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Ballottaggio in Brasile, per Bolsonaro la riscossa è possibile

Ribaltando le previsioni della viglia il presidente uscente incassa il 43% dei voti. Lula si ferma al 48% e adesso rischia di perdere

Bolsonaro di nuovo presidente del Brasile? Non è impossibile perché Lula, il favorito, non ha vinto al primo turno. Le elezioni di domenica 2 ottobre hanno decretato la necessità di un secondo turno fra i due candidati principali. Da un lato, appunto, il capo dello Stato uscente, dall’altro Luiz Inácio Lula da Silva, già presidente fra il 2003 e il 2011. 

Il Tribunale supremo elettorale (Tse) del Brasile ha diramato i risultati praticamente definitivi delle elezioni presidenziali da cui emerge la certezza di un ballottaggio il 30 ottobre prossimo fra i due candidati meglio piazzati. Con lo scrutinio delle schede del 99,99% dei seggi, Luiz Inácio Lula da Silva (Pt, sinistra) ha ricevuto 57.254.672 voti, pari al 48,43%, mentre Jair Bolsonaro (Pl, destra) ne ha ottenuti 51.070.672, equivalenti al 43,20%. Il terzo posto nella scelta degli elettori è andato a Simone Tebet (Mdb, centro-destra) con 4.915.217 voti (4,16%) e il quarto a Ciro Gomes (Pdt, sinistra) con 3.599.157 suffragi (3,04%).

Foto Ansa/Epa Joedson Alves

Brasile, 156 milioni di votanti

Il Brasile resta dunque in bilico. Si sono iscritti al voto 156 milioni di aventi diritto, con un sensibile incremento, anche per quanto la partecipazione dei ventenni, rispetto ai 147 milioni di cittadini che votarono alle elezioni del 2018. Si rilevano errori sostanziali nelle previsioni della vigilia. I sondaggi, compreso l’ultimo della società Datafolha, il giorno prima del voto, davano Lula quantomeno al 50%.

San Paolo del Brasile: Lula parla i sostenitori delusi per la mancata vittoria al primo turno. Foto Ansa/Epa Sebastiao Moreira

Dunque poco sopra i suffragi ottenuti, ma Bolsonaro molto più indietro. Ossia al 36%, 7 punti percentuali sotto l’effettivo risultato del primo turno elettorale. Contrariamente alle attese, dunque, il risultato elettorale non ha indicato una vittoria netta per l’ex presidente Lula. Un personaggio che ha fatto grande il Brasile nel primo decennio di questo secolo e che adesso torna alla politica attiva dopo una condanna per corruzione, oltre un anno e mezzo di carcere, e una successiva totale riabilitazione. La festa per lui è rimandata al ballottaggio del 30 ottobre.

Lula: “Vittoria solo rinviata

Luiz Inácio Lula da Silva, 76 anni, icona della sinistra di tutto il Sudamerica, non ha dunque confermato i pronostici di vittoria. Ma il ballottaggio non è che una “proroga“, ha commentato egli stesso al termine dello scrutinio, spronando i delusi. Tornato a San Paolo da San Bernardo do Campo, sua roccaforte elettorale dove in mattinata aveva votato, Lula ha atteso il responso al Novotel Jaraguà, con la moglie Janja, il vice designato per il suo futuro governo, Geraldo Alckmin, e l’ex presidente Dilma Roussef. Al termine della serata ha raggiunto l’avenida Paulista, prenotata per il bagno di folla della svolta, e ridotta invece a teatro per un simbolico abbraccio con qualche decina di migliaia di sostenitori.

Sostenitori di Lula in piazza a San Paolo del Brasile. Foto Ansa/Epa Fernando Bizerra

Bolsonaro: “Pronto a vincere

Abbiamo vinto sulle menzogne dell’istituto di sondaggi Datafolha. Ora lavorerò per cambiare il voto della gente” ha invece promesso Bolsonaro, le cui pagine web sono diventate bersaglio di attacchi hacker nelle ultime ore. Anche il presidente uscente è rientrato dalla trasferta per il voto, da Rio de Janeiro al Palacio da Alvorada, la sua residenza ufficiale a Brasilia. Lì la recinzione attorno all’edificio è stata addirittura ampliata per ospitare i suoi numerosi sostenitori, i quali ora sono galvanizzati: dopo il ribaltamento delle previsioni della vigilia, una clamorosa rimonta al ballottaggio è realmente possibile.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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