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Twitter, Musk lancia il sondaggio: “Volete di nuovo Trump o no?”

L'ex presidente era stato espulso dalla piattaforma ma ora la maggioranza degli utenti vorrebbe il suo ritorno

Il patron di Twitter, Elon Musk, ha lanciato un sondaggio. Gli utenti possono decidere se Donald Trump, ex presidente degli Usa ricandidatosi per le presidenziali del 2024, può tornare a possedere un account sulla piattaforma.

Musk è proprietario del social dallo scorso ottobre, dopo l’ ‘acquisto del secolo’: ha sborsato 44 miliardi di dollari per rilevare Twitter promettendo profondi cambiamenti dell’impostazione e delle caratteristiche del social media. E creando, al contempo, molta tensione. Di questi giorni la notizia delle dimissioni in massa di molti dipendenti, spaventati dagli ultimatum della nuova dirigenza aziendale che chiede un impegno totalizzante sul lavoro o, in alternativa, di lasciare il posto ad altri. Questo aspetto va sommarsi ai licenziamenti massicci già avvenuti: migliaia di dipendenti, circa la metà dei 7.500 totali, sono stati mandati a casa senza tanti complimenti.

Elon Musk. Foto Ansa/Epa Christian Marquardt

Se è vero che Twitter, come per del resto altri social, attraversa una fase difficile dal punto di vista economico e finanziario, le mosse di Elon Musk hanno creato scompiglio. Non pochi utenti hanno cominciato a ‘trasferirsi’ su Mastodon, e adesso arriva il ‘referendum’, voluto da Musk. Si tratta di un sondaggio pubblico sul il ripristino del profilo dell’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Il patron di Twitter ha dichiarato che il risultato determinerà la decisione finale scrivendo in latino “Vox Populi, Vox Dei” (voce del popolo, voce di Dio) sul suo account. Il sondaggio ha già superato i tre milioni di voti in appena un’ora. Il 56,7% dei votanti è a favore, mentre il restante 43,3% è contrario al ritorno di Trump sulla piattaforma.

Twitter e la ‘vivacità’ di Musk

Twitter consente all’utente di personalizzare il tempo concesso per rispondere alla domanda. Tuttavia Elon Musk ha mantenuto l’opzione predefinita di 24 ore per partecipare. Il profilo di Trump sul social network dell’uccellino blu è stato sospeso dopo l’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021, quando una folla di ultranazionalisti ha preso d’assalto il Campidoglio degli Stati Uniti per cercare di impedire il passaggio di poteri al presidente eletto Joe Biden, ritenendo che le elezioni fossero state truccate.

Trump con l’ex first lady Melania. Foto Ansa/Epa Cristobal Herrera

Ma non chiuderà

Nel frattempo, ieri 18 novembre, impazzava l’hashtag #Riptwitter. Non si fermano infatti i rumors con sui si ipotizza che il social tra una settimana chiuderà i battenti. Cosa, questa, piuttosto improbabile, per non dire impossibile. Dal canto suo, Elon Musk aveva sarcasticamente vivacizzato la situazione. “Abbiamo raggiunto un altro record di utilizzo di Twitter“, aveva scritto. Prima di pubblicare una bandiera pirata, con un teschio sul classico drappo nero. E un meme che alludeva al funerale del suo socia network. Quindi, il nuovo messaggio: “Un numero record di utenti si sta collegando per vedere se Twitter sia morto e, ironicamente, rendono Twitter più vivo che mai.

Proteste nella notte nel quartier generale di Twitter a San Francisco. Il ‘projection activist’ Alan Marling si è appostato fuori dalla sede e ha iniziato a proiettare scritte sui muri tra cui “Questa è la prova che Musk è un idiota”, oppure “Stop Toxic Twitter” o ancor “Free Hate Speech”. Foto Twitter/Read Jackson Rising by @Cooperation

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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