In Ucraina si celebra domani 24 agosto il Giorno dell’Indipendenza. Era il 1991, mentre crollava l’Unione Sovietica e il paese ritrovava la sua sovranità. L’Intelligence Usa avverte: “C’è il rischio che la Russia intensifichi bombardamenti e aggressioni“. 

L’allarme proviene da un’allerta sicurezza che l’ambasciata americana a Kiev ha diffuso. “Il Dipartimento di Stato ha informazioni che la Russia sta intensificando gli sforzi” si legge nella nota. L’obiettivo è quello di “lanciare attacchi contro le infrastrutture civili e le strutture governative dell’Ucraina nei prossimi giorni“. L’allerta esorta ancora una volta i cittadini americani a lasciare l’Ucraina immediatamente.

Foto Ansa/Epa

Ucraina: “Più Himars per vincere

Da parte ucraina, su Twitter il consigliere della presidenza, Mykhailo Podolyak, ha scritto che “il prezzo per raggiungere la parità di fuoco e distruggere la logistica dell’esercito russo è inferiore a quello di uno yacht di un oligarca russo“. “Un sistema Himars (un lanciarazzi multiplo leggero, fornito dagli Usa, ndr.), costa 4 milioni di dollari. Cinquanta sistemi: 200 milioni di dollari più munizioni. Non è una cifra enorme, ma qualcosa che cambierebbe completamente il corso di questa guerra” ha aggiunto Podolyak.

La morte di Darya Dugina

Un conflitto che ormai sta esondando dai confini dell’Ucraina. E sta arrivando anche in Russia. Non solo perché, da tempo, le forze ucraine lanciano attacchi con i droni sulle basi militari russe in Crimea. Ma anche perché sabato 20 agosto, a Mosca, è stata assassinata in un attentato Darya Dugina, figlia del cosiddetto ideologo di Putin, Aleksandr Dugin. Ad accusare direttamente Kiev dell’uccisione di Darya Dugina sono i servizi segreti russi. Secondo l’Fsb, c’è una presunta sicaria, Natalya Vovk, una donna ucraina di 43 anni. La donna si sarebbe fatta accompagnare nella missione dalla figlia dodicenne e sarebbe poi fuggita in Estonia. L’uccisione della Dugina è “un crimine vile e crudele“, ha affermato Vladimir Putin in un messaggio alla famiglia.

I funerali di Darya Dugina. A destra il padre, Aleksandr Dugin. Foto Ansa/Epa Maxim Shipenkov

Dopo due giorni anche Dugin ha rotto il silenzio, parlando di “attacco terroristico compiuto dal regime nazista dell’Ucraina“. Per lui la risposta non può limitarsi a una vendetta, ma deve portare alla “Vittoria“, con la V maiuscola. L’Fsb, il servizio di sicurezza federale, ha annunciato così di aver risolto” il caso a meno di 48 ore dall’esplosione che sabato sera è costata la vita alla Dugina su un’autostrada ad ovest di Mosca. Mentre rientrava da sola nella capitale alla guida di una Toyota Land Cruiser, dopo aver assistito a una conferenza del padre, la vettura è esplosa a causa di un ordigno a bordo. “Il crimine è stato preparato e commesso dai servizi di sicurezza ucraini“, ha affermato nel comunicato l’Fsb. La presunta esecutrice dell’attacco, Natalya Vovk, si troverebbe ora in Estonia. Le autorità di Tallinn hanno sottolineato di non aver ancora ricevuto alcuna richiesta di estradizione da Mosca.

la premier dell’Estonia, Kaja Kallas. Foto Ansa/Epa Toms Kalnins