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Mondiali in Qatar, il grande calcio riparte. Ma in campo ci sono anche i diritti civili

Il portiere e capitano della Germania, Manuel Neuer, ha confermato che giocherà con la fascia "One Love" al braccio

I mondiali del Qatar sono cominciati, domenica 20 novembre. Tuttavia non c’è solo il calcio. Diritti dei lavoratori, delle donne, degli immigrati, del mondo Lgbtq+ sono fra i temi delle polemiche in corso.

Così come il dissenso e i diritti delle minoranze, la lotta contro le ingiustizie e per la democrazia. Tutti argomenti di discussione che hanno scalzato fino a oggi dalle prime pagine i titoli sportivi. Da domenica 20 novembre il calcio giocato dovrà convivere con questi fatti. Spesso accuse gravissime. Come quella delle associazioni per i diritti umani che imputano 6.500 morti sul lavoro in questi 12 anni di diritti ignorati in Qatar.

Una scena della cerimonia di inaugurazione dei Mondiali in Qatar, il 20 novembre 2022. Foto Ansa/ Epa Friedemann Vogel

In altre edizioni dei mondiali le battaglie degli oppositori, delle minoranze, si sono dissolte al primo fischio d’inizio del torneo. Stavolta, le lotte civili, di giustizia, per i diritti, non si dissolveranno. Il portiere e capitano della Germania, Manuel Neuer, ha confermato che andrà in campo con la fascia One Love, per promuovere la diversità e l’inclusione in Qatar. E si sistemerà fra i pali “senza paura“, perché la sua Federazione lo appoggia. Malgrado che la Fifa non lo abbia fatto, dicendosi anzi contraria a magliette ed esibizioni di appartenenza a battaglie civili sul terreno di gioco.

Mondiali, le proteste in Iran

Ma non sarà soltanto l’hashtag #boycottQatar a spiccare fra le proteste, anche i drammi dei paesi partecipanti si imporranno all’attenzione del mondo dello sport. Da lunedì 21 novembre, quando scenderanno in campo per la seconda giornata le squadre di Inghilterra e Iran. Il portiere di riserva e l’attaccante della squadra iraniana, Hossein Hosseini e Vahid Amiri, hanno espresso oggi “solidarietà alle vittime delle proteste” nel loro paese. In Iran le manifestazioni al grido “Jin, Jiyan, Azadi (Donna, Vita, Libertà, ndr.)” e la repressione del regime degli ayatollah continuano a dilagare da oltre 2 mesi. Ossia da dopo la morte di Mahsa Amini, la 22enne curdo-iraniana deceduta dopo il suo arresto per non aver indossato correttamente il velo islamico sul capo.

Il saluto dell’Emiro Al Thani

Sul fronte della festa, i mondiali sono cominciati il 20 novembre con la partita Qatar-Ecuador e, prima ancora, con le cerimonia inaugurale. Protagonista l’attore americano Morgan Freeman al centro dello stadio Al Bayt, per la cerimonia realizzata dall’italiano Marco Balich. “Diamo il benvenuto alla Coppa del mondo. Abbiamo lavorato in tanti e duramente per allestire un torneo di successo, abbiamo profuso tutti i nostri sforzi per il bene dell’umanità. Finalmente il giorno che tutti aspettavamo è arrivato.” Così l’emiro del Qatar, Tamim bin Hamad Al Thani nel discorso che ha aperto ufficialmente i mondiali 2022.

Lo sceicco Al Thani con il presidente della Fifa, Gianni Infantino. Foto Ansa/Epa Friedemann Vogel

I favoriti ai Mondiali

Sarà caccia al titolo della Francia campione, con Argentina e Brasile a contendere ai Bleus il ruolo di favoriti, e Cristiano Ronaldo al passo d’addio come anche Leo Messi. mentre l’Italia resta a guardare. Per noi secondo mondiale consecutivo – dopo quello di 4 anni fa in Russia – con l’Italia non qualificata, terzo in assoluto considerando anche quello del 1958 in Svezia. E il quarto di assenza azzurra alla massima competizione mondiale se si considera la prima edizione del 1930 in Uruguay, alla quale l’Italia scelse di non partecipare per protesta per non essere stata scelta come paese organizzatore.

Uno scambio nel match inaugurale dei Mondiali in Qatar fra la nazionale di casa e l’Ecuador (0-2). Foto Ansa/Epa Friedemann Vogel

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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