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Elezioni: strappo PD-M5S, manovre al Centro, FdI teme “il fango”

Campagna elettorale al via con i partiti all'attacco, ma si annuncia uno scontro di "civiltà" fra i dem e Giorgia Meloni

Nel primo fine settimana di campagna per le elezioni i leader dei partiti sono già all’attacco. La rottura PD-M5S appare irreversibile. Gli ex di Forza Italia lavorano a un nuovo partito. Meloni addita una “macchina del fango” contro di lei. 

Dopo l’intervista a Repubblica di oggi 24 luglio, il segretario del PD, Enrico Letta, ha parlato di elezioni a Mezz’ora in più, su Rai Tre. Con la caduta di Draghi “credo che quello che si è compiuto sia stato un suicidio collettivo della politica italiana” ha detto. “E credo che le nostre istituzioni, la nostra politica, esca molto ammaccata“. “Non ho dubbi – ha aggiunto – che all’ambasciata russa si sia festeggiato a caviale. E che Putin abbia avuto la più grande soddisfazione dopo la fine di Johnson a Londra. Questa è un vicenda non solo italiana, ma europea, pesante“.

La rottura con il Movimento Cinque Stellein queste elezioni è irreversibile” ha scandito Letta. “Lo avevo detto prima. Avevo detto a Conte: ‘se prendete una decisione di questo tipo questa sarà la conseguenza’. E siamo lineari con questa scelta“.

Elezioni, anche nuovi partiti

Sul collasso del Governo Draghi e nuove elezioni in piena crisi energetica, pandemica  e con la guerra in Ucraina, è intervenuto Renato Brunetta. Sempre a Mezz’Ora in più, il ministro uscito da Forza Italia è andato giù duro. “Nulla abbiamo saputo, una decisione presa alle nostre spalle” ha detto. E si riferiva al fatto che Berlusconi ha scelto di non far votare la fiducia a Forza Italia. “È stato un atto di irresponsabilità” ha dichiarato Brunetta. “Una valutazione di tipo opportunistico. Salvini vedeva deteriorare il suo consenso mese dopo mese, Forza Italia non si espandeva, Meloni cresceva. Hanno preferito non pagare il costo del Governo ma farlo pagare agli italiani“.

Un rassemblement

Adesso Brunetta, e con lui Mariastella Gelmini e Mara Carfagna, anch’esse uscite da Forza Italia, progetta, “un’Unione e un rassemblement repubblicano per tutti quelli che hanno sostenuto l’agenda Draghi“. Con un programma comune per le elezioni che guardi all’Europa e al PNRR. “Un’Unione Repubblicana che salvi il Paese“. Tra i nomi di questo rassemblement non ci sarebbe l’ex ministro berlusconiano Giulio Tremonti, considerato un nemico di Draghi.

Letta e Conte prima della frattura tra Pd e M5S. Foto Ansa/Ettore Ferrari

Conte: “PD arrogante

E il M5S? Sulla Stampa Giuseppe Conte risponde a Enrico Letta. Il quale su Repubblica di oggi ha dichiarato: “La scelta è chiara, o noi o Meloni, due Italie profondamente diverse“. Letta, citando Berlinguer, progetta una campagna per le elezionicasa per casa, strada per strada“. E “per una lista aperta ed espansiva. Le idee contano più della coalizione, nel solco del governo Draghi.” “Il Pd è arrogante. I progressisti siamo noi” è la risposta di Conte. Secondo lui sulla fine del Governo Draghi c’è una diffusa ipocrisia. “Si prova a scaricare la colpa sul M5S, che ha solo chiesto di risolvere alcune criticità: è un’infamia dire che abbiamo tradito.

L’avviso di Meloni ai suoi

In prima fila nella campagna per le elezioni c’è naturalmente anche e soprattutto Fratelli d’Italia, che i sondaggi continuano a indicare come primo partito. “Con la campagna elettorale è ripartita, puntuale come sempre, la macchina del fango contro me e Fratelli d’Italia” scrive su Facebook la leader della destra, Giorgia Meloni, che sogna Palazzo Chigi. “Aspettatevi di tutto in queste settimane, perché sono consapevoli dell’imminente sconfitta. Useranno ogni mezzo per tentare di fermarci. Se ci riusciranno o no, quello dipenderà da voi“.

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Giorgia Meloni. Foto Ansa/Fabio Cimaglia

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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