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Belgio, fermati un ex parlamentare europeo e altri 3 italiani: “Corrotti dal Qatar”

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Fermati in Belgio con l’accusa di corruzione l’ex parlamentare europeo del PD, Pier Antonio Panzeri e il segretario dell’organizzazione internazionale dei sindacati, Luca Visentini. Gli inquirenti belgi hanno emesso analoghi provvedimenti nei confronti di altri due cittadini italiani.

Sono in tutto 16 le perquisizioni domiciliari che la giustizia federale del Belgio ha effettuato al mattino del 9 dicembre nell’ambito di un’indagine per presunta corruzione, attività criminale organizzata e riciclaggio di denaro. L’indagine era cominciata nello scorso mese di luglio. A rivelare dell’operazione e dei fermi di polizia è la stampa di Bruxelles, in particolare il quotidiano Le Soir e il settimanale in lingua olandese Knack. Tra le persone che le forze dell’ordine hanno posto in stato di fermo ci sono, come detto, l’ex europarlamentare PD (ora Articolo 1 – Liberi e Uguali), Pier Antonio Panzeri (67 anni) e l’attuale segretario generale dell’organizzazione internazionale dei sindacati Ituc, Luca Visentini (53 anni).

Pier Antonio Panzeri, 67 anni, ex parlamentare europeo del PD, è sotto accusa: la magistratura belga lo ritiene corrotto perché avrebbe ricevuto regalìe dal Qatar. Foto Ansa/Epa Stéphanie Lecocq

Le ipotesi degli inquirenti in Belgio

Dal Belgio gli investigatori sospettano che un Paese arabo che si affaccia sul Golfo persico abbia tentato di influenzare le decisioni economiche e politiche del Parlamento europeo andando ben oltre una ‘normale’ attività di lobbying. Secondo Le Soir, il Paese in questione sarebbe il Qatar, dove si sta svolgendo la fase finale del Campionato Mondiale di calcio. Il caso, scoppiato nel bel mezzo della kermesse (siamo ai quarti di finale), ha fatto in breve tempo il giro dei siti di informazione di tutta Europa. A Le Soir la procura federale ha precisato: “Sono 16 le perquisizioni in diversi comuni di Bruxelles. In particolare a Ixelles, Schaerbeek, Crainhem, Forest e Brussels-City“.

Gli inquirenti anticorruzione “sospettano che un paese del Golfo stia cercando di influenzare le decisioni economiche e politiche del Parlamento europeo“, secondo le tesi della Procura riportate dai due media. In che modo? “Pagando ingenti somme di denaro o offrendo doni significativi a terzi che rivestono una posizione politica e/o strategica significativa all’interno del Parlamento europeo“. Durante la perquisizione in casa di Panzeri, si legge su Le Soir, le autorità hanno ritrovato 600mila euro in contanti.

Luca Visentini, 53 anni, segretario generale dell’organizzazione internazionale dei sindacati Ituc. Foto Ansa/Epa Stéphanie Lecocq

Chi sono gli altri italiani coinvolti

Tra gli arrestati, oltre a Panzeri e Visentini, i media riferiscono esserci anche il direttore di una ONG e un assistente parlamentare, anch’essi di origine italiana. Si tratta di personalità attive nelle associazioni per i diritti umani. Panzeri è anche presidente di Fight Impunity, nel cuore di Bruxelles, in rue Ducale, che promuove “la lotta all’impunità per gravi violazioni dei diritti umani” e la giustizia internazionale. Tra i luoghi in cui la polizia di Bruxelles ha effettuato le perquisizioni ci sarebbe anche la sede dell’associazione.

Il Qatar ‘opera’ in Belgio

Maggiori informazioni sull’architettura dell’organizzazione potrebbero emergere dalle analisi dei devices e dei telefoni sequestrati dagli inquirenti nel corso dei blitz che hanno riguardato soprattutto gli assistenti parlamentari legati al gruppo Socialisti e Democratici e, in un caso, al Partito Popolare Europeo. Bruxelles, ricorda Le Soir, pullula sia di spie che di lobbisti, anche a causa delle presenza del quartier generale della NATO, oltre che di quelli delle istituzioni europee. Adesso però si tratta di presunta corruzione all’interno dell’unico organo europeo direttamente eletto dai cittadini. E ad agire sarebbe uno stato straniero, il Qatar, regolarmente accusato di violare i diritti umani degli oppositori politici, delle persone LGBTQ+ e dei 2 milioni di lavoratori migranti che popolano l’emirato.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore. Segui Domenico su Facebook Segui Domenico su Linkedin

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