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Ucraina, allarme a Zaporizhzhia: “I russi ammassano armi nella centrale nucleare”

Secondo l'agenzia statale dell'energia, gli invasori vogliono nascondere carri armati e missili all'interno del sito per impedirne la distruzione

Massicci bombardamenti russi in Ucraina sulla città di Mykolaiv, porto fluviale del Sud, non lontano dal Mar Nero. Allarme alla centrale nucleare di Zaporizhzhia: “I russi ammassano qui il loro arsenale militare“.  

Da Mosca l’ex presidente Medvedev attacca: “L’Ucraina potrebbe sparire dalle mappe geografiche“. “Come risultato di tutto ciò che sta accadendo, l’Ucraina potrebbe perdere i resti della sua sovranità statale e scomparire dalla mappa del mondo“. Così ha scritto infatti, su Telegram, Medvedev, attuale vice capo del Consiglio di sicurezza nazionale.

La centrale nucleare di Zaporizhzhia, in Ucraina

Forti esplosioni si sono intanto sentite a Mykolaiv: la città ha subito nuovi massicci bombardamenti. Ne ha parlato su Telegram il sindaco, Oleksandr Senkevich. Lo riporta l’agenzia di stampa Unian. L’allarme è scattato poco dopo le 3 ora locale (le 2 del mattino in Italia) ed è durato 40 minuti. Lo riporta Ukrinform. Una settimana fa la mattina del 15 luglio, i cittadini avevano udito oltre 10 potenti esplosioni in città.

Quattro persone erano rimaste ferite a causa dei missili russi. Non si hanno invece ancora notizie di eventuali ferite o vittime dei nuovi bombardamenti. Secondo alcuni dati della Procura generale ucraina, aggiornati a oggi 21 luglio, sono centinaia i bambini assassinati dagli invasori dall’inizio della guerra. Le truppe russe avrebbero ucciso almeno 358 minori in Ucraina dal 24 febbraio. Più di 681 hanno riportato ferite, a vari livelli di gravità.

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Effetti di bombardamenti russi a Bakhmut, nella regione di Donetsk, in Donbass. Foto Ansa

Ucraina, allarme a Zaporizhzhia

Le forze russe hanno intanto chiesto l’accesso alla sale macchine della centrale nucleare di Zaporizhzhia. È lì che intenderebbero immagazzinare il loro “intero arsenale militare. Lo ha reso noto Energoatom, l’azienda statale di Kiev che supervisiona gli impianti nucleari in Ucraina. Lo riporta il giornale Ukrainska Pravda. “Le forze militari russe chiedono all’amministrazione della centrale nucleare di Zaporizhzhia di aprire le sale macchine per potervi depositare l’intero arsenale militare.

Agli occupanti sembra sicuro, poiché hanno una paura terribile di ricevere ‘regali’ dalle Forze Armate ucraine“, ha commentato Energoatom. “Per questo motivo ora vogliono portare nelle sale macchine carri armati, camion, armamenti con carichi di munizioni“, ha proseguito Energoatom. Sabato scorso il presidente di Energoatom, Pedro Kotin, aveva reso noto che la Russia utilizzava la centrale di Zaporizhzhia – la più grande d’Europa – come base per lo stoccaggio di armi. Fra cui anche “sistemi missilistici“.

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L’università di Mykolaiv colpita dai russi il 15 luglio. Foto Ansa

“Putin? Fin troppo in salute”

Dagli Usa, nel frattempo, arrivano importanti dichiarazioni riguardo al presunto pessimo stato di salute del presidente russo, Putin. Non ci sono prove d’intelligence che il capo del Cremlino sia instabile o malato. Lo ha chiarito il direttore della Cia, William Burns, smentendo le crescenti speculazioni dei media internazionali. Burns ha, al contrario, sostenuto ironicamente che Putin appare “fin troppo in salute“. “Ci sono molte indiscrezioni sulla salute del presidente Putin e, per quanto noi possiamo dire, è fin troppo in salute“, ha affermato Burns parlando all‘Aspen Security Forum in Colorado.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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