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Calenda tratta con Renzi. Sondaggio YouTrend: “Azione crolla al 2%”

La rottura del patto col PD non sembra apprezzata dagli elettori ma Italia Viva chiama: "Faremo il terzo polo, sarà la vera sorpresa elettorale"

Carlo Calenda tratta con Matteo Renzi per il terzo polo centrista. Dopo la rottura del patto con il PD un sondaggio mostra un tracollo di Azione che passerebbe dal 6% al 2%. 

Il problema” con Matteo Renzi, dichiara Calenda a Morning news su Canale 5, “è se si trova una quadra sui temi. Penso che si possa fare, perché ci sono delle differenze ma non tantissime. Non vorrei una campagna elettorale che attacca ogni giorno il PD e gli altri definendoli fascisti, perché non lo sono. Ci parleremo in questi giorni e cercheremo di offrire all’Italia qualcosa che sia serio e netto“.

La nostra campagna si chiamerà come a Roma ‘L’Italia sul serio’“, ha detto ancora Calenda. “Ieri il Parlamento europeo, secondo quanto previsto dalla legge italiana, ha mandato al Viminale la certificazione che sono stato eletto con una lista che era Pd-Siamo europei, una lista composita. Azione è la stessa associazione di Siamo europei, quindi l’esenzione dalla raccolta delle firme è piena a norma di legge”.

Monito a Meloni

Carlo Calenda ha quindi parlato di Giorgia Meloni. La leader di Fratelli d’Italia può diventare, fra un paio di mesi, il primo capo di Governo donna della storia d’Italia. “Giorgia Meloni premier ha un grande problema” dice il leader di Azione. “Intanto una mancanza di esperienza molto significativa che la porterebbe ad essere impreparate per questa carica. La seconda: non penso sia fascista, ma non ha detto mai una parola definitiva su questo. Attenta Giorgia – il monito – perché i Primi ministri francese e tedesco, se tu non sei chiara su questo punto, non ti stringono neanche la mano. Rischiamo di andare a finire nella serie C dell’Europa dalla serie A, e questo sarebbe gravissimo“.

Sulla eventuale nascita del terzo polo di Centro, a Calenda risponde a stretto giro Matteo Renzi, parlando a Omnibus su La7. “Noi siamo disponibili a stare in squadra perché il terzo polo sarebbe la grande sorpresa delle elezioni. Solo con un terzo polo forte si potrà chiedere a Draghi di rimanere a Palazzo Chigi“. “Con Renzi ci siamo parlati ieri e ci riparleremo oggi” ribatte Calenda. “Ma quello che voglio è chiarezza sui temi e sui comportamenti. Ho deciso di dedicare questa parte della mia vita alla politica ma non ho intenzione di giocarmi la reputazione“.

Elena Bonetti, ministra della Famiglia per Iv. Foto Ansa/Fabio Cimaglia

Il leader di Azione ritorna anche sui rapporti con Enrico Letta dicendosi “dispiaciuto” per la rottura con il PD. “Ma c’era nell’alleanza una classe dirigente ex M5s, come Di Maio e Di Stefano – aggiunge – impresentabile“. Per non parlare del rapporto con la sinistra di Fratoianni. “Quello che manca nella politica è la nettezza“, dice ancora spiegando che lui ci sta provando ad esserlo da “uomo libero“. “Ci presenteremo con un programma molto chiaro e di buon senso che ricalcherà il discorso fatto da Mario Draghi al Senato“.

Franceschini contro Calenda

All’Ansa il ministro dei Beni culturali, e big del PD, Dario Franceschini, va giù duro su Calenda. “Una delle regole più scontate, soprattutto quando si rompe di colpo un’alleanza, è cercare di seminare zizzania nel campo avverso. Ho il timore che a questo sia dedito Calenda che prima ha più volte sottolineato di avere telefonato a me e non a Letta e ora ammicca addirittura al fatto che io avrei ‘capito perfettamente’ le sue ragioni“. “In effetti ho capito le sue motivazioni – dice Franceschini – totalmente sbagliate. E quando, nel corso di quella telefonata, ho cercato di parlarne, mi ha bloccato dicendo: non ho chiamato per discutere ma per comunicare una decisione già presa“.

Dario Franceschini. Foto Ansa/Fabio Frustaci

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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