A un mese e venti giorni dalle elezioni in Italia, il voto appare ancora lontano ma i sondaggi non vanno in ferie. Per l’ultima Supermedia Agi/YouTrend, FdI e PD continuano a crescere mentre M5S, FI e Lega continuano a calare.
Al momento i confini delle alleanze che si sfideranno alle elezioni del 25 settembre non sono definitivamente stabiliti, soprattutto nel campo alternativo al Centrodestra. È noto infatti, che Sinistra Italiana e i Verdi sono in rotta con il PD a seguito del patto di ferro fra i dem e Azione/+ Europa. Tuttavia, le aggregazioni che dovrebbero presentare i propri candidati nei collegi uninominali (a parte i listini della quota proporzionale) sono sicuramente 5: Centrodestra (FdI, Lega e Forza Italia), Centrosinistra, Movimento Cinque Stelle, Italia Viva e Italexit.
Se nel voto ai partiti è sempre più una corsa a due tra Fratelli d’Italia (23,4%) e Partito Democratico (22,8%), nel consenso alle coalizioni il Centrodestra è a 46,4%. I dati sono di un’indagine demoscopica, in vista delle elezioni, di Agi e YouTrend. La coalizione guidata dal principale partito di opposizione al Governo Draghi mantiene quindi un notevole distacco – quasi 13 punti – sul Centrosinistra, fermo al 33,6%.
Come sottolinea su Repubblica il sociologo Ilvo Diamanti, il PD continua a dialogare con le forze politiche alla sua sinistra: Verdi, Sinistra Italiana, Articolo1-MDP. Nell’insieme, rappresentano una componente importante per costruire un’opposizione e un’alternativa possibile all’alleanza FdI-FI-Lega. Il problema, però, è che difficilmente il PD e le forze di sinistra potrebbero co-abitare con soggetti politici moderati. Fra Carlo Calenda e il M5S, inoltre, non c’è compatibilità. A sua volta, il Movimento Cinque Stelle sembra diviso.
Bisogna però sottolineare come molti elettori siano soliti scegliere a chi dare il loro voto negli ultimi 10 giorni prima della scadenza elettorale. A oggi una quota molto elevata degli italiani è indecisa. Non sa neppure se andrà a votare. Nelle precedenti scadenze elettorali, sottolinea Diamanti, il 13% ha deciso alla vigilia o il giorno stesso del voto. E quasi 1 su 4 nell’ ultima settimana.
Queste elezioni, inoltre, si svolgeranno in un solo giorno e ciò potrebbe allargare l’area dell’astensione. In Italia, Paese dove un tempo si andava a votare sempre in massa, sta crescendo a vista d’occhio l’astensionismo. Non esistono segnali di inversione di tendenza. Così, anche il prossimo 25 settembre, molti cittadini potrebbero restare a casa per marcare il distacco da forze politiche che co-abitavano nel Governo Draghi di unità nazionale. Ma che poi non sono riuscite a garantire a quell’esecutivo la stabilità necessaria per giungere alla fine legislatura, ossia al prossimo mese di maggio.
Non sono pochi gli italiani delusi dalla caduta del premier Mario Draghi, vittima della non-fiducia di M5S, Lega e Forza Italia, dimessosi irrevocabilmente per la seconda volta il 21 luglio scorso. Draghi, spiega Diamanti, nelle rilevazioni demoscopiche risulta a tutt’oggi un presidente del Consiglio apprezzato da un’ampia maggioranza di cittadini. L’insoddisfazione per la caduta di Draghi, e le conseguenti elezioni anticipate, emerge da un sondaggio di Demos. E risulta accentuata in un periodo segnato da grandi e crescenti preoccupazioni economiche, soprattutto nei ceti popolari. I giovani sono invece preoccupati non solo per il loro futuro lavorativo e professionale ma anche per il peggioramento della questione ambientale e dei cambiamenti climatici.
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