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Mattarella: “Il 2023 sia l’anno della pace”

Nel discorso agli italiani il riferimento all'Ucraina e all'Iran. Ma anche il plauso alla nostra democrazia che vede per la prima volta una donna premier

Per l’ottava volta il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si è rivolto agli italiani per il suo discorso di fine anno che è durato 16 minuti.

Molti i temi toccati dal capo dello Stato: dal nuovo Governo, alle famiglie e dalla guerra in Ucraina alla sanità e alle tasse.

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Sergio Mattarella durante il discorso di fine anno il 31 dicembre 2022 in diretta tv sulla Rai. Foto Ansa/Rai Uno

Un anno addietro, rivolgendomi a voi in questa occasione, definivo i sette anni precedenti come impegnativi e complessi” ha detto Mattarella cominciando il suo discorso. “Lo è stato anche l’anno trascorso, così denso di eventi politici e istituzionali di rilievo“. Il presidente ha ricordato “l’elezione del Presidente della Repubblica, con la scelta del Parlamento e dei delegati delle Regioni che, in modo per me inatteso, mi impegna per un secondo mandato“. Mattarella ha poi ricordato “lo scioglimento anticipato delle Camere e le elezioni politiche, tenutesi, per la prima volta, in autunno“.

Mattarella e il Governo Meloni

Il chiaro risultato elettorale ha consentito la veloce nascita del nuovo Governoha sottolineato – guidato, per la prima volta, da una donna. È questa una novità di grande significato sociale e culturale, che era da tempo matura nel nostro Paese, oggi divenuta realtà“. “La concretezza della realtà ha convocato ciascuno alla responsabilità. Sollecita tutti ad applicarsi all’urgenza di problemi che attendono risposte. La nostra democrazia si è dimostrata, ancora una volta, una democrazia matura, compiuta, anche per questa esperienza, da tutti acquisita, di rappresentare e governare un grande Paese“.

La guerra in Ucraina

Inevitabile, nel discorso del presidente un richiamo alla guerra in Ucraina che da quasi un anno, ormai sta devastando quel paese e mettendo in pericolo l’Europa. “Siamo in attesa di accogliere il nuovo anno ma anche in queste ore il pensiero non riesce a distogliersi dalla guerra che sta insanguinando il nostro Continente” ha affermato Mattarella. “Il 2022 è stato l’anno della folle guerra scatenata dalla Federazione russa. La risposta dell’Italia, dell’Europa e dell’Occidente è stata un pieno sostegno al Paese aggredito e al popolo ucraino, il quale con coraggio sta difendendo la propria libertà e i propri diritti“.

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Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Foto Ansa/Quirinale Paolo Giandotti

“Il 2023 sia l’anno della pace”

Se questo è stato l’anno della guerra, dobbiamo concentrare gli sforzi affinché il 2023 sia l’anno della fine delle ostilità, del silenzio delle armi, del fermarsi di questa disumana scia di sangue, di morti, di sofferenze” ha proseguito Sergio Mattarella. “La pace è parte fondativa dell’identità europea e, fin dall’inizio del conflitto, l’Europa cerca spiragli per raggiungerla nella giustizia e nella libertà. Alla pace esorta costantemente Papa Francesco“.

La speranza di pace è fondata anche sul rifiuto di una visione che fa tornare indietro la storia. Si basa soprattutto sulla forza della libertà. Sulla volontà di affermare la civiltà dei diritti. Qualcosa che è radicato nel cuore delle donne e degli uomini. Ancor più forte nelle nuove generazioni“. E il riferimento di Mattarella è anche – ma non solo – a ciò che accade a Teheran e in tante parti dell’Iran. “Lo testimoniano le giovani dell’Iran, con il loro coraggio. Le donne afghane che lottano per la loro libertà. Quei ragazzi russi, che sfidano la repressione per dire il loro no alla guerra“.

Mattarella e il Covid

Mattarella ha quindi parlato del problema della pandemia. “Dal Covid – purtroppo non ancora sconfitto definitivamente – abbiamo tratto insegnamenti da non dimenticare” ha dichiarato. “Abbiamo compreso che la scienza, le istituzioni civili, la solidarietà concreta sono risorse preziose di una comunità, e tanto più sono efficaci quanto più sono capaci di integrarsi, di sostenersi a vicenda. Quanto più producono fiducia e responsabilità nelle persone“. “Occorre operare affinché quel presidio insostituibile di unità del Paese rappresentato dal Servizio sanitario nazionale si rafforzi, ponendo sempre più al centro la persona e i suoi bisogni concreti, nel territorio in cui vive“, sottolinea il Presidente.

Lavoro e disuguaglianze

So bene – ha quindi sottolineato il presidente – quanti italiani affrontano questi mesi con grandi preoccupazioni. L’inflazione, i costi dell’energia, le difficoltà di tante famiglie e imprese, l’aumento della povertà e del bisogno. La carenza di lavoro sottrae diritti e dignità. Ancora troppo alto è il prezzo che paghiamo alla disoccupazione e alla precarietà“. “Allarma soprattutto la condizione di tanti ragazzi in difficoltà. La povertà minorile, dall’inizio della crisi globale del 2008 a oggi, è quadruplicata“.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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