinché la nostra terra resti una terra di fede e vi prego, cari compatrioti: non lasciatevi distogliere dalla fede.

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Folla di fedeli in coda fin dal mattino del 2 gennaio per rendere omaggio al Papa Emerito Benedetto XVI, morto il 31 dicembre 2022. Foto Twitter @H24Prati

“Italia, la mia seconda patria”

“E finalmente ringrazio Dio per tutto il bello che ho potuto sperimentare in tutte le tappe del mio cammino, specialmente però a Roma e in Italia che è diventata la mia seconda patria. A tutti quelli a cui abbia in qualche modo fatto torto, chiedo di cuore perdono. Quello che prima ho detto ai miei compatrioti, lo dico ora a tutti quelli che nella Chiesa sono stati affidati al mio servizio: rimanete saldi nella fede! Non lasciatevi confondere! Infine, chiedo umilmente: pregate per me, così che il Signore, nonostante tutti i miei peccati e insufficienze, mi accolga nelle dimore eterne. A tutti quelli che mi sono affidati, giorno per giorno, va di cuore la mia preghiera.

 

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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